Sharon Verzeni, fermato il presunto assassino: “L’ho vista e l’ho uccisa” – L’indagine sull’omicidio di Sharon Verzeni, la 33enne brutalmente assassinata a coltellate nella notte del 29 luglio, ha finalmente subito una svolta cruciale. Nella notte scorsa, le forze dell’ordine hanno fermato Moussa Sangare, un 31enne di origini marocchine, sospettato di essere l’autore del delitto. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati ad aggressioni non connesse a traffico di droga o criminalità organizzata, è stato rintracciato dai carabinieri in un’abitazione nella provincia di Bergamo.
Secondo le prime indiscrezioni trapelate dagli interrogatori, Sangare avrebbe confessato l’omicidio, attribuendo il gesto a un “raptus improvviso”. “Non so spiegare perché sia successo, l’ho vista e l’ho uccisa”, avrebbe dichiarato l’uomo agli inquirenti, in una confessione che lascia spazio a numerosi interrogativi. Dalle prime ricostruzioni degli investigatori, sembra che Sangare non conoscesse la vittima e che l’omicidio sia avvenuto senza un apparente motivo, una circostanza che rende ancora più inquietante l’intero episodio.
Il sospetto è stato individuato grazie alla testimonianza di un uomo che, dalla finestra di un balcone, ha visto Sangare allontanarsi velocemente in bicicletta, contromano, dalla scena del crimine. La testimonianza è stata determinante per identificare l’indiziato, confermando i sospetti degli investigatori sul cosiddetto “uomo in bicicletta”.
In un comunicato ufficiale, i carabinieri hanno spiegato che le continue investigazioni hanno portato alla raccolta di gravi indizi di colpevolezza a carico di Sangare. Questi elementi, uniti al pericolo di fuga e alla possibilità di occultamento delle prove, hanno spinto il Pubblico Ministero a disporre un decreto di fermo nei confronti dell’indiziato.
La notizia del fermo arriva poche ore dopo le dichiarazioni della Procuratrice Maria Cristina Rota, facente funzione a Bergamo, che aveva espresso ottimismo riguardo alla risoluzione del caso. “Abbiamo delle ragioni per essere moderatamente ottimisti di arrivare in tempi non lunghi alla soluzione del caso”, aveva detto, chiedendo ai media di permettere agli inquirenti di lavorare in pace.
Con l’arresto di Sangare, si avvicina quindi una possibile chiusura di un caso che ha sconvolto l’intera comunità. Tuttavia, restano ancora molti dettagli da chiarire, in particolare le motivazioni che avrebbero spinto l’uomo a compiere un atto così violento e apparentemente privo di ragione. Le indagini proseguiranno per fare luce su tutti gli aspetti ancora oscuri di questo tragico episodio.
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