Termoli (CB) – Abbiamo intervistato Franca De Santis, presidentessa dell’Associazione Terra dei Padri di Termoli, curatrice del Progetto Undulna, col coordinamento scientifico di Pierfranco Bruni, ideato con l’intento di celebrare il centenario della scomparsa della Divina Eleonora Duse.
A tal proposito, abbiamo posto alcune domande a Franca De Santis:
- Come è nato il progetto Undulna?
“Il progetto Undulna sorge su solide basi e mira a un’interazione che va oltre la semplice indagine per favorire un approfondimento e una condivisione di prospettive atte a riconoscere l’impatto significante e duraturo che Eleonora Duse ha lasciato nel nostro patrimonio artistico e culturale. Un percorso quindi anche didattico che, con noi, molti istituti scolastici hanno seguito ed a cui hanno aderito con entusiasmo
permettendoci e permettendosi di avvicinarsi ad una figura, agli studenti quasi sconosciuta”.
- Cosa ha rappresentato secondo lei Eleonora Duse? “La figura poliedrica ed eclettica di questa grande attrice ha rappresentato un momento di svolta rivoluzionario, segnando il passaggio da un secolo all’altro” ha spiegato la De Santis.
- Quanto è stato importante il ruolo di d’Annunzio?
“In questo contesto, – ha spiegato Franca De Santis – è sostanziale il legame con Gabriele d’Annunzio, un innovatore della letteratura e della lingua italiana che, pur essendo stato rivoluzionario in molti ambiti raccoglie pur sempre la tradizione classica. Sarà proprio con Gabriele d’Annunzio che Eleonora Duse cambierà registro abbracciando il teatro poetico”.
- Ci parli più nel dettaglio in breve del progetto Undulna…
“Undulna, onda-duna-luna. Il progetto Undulna innovativo e ben strutturato, aperto ad una visione collegiale in un panorama culturale e letterario di grande rilevanza nazionale oltreché internazionale, è stato ideato e dettagliatamente sviluppato dal professor Pierfranco Bruni, presidente della Capitale Italiana del Libro 2024. con una competenza scientifica acclarata, ma anche con generosità, ecco è lui l’artefice, il regista di questo trionfo, concedetemi il termine, di coesione e incontro multidisciplinare. Presentato alle istituzioni più influenti come il Ministero della Cultura, il Vittoriale degli Italiani, il Comitato Nazionale per le celebrazioni del Centenario di Eleonora Duse, il Comune di Asolo, Società Dante Alighieri lingua e cultura italiane, la regione Abruzzo che ha concesso l’alto patrocinio, ha ottenuto unanime consenso ed inoltre l’invito ad essere diffuso nelle diverse sfere culturali” ha spiegato la presidentessa di Terra dei Padri.
- Cosa ha prodotto fattivamente il progetto Undulna?
“Testimonianza del progetto – ha spiegato De Santis e è la pubblicazione del volume “Eleonora Duse, Come l’onda sulla duna, la Divina che divenne fuoco”, edito dalla casa editrice Marco Solfanelli. Che ringraziamo per la fiducia accordataci. Reca la postfazione di Emanuele Merlino”.
- Come é strutturata l’antologia del Progetto Undulna?
“Quest’opera raccoglie gli studi di illustri letterati, accademici, storici, esperti di teatro, filosofi e psicologi, di alto profilo, tutti dotati di un pensiero critico e di una notevole capacità espositiva. Gli autori sono 28 che hanno analizzato vari aspetti della vita e dell’arte di Eleonora Duse, non suddiviso in sezioni, sarà il lettore a scegliere il proprio viaggio attraverso gli occhi e la penna di tutti questi autori. Noi abbiamo voluto semplicemente consegnarvi una Eleonora in tutta la sua grandezza, grandezza tragica, come tanti drammi interpretati con strepitoso clamore e successo non scevro da potenti invidie”ha commentato la curatrice.
- Ma chi era secondo lei Eleonora Duse?
“Eleonora Duse, una pioniera, una donna che ha saputo intrecciare arte e vita in una continua ricerca scenica ma non solo. La sua capacità di creare molteplici mondi sul palcoscenico era leggendaria, e questo volume esplora come la sua arte fosse una ricerca infinita. Non mancano, naturalmente, i pettegolezzi, i vizi e i capricci che hanno contribuito a creare il mito della “Divina”. Questi aspetti della sua personalità sono trattati con delicatezza e rispetto, offrendo un ritratto completo e sfaccettato di una donna complessa e affascinante”.
- Ci parli più nel dettaglio degli aspetti che trattate di Eleonora Duse.
“Uno dei temi che possiamo definire cruciali è la passione che spinge la Duse nel Fuoco della creazione artistica anche come meditazione filosofica e poetica manifestandosi vibrante nel suo sodalizio con Gabriele d’Annunzio. La scrittura teatrale di d’Annunzio trova in Duse un’interprete perfetta, e la loro relazione, sia professionale che personale, è esplorata in profondità. La metafora di Undulna, usata da d’Annunzio per descrivere la sua musa, è solo uno dei tanti esempi della loro intensa connessione.
Una svolta importante è data dalla sua aspirazione e che la portarono a esplorare nuovi mezzi espressivi, come dimostra la sua interpretazione nel film muto “Cenere”. Unico film interpretato e tratto dal romanzo di Grazia Deledda. Fra tutte le proposte cinematografiche scelse proprio Cenere, perché come ebbe a scrivere lei stessa alla figlia Enrichetta, Cenere è un libro sulla Sardegna fatto di azione, di sogno e senza crudeltà sensuale ma pieno di pietà. Nell’interpretare Olì Eleonora ha vissuto e rivissuto la miseria, l’abbandono, il dolore e la morte, ma principalmente il ruolo di madre.
La ricezione internazionale del teatro di Eleonora Duse è una materia notevole trattata nel libro. Considerevole il suo interesse per la letteratura russa, vediamo che avrebbe voluto inserire nel suo repertorio alcuni drammi di autori russi che trovava molto vicini alla sua introspezione esistenziale. La sua capacità di comunicare emozioni profonde e universali le permise di conquistare il pubblico di tutto il mondo, interpretando Hugo, Ibsen, Shakespeare sempre in lingua italiana ed affermando la sua italianità. L’identità di appartenenza” ha concluso Franca De Santis.
Cristiano Vignali