sabato, Febbraio 15, 2025
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Verona-DEVENĪRE Mostra personale di Federico Gori

Verona-Inaugura sabato 5 ottobre, presso il polo culturale Habitat Ottantatré a partire dalle ore 12.00 e per l’intera giornata, DEVENĪRE, mostra personale di Federico Gori, a cura di Annalisa Ferraro, con la direzione artistica di Zeno Massignan.

Più di duecento metri quadri di spazio espositivo per presentare la ricerca che Federico Gori dedica alla permanenza e all’impermanenza della natura, indagata nella sua resilienza, nella ritualità e nell’inderogabilità delle sue trasformazioni. La selezione di opere in mostra riassume e racconta gli ultimi 10 anni della produzione dell’artista toscano: l’eterogeneità dei materiali, dei linguaggi e delle tecniche artistiche al servizio di un’esplorazione profonda del mondo vegetale e animale, condotta non come documentarista ma come interprete, capace di catturare i processi vitali silenti della natura, sia del passato che del presente, e portarli in un unico, indefinito tempo d’oggi.

DEVENĪRE mostra personale di Federico Gori

La narrazione di Gori, infatti, sfugge al tempo lineare e colloca l’intero percorso espositivo in uno spazio cronologico fluido, ciclico e privo di interruzioni permanenti. A rafforzare questo slittamento le scelte dei materiali e delle tecniche di lavorazione: primo tra tutti il rame, estremamente rappresentativo della sua ricerca e della sua produzione, che con il suo inarrestabile processo di ossidazione tiene sospese le opere e i loro soggetti in un perenne presente. L’evidenza di una materia viva che muta, reagendo allo scorrere del tempo e agli stimoli dell’ambiente circostante, incarna perfettamente il ciclo di vita e le evoluzioni del mondo naturale che ispirano il suo lavoro. Gori trova interesse e spunti non solo negli esseri viventi dell’epoca attuale ma anche nelle ere che ci hanno preceduto e nelle specie che le popolavano. In Estinti, installata nella prima sala di Casa Contemporanea,

la continua e lenta metamorfosi dei materiali gli consente di superare le barriere temporali e di riportare alla vita organismi ormai scomparsi, rendendoli nuovamente vivi e reattivi agli eventi che li circondano.

Non è però solo nel rame che Gori trova l’ispirazione per sperimentare: in mostra La somiglianza per contatto, in cui l’artista utilizza la terra di diatomee, un materiale organico di origine sedimentaria, che raccoglie in sé fossili di milioni di anni fa. I calchi, realizzati a partire da rami e tronchi d’albero, distribuiti nell’ambiente espositivo restituiscono la presenza, l’immagine, la spazialità e la suggestione di una foresta primordiale, evocando l’attivazione di un nuovo ciclo vitale e suggerendo un processo di metamorfosi in cui forma e sostanza cambiano per diventare qualcosa di nuovo, simile a ciò che c’era prima ma rinnovato nelle possibilità di esistenza.

Se è vero che spesso Gori cerca nelle fonti scientifiche materiale da cui trarre ispirazione, è altrettanto vero che il suo processo creativo conduce a un progressivo distacco tra le opere e ciò che in origine le ha generate, arrivando a una completa reinterpretazione in termini tecnici e concettuali. I suoi lavori sono sospesi tra la fedeltà ai fenomeni naturali e l’illusione di realtà generata dalla produzione artistica. Pur mantenendo un legame con il contesto d’origine, l’artista ricolloca ciascuno di loro in uno spazio fisico e temporale differente, infondendogli nuovi significati e rendendoli portatori di valori inediti.

Non solo il visibile, Gori esplora anche ciò che spesso invece resta impercettibile e che scorre silenziosamente sotto lo strato superficiale delle cose. In Underground l’artista svela la natura che imperturbabile vive e si trasforma sotto di noi, come una foresta a testa in giù che, speculare rispetto al nostro affannarci, alimenta un mondo che, seppur fragile, si evolve e resiste.

C’è l’uomo al di sopra di questa dimensione, come c’è l’uomo, volutamente impercettibile, in ogni opera di Gori: c’è nelle tracce che incessantemente cerca e raccoglie nella natura; c’è nel suo provare a comprendere i cicli vitali delle specie che abitano il suo stesso pianeta; c’è nei suoi tentativi di abbracciare ciò che lo circonda portando con sé i segni di quel gesto. Appare come un rituale il suo rapportarsi al mondo naturale, osservarlo, studiarlo, assistere al suo incessante divenire.

13.12 è la perfetta sintesi di questa paziente attesa, i cicli della natura che si impongono tra una vangata e un’altra, il tempo che separa un rituale da quello successivo, la speranza che la terra dia in cambio i suoi frutti. Ogni ora, settimana e stagione trascorsa ristabilisce l’equilibrio tra l’essere umano e l’ecosistema che lo ospita, rimettendo a fuoco la fragilità e la caducità del primo di fronte alla resilienza e all’eternità del secondo. 13.12 segna l’inizio e la fine di DEVENĪRE, l’opera maestra che guida il progetto espositivo: fragile ma ben piantata sulle sue radici, ogni zolla racconta la lentezza e la ripetitività di una pratica antica, in cui l’uomo, dopo aver assistito all’eterno rituale della natura, abbandona l’eterna lotta e aspetta che arrivi il tempo del raccolto.

Il nuovo format per i progetti espositivi di Habitat Ottantatré

DEVENĪRE, mostra personale di Federico Gori

Habitat Ottantatré lancia un nuovo format per i progetti espositivi: a partire da tematiche attuali e urgenti, emerse nella società d’oggi, presenta negli spazi di via Mantovana a Verona le ricerche e le opere di artisti contemporanei.

Pur avendo un fine principalmente di ricerca, Habitat non trascura due aspetti fondamentali: il supporto agli artisti invitati e la dimensione commerciale. Al termine di ogni mostra, quindi, Habitat acquisterà un’opera dell’artista presentato e la inserirà nella sua collezione nascente, da poter valorizzare anche in altre occasioni espositive e in altri contesti. Per Habitat è importante costruire un rapporto continuativo con gli artisti coinvolti e rendere il loro contributo parte integrante di una progettualità più ampia, che non nasce e finisce con l’organizzazione della mostra o con il passaggio di proprietà dell’opera. Per quanto riguarda invece la sfera commerciale, Habitat intende offrire alla città di Verona e al suo territorio l’opportunità di un nuovo collezionismo accessibile. Per perseguire quest’obiettivo, ad ogni artista sarà chiesto di ideare una serie numerata di opere da vendere durante e dopo l’esposizione, la cui produzione sarà sostenuta interamente da Habitat. Trattandosi di opere seriali, seppur in piccole tirature, la vendita a prezzi accessibili non inciderà sul coefficiente di vendita dell’artista, che potrà così progettare senza condizionamenti.

Infine, ogni evento espositivo sarà accompagnato dalla pubblicazione di un piccolo volume che, a partire da un saggio, a firma, ad esempio, di sociologi, filosofi, urbanisti, dedicato alla tematica centrale che ha dato vita alla mostra, racconterà il progetto curatoriale, il lavoro dell’artista e il suo percorso nello spazio espositivo, insieme agli obiettivi di Habitat Ottantatré.

DEVENĪRE, mostra personale di Federico Gori

Il primo ciclo di eventi sarà curato da Annalisa Ferraro. Anche in questo caso, infatti, si è cercato un rapporto continuativo, con una professionista che era già entrata a far parte in passato del mondo di Habitat Ottantatré e che oggi ritorna per supportare la costruzione e il consolidamento di questo nuovo format.

Info utili

A cura di Annalisa Ferraro Con la direzione artistica di Zeno Massignan

Habitat Ottantatrè – Casa Contemporanea via Mantovana 83/e 37137 Verona (VR)

Dal 5 ottobre al 9 novembre 2024

Opening 5 ottobre dalle 12.00, per l’intera giornata

Giorni di apertura dal 7 ottobre al 9 novembre 2024 mercoledì, giovedì e venerdì dalle 15.00 alle 18.30 o su prenotazione a info@habitatottanatre.com

Per consultare il progetto di Habitat Ottantatré: https://habitatottantatre.com/
Per informazioni più complete sull’attività dell’artista Federico Gori: https://www.federicogori.org/

H83 di Zeno Massignan
+39 340 054384 zeno.massignan@habitatottantatre.com

via Mantovana 83/E 37137 Verona

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