Rieti-Il nuovo appuntamento in programma si parlerà del Monastero di Santa Caterina D’Alessandria di Cittaducale .Appuntamento venerdì 23 agosto alle ore 17 presso il Museo Civico di Rieti – sezione Archeologica con la conferenza “Il monastero di S. Caterina D’Alessandria: storia, patrimonio, resilienza” a cura di Elena Santilli, direttore scientifico.
L’evento sarà introdotto da Francesca Lezzi, coordinatrice del Sistema, e da Carlo Virili, coordinatore scientifico del progetto. Parteciperà l’assessore alla cultura del Comune di Rieti, Letizia Rosati, presidente dell’Assemblea degli Amministratori del Sistema.
L’attività è organizzata dal Comitato Tecnico Scientifico del SIMBAS grazie al supporto del coordinatore e all’organizzazione della Segreteria del SIMBAS. L’ingresso è libero.
Monastero di Santa Caterina D’Alessandria
Il Monastero di Santa Caterina D’Alessandria fu costruito nel 1327, pochi anni dopo la fondazione di Cittaducale, avvenuta nel 1311, e si sviluppò solo nei secoli successivi. Si tratta di una struttura complessa che comprende la Chiesa, il coro, il museo, la biblioteca, il refettorio, le celle, l’orto, la sartoria e il forno.
Il chiostro venne edificato nel corso del XVI secolo e si presenta rettangolare, con archi poggianti su colonne rotonde con capitello semplice, sia a pian terreno che nel piano superiore. La struttura è dotata anche di un’Oasi dove il pellegrino può sostare per ritemprarsi nel corpo e nello spirito. All’interno del Monastero le monache vivono nel raccoglimento e nella meditazione seguendo la regola di San Benedetto da Norcia.
All’interno del Monastero sono ospitati anche una Biblioteca ed un Museo di oggetti sacri. Il fondo bibliotecario annovera qualche migliaio di volumi e contiene cinque preziosissime cinquecentine, inserite nel progetto di censimento Nazionale delle opere del 1500. Il suo fondo pergamenaceo si compone di 90 documenti, alcuni ancora da studiare, che abbracciano un periodo di tempo che va dal XIII al XIX secolo. Al suo interno sono custoditi, inoltre, numerosi volumi del XVII e XVIII secolo più altri testi di vario genere. Nelle sale che ospitano il museo, invece, è possibile ammirare diversi oggetti di culto quali vasi, calici, pissidi, ostensori, ma anche candelieri, quadri con immagini sacre e reliquari, mentre i paramenti liturgici sono custoditi in due mobili che si trovano all’interno dell’aula capitolare.
Santa Caterina d’Alessandria Vergine e martire
Alessandria d’Egitto, secoli III-IV
Biografia
Le coordinate agiografiche di santa Caterina d’Alessandria sono incerte (lo stesso anno della sua nascita -287 d.C.- lo è). Secondo la tradizione, Caterina era una bella fanciulla cristiana, figlia unica del re di Costa, che viveva ad Alessandria d’Egitto. In questa città, nel 305 viene nominato dall’imperatore Galerio, nel ruolo di governatore di Egitto e Siria, Massimino Daia (quello stesso che si proclamerà “Augusto”, cioè imperatore, nel 307, morendo poi suicida a Tarso nel 313). Per l’occasione si celebrano feste grandiose che includono anche il sacrificio di animali alle divinità pagane. Un atto obbligatorio per tutti i sudditi, e quindi anche per i cristiani, ancora perseguitati. Caterina si presenta a palazzo nel bel mezzo dei festeggiamenti ma rifiuta di compiere sacrifici agli dèi e invita Massimino a riconoscere invece Gesù Cristo come redentore dell’umanità.
Il governatore allora convoca un gruppo di 50 retori alessandrini, perché la convincano, con la loro eloquenza, a rinunciare alla propria fede e a venerare gli dèi. Ma è invece Caterina che convince loro a farsi cristiani. Per questa conversione così pronta, Massimino li fa uccidere tutti e fa imprigionare Caterina senza cibo. Dopo 12 giorni, in cui il digiuno della ragazza è vanificato miracolosamente dal nutrimento portatole da una colomba, Massimino richiama Caterina e, non riuscendo a convincerla a venerare gli dèi, le propone addirittura il matrimonio. Nuovo rifiuto, sempre rifiuti, finché il governatore la condanna a una morte orribile: una grande ruota dentata farà strazio del suo corpo. Un nuovo miracolo salva la giovane perché lo strumento di tortura si rompe. Il governatore, a questo punto, decide di far decapitare la santa ma gli angeli portano miracolosamente il suo corpo da Alessandria fino al Sinai dove, ancora oggi, l’altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin. Questo sarebbe avvenuto il 24-25 novembre 305. In questo luogo, nel VI secolo, l’imperatore Giustiniano fondò il monastero che porta il nome della santa.
Iconografia
Santa Caterina d’Alessandria viene rappresentata con la corona in testa e vestita di abiti regali per sottolineare la sua origine principesca. La palma che tiene in mano indica il martirio. Il libro ricorda la sua sapienza e la sua funzione di protettrice degli studi e di alcune categorie sociali dedite all’insegnamento (docenti e Ordini religiosi come i Domenicani e gli Agostiniani). Infine viene rappresentata con una spada, l’arma che le tolse la vita, e la ruota spezzata, lo strumento del martirio, elemento che lega la Santa a numerose categorie di arti e mestieri che hanno a che fare con la ruota. Forse questo l’elemento che unisce santa Caterina ai ceramisti, di cui è protettrice. La troviamo raffigurata anche nella basilica romana di San Lorenzo, in una pittura dell’VIII secolo col nome scritto verticalmente: Ca/te/ri/na; a Napoli (sec. X-XI) nelle catacombe di San Gennaro, e più tardi in molte parti d’Italia, così come in Francia e nell’Europa centro-settentrionale, dove ispira anche poemetti, rappresentazioni sacre e “cantari”.
Significato simbolico
Indipendentemente dalla storicità della sua vicenda, la figura di Caterina ha un ricco significato simbolico che indica come la superiorità della sapienza divina possa travolgere il sapere dei dottori. Caterina, riconosciuta patrona dei dottori dell’Università di Parigi, rappresenta la superiorità del sapere teologico sulle altre scienze. Questo è il senso della vittoria dialettica di Caterina (che difende con successo la teologia e il diritto canonico) contro i retori/dottori delle scienze del trivio (grammatica, dialettica, retorica) e del quadrivio (aritmetica, musica, geometria, astrologia). La sua figura è considerata antiluterana (vedi i due dipinti di Lucas Cranach il Vecchio “Il martirio di S. Caterina” e “Il Matrimonio mistico di S.Caterina” entrambi commissionati dal principe di Sassonia il primo nel 1506, il secondo nel 1516) perché respinge l’opposizione contro la struttura gerarchica della Chiesa, contro la distinzione tra chierici e laici e, infine, contro il radicale rifiuto dei voti monastici. Pertanto Caterina che prima del martirio rifiuta il matrimonio per votarsi a Cristo riceve da Lui l’anello che sanziona la sua promessa e assurge a figura dell’unione sponsale tra Cristo e la Chiesa.
Culto
Alcuni studiosi ritengono che il racconto leggendario indichi, trasfigurandola, un’effettiva traslazione del corpo sul monte, avvenuta però in epoca successiva. In questo luogo, nel VI secolo, l’imperatore Giustiniano fondò il Monastero di Santa Caterina che porta ancora il suo nome. Da Gebel Katherin, infine, ma in data sconosciuta, le spoglie furono portate nel monastero a lei dedicato. A una tradizione poco documentata si contrappone la realtà di un culto diffuso anche fuori dall’Egitto. Oltre che nella basilica romana di San Lorenzo e nelle catacombe di San Gennaro, la troviamo raffigurata più tardi in molte parti d’Italia, così come in Francia e nell’Europa centro-settentrionale, dove ispira anche poemetti, rappresentazioni sacre e “cantari”. La sua festa annuale è vista principalmente come la festa dei giovani. In Francia, Caterina diviene la patrona degli studenti di teologia e la titolare di molte confraternite femminili; in particolare, è la protettrice delle apprendiste sarte, che da lei prenderanno il nome destinato a durare a lungo anche in Italia: “Caterinette”.
Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto si festeggia il 25 novembre. E’ patrona dello “studio dei legisti” (gli antichi cultori della moderna Giurisprudenza), di filosofi, docenti, studenti, sarte, ceramisti e mugnai. In Italia, è patrona di Abbasanta, Bazzini Casanova (comune di Bardi), Brissogne, Comunanza, Castellino di Moncalvo, Deruta, Dorgali, Ferrara di Monte Baldo, Guastalla, Locri, Mores, Paceco, San Giovanni Ilarione, San Pietro Clarenza (comune di Catania), Santa Caterina dello Ionio, Santa Caterina di Lusiana, Santa Caterina Villarmosa, Santa Caterina (Nardò), Scandiano, Viggianello, Sluderno e Stanghella ed è festeggiata anche a Novi Ligure e a Rivoli (fiera di Santa Caterina il lunedì vicino al 25 novembre). Santa Caterina è anche patrona dell’Università di Padova e dell’Università di Siena.
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