lunedì, Settembre 9, 2024
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Superuomo nel mondo digitale

Superuomo nel mondo digitale

Chieti – Nel mio speciale “C.Vignali, La Grande Italia che vorremmo rivedere, 13 agosto 2024, LaNotizia.net” ho brevemente trattato di quei Superuomini che hanno fatto grande l’Italia, in particolare ci siamo soffermati sulle figure di Nuvolari e di d’Annunzio, e subito è salita la nostalgia per questi e altri grandi e leggendari personaggi dell’Italia contemporanea, Superuomini simboli di una grande Italia romantica, protagonista e vincente che ci manca tanto.
Personaggi come anche Alberto Sordi, Antonio “Toto” De Curtis, Enzo Ferrari, Enrico Mattei, icone di un’epoca che hanno contribuito a creare il prototipo dell’Italiano, modelli da seguire, degli status simbol, per generazioni di Italiani.
Il Vate dannunziano é il superonista italico per eccellenza, sprezzante del pericolo, coniugava cultura, eros e passione, era il prototipo del nuovo Superuomo italico del Novecento che voleva vivere da protagonista indiscusso la sua vita, cercando di piegare le leggi della natura della chimica e della fisica, gli eventi ai suoi sogni; così a livello ideale, nell’ambito dell’esaltazione dell’antropocentrismo che caratterizza la modernità rispetto al teocentrismo medievale, il d’Annunzio celebrava le nuove scoperte tecnologiche della meccanica come l’aeroplano e l’automobile, ma anche la cinepresa e la macchina fotografica, strumenti che con la sua poesia hanno preso vita e assunto una valenza artistica, permettendo al Superuomo di affermarsi sulle leggi fisiche, all’eroe di compiere grandi imprese durante la Grande Guerra e di immortalarle, facendole conoscere al mondo, dandogli quella celebrità e autorità che gli han permesso di avere un certo peso specifico a livello non solo culturale, ma soprattutto socio – politico e dell’opinione pubblica, risultando il primo influencer “ante litteram”.
Questi Superuomini sono stati esempi di vita per generazioni di Italiani che hanno avuto la forza di fare recitare all’Italia un ruolo di primo piano a livello politico dopo la guerra del 1915 – 1918, nonostante la “Vittoria Mutilata” e l’avversione di Francia, Inghilterra e Stati Uniti; e di ricostruire materialmente e moralmente l’Italia dopo le macerie della disfatta del secondo conflitto, con quel boom economico che ha proiettato il Belpaese fra le grandi potenze economiche, in barba alle clausole del trattato di pace che ne limitavano la sovranità.

Una generazione di Superuomini che é evidente non ci sono più, causa l’omologazione spirituale causata dalla nuova cultura digitale e fisica dalla uniformazione della moda e dei costumi che hanno contribuito in modo determinate a creare quella sorta di schematica e oggettiva fiducia cieca nella tecnica e nella scienza, annichilendo la libertà di pensiero e la fantasia dell’ingegno umano.

Come dicevamo in “La Grande Italia che vorremmo rivedere”, sta a quei pochi, ancora consapevoli della ricchezza e della identità culturale della civiltà italica, preservarla e tramandarla, affinché dopo le barbarie di questo nuovo medioevo tecnologico, possa risplendere una nuova età dell’oro nell’era digitale post contemporanea, un nuovo Rinascimento, dopo quelli, usando le parole del d”Annunzio, di “Pericle” nell’Età Antica , di “Leonardo” nell’Età Moderna, e di “d’Annunzio” nell’Età Contemporanea.

Per fare ciò sarà necessaria la nascita di un novello Superuomo. Ma qual è il prototipo del Superuomo nell’Età digitale?

L’antropocentrismo vincerà restando il motore del mondo solo attraverso l’evoluzione continua della mente che dovrà preservare non solo la propria capacità di pensiero autonomo, ma anche l’ingegno e l’estro creativo che rendono l’essere umano superiore allo schematicismo delle macchine, in quanto é impensabile che una macchina nata per servire un uomo possa prendere il sopravvento su di esso, almeno che non ci sia un progetto di supremazia di una minoranza sulla maggioranza e allora l’uso della macchina é strumentale all’instaurazione e al mantenimento di un nuovo eventuale ordine mondiale. D’altronde, l’imprevedibilità dell’ingegno e della fantasia una non possono appartenere al mondo delle macchine che in quanto strumento delle capacità umane, sono in tal senso limitate.

Quindi, il Superuomo nell’Età Digitale sarà quella persona in grado di mantenere una propria identità e una propria capacità di azione autonoma, una propria lucidità mentale, nonostante le continue sollecitazioni esterne negative, gli stress della società post capitalista utilitarista e materialista all’estrema potenza che aumentano sempre più i disturbi psicologici e mentali. Sta a lui il compito di tramandare quei valori eterni della Romanità e della Civiltà Italica.

Cristiano Vignali