Latina, Al Karama: lavori in alto mare – Sembrava cosa certa: le famiglie dell’ex campo di Al Karama di Latina, ospitate alla Rossi Sud dal 2022, dovevano rientrare nel nuovo villaggio entro la fine dello scorso anno. L’annuncio, dato con grande enfasi dalla sindaca Celentano e dai suoi assessori Carnevale e Nasso, risale a settembre 2023. E’ trascorso un altro anno e ad oggi la situazione non è cambiata.
“Come avevamo puntualmente previsto nelle diverse commissioni convocate nel corso dei mesi, questo annuncio è stato disatteso e tutte le famiglie sono ancora collocate, nelle stesse situazioni precarie da ogni punto di vista, nei locali della ex Rossi Sud di proprietà di Provincia. Nei giorni scorsi mi sono recato all’esterno del cantiere del nuovo Centro di autonomia abitativa e ho potuto constatare lo stato delle cose: materiale abbandonato, erba altissima ovunque – spiega il consigliere Dario Bellini – Parlando con gli operai è emerso che i lavori sarebbero stati interrotti per le ferie per riprendere dopo il 20 di agosto. La situazione è in alto mare: si sta procedendo ancora con gli impianti e quello che doveva essere un contratto di fornitura, con il quale la ditta avrebbe dovuto installare dei prefabbricati montabili nel giro di poche settimane, si è radicalmente trasformato. Le casette si stanno costruendo una ad una, senza alcun direttore dei lavori dal momento che un contratto di fornitura non lo prevede. Temiamo che questo mancato controllo andrà a ripercuotersi anche sulla qualità dei lavori stessi e avrà inevitabili ricadute sui costi che l’amministrazione dovrà sostenere per l’ospitalità in una struttura della Provincia. Da mesi l’ente di via Costa chiede conto e le mancate risposte del Comune sono davvero preoccupanti. Alcuni fondi messi a bilancio dal Comune mesi fa prevedevano uno stanziamento per le spese delle utenze della ex Rossi Sud, ma queste somme non sono ancora state trasferite”.
La Provincia aveva chiesto anche una guardiania per scongiurare atti vandalici o furti, che si sono già verificati e che rischiano di far aumentare ancora di più i costi che il Comune dovrà pagare, con l’alta probabilità che tutto questo apra un contenzioso tra i due enti.
“Le 19 famiglie sono state lasciate da oltre due anni in una situazione di assoluta precarietà e di degrado – sottolinea per conto di Lbc il vice segretario del movimento Alessio Ciotti – Una situazione sempre più insostenibile per chi è costretto a vivere in uno stanzone, affrontando il caldo estremo dei mesi estivi, il freddo dell’inverno. Il cantiere sta andando troppo a rilento rispetto alle previsioni. Dove sono i controlli da parte dell’amministrazione? Quali le risposte da dare a queste famiglie? E soprattutto, che tempi si prevedono per la conclusione del cantiere e l’operatività del nuovo Centro di autonomia abitativa?”.
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