In occasione del 90° anniversario della fondazione del Comune di Colleferro, sono stati organizzati una serie di eventi per celebrare la propria storia e promuovere la cultura locale.
In rappresentanza del Sindaco metropolitano Roberto Gualtieri, la consigliera Valeria De Filippis, che assieme al Sindaco della città, Pierluigi Sanna, ha omaggiato questo importante evento, al quale hanno partecipato anche la Vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli e il Ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Tra le iniziative più significative, la proiezione del docu-film “Città Novecento”, che racconta la storia della città attraverso immagini di archivio.
“Colleferro è conosciuta come “Capitale Europea dello Spazio”, un riconoscimento ottenuto grazie alla presenza di un importante azienda a livello globale nel settore aerospaziale, l’Avio.
Questo – ha dichiarato la De Filippis – sottolinea il ruolo importante della città come rete per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie spaziali in Europa, per un impegno fondamentale nello sviluppo e la crescita non solo della comunità. Un vincolo nel guardare al futuro con ambizione e determinazione”.
“Le donne e gli uomini che rappresentano l’industria di questa città sono l’esempio perfetto del nostro spirito combattivo”, ha detto il Sindaco Pierluigi Sanna – evidenziando come l’industria abbia giocato un ruolo cruciale nel successo della città. “Siamo una città illuminata dalla storia, ma proiettata verso il futuro”.
Non poteva mancare un accenno agli eventi dolorosi della comunità, ricordando l’esplosione delle calandre della fabbrica e la morte di Willy Monteiro Duarte.
Colleferro (IPA: /kɔllefɛrro/) è un comune italiano di 20 514 abitanti[1] della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio.
Territorio
Guido Piovene:«Colleferro, non proprio in provincia di Frosinone, ma alle sue soglie in provincia di Roma, è sede di una delle massime industrie private dell’Italia del Centro, la Bombrini e Parodi; e spicca perciò sullo sfondo agricolo e pastorale, ed oggi tutt’al più faccendiero, del Lazio. Luogo d’incubazione di antifascismo prima che scoppiasse la guerra, centro di lotta partigiana più tardi, e oggi d’idee politicamente avanzate, Colleferro è una piccola città operaia modernista, folta di antenne radio. Regioni come il Lazio, modernizzandosi, non solamente attenuano le caratteristiche antiche ma concorrono a quelle opposte.»
La città di Colleferro, nel cui territorio scorre il Sacco, si trova nella Valle del Sacco.
Storia
Nella zona sono stati ritrovati reperti risalenti all’età del bronzo e all’età del ferro[4].
Altri reperti dell’alta Valle del Sacco e della catacomba di Sant’Ilario ad bivium, che vanno dal paleolitico fino ad epoche medievali, sono oggi conservate nell’antiquarium comunale.
Età romana
Da Appiano e Plutarco si può apprendere che nell’82 a.C. nell’area di Colleferro si svolse la battaglia decisiva, conclusasi a favore di Silla, della guerra civile romana contro Gaio Mario il Giovane. Al termine dell’assedio Mario si suicidò.
Lo sviluppo di Colleferro ebbe inizio nel 1912, con la conversione dello zuccherificio della Società Valsacco che era stato in disuso da anni, in fabbrica per la produzione di esplosivi[4]. Il primo nucleo di case fu costruito presso la stazione ferroviaria “Segni-Paliano”, poi chiamata stazione di Colleferro-Segni-Paliano in seguito alla nascita del comune di Colleferro.
Lo scoppio del 1938
La città di Colleferro viene segnata dallo scoppio avvenuto la mattina di sabato 29 gennaio 1938 nello stabilimento Bombrini Parodi Delfino, nel quale morirono 60 persone e ne rimasero ferite più di 1 500. La strage si verificò con due esplosioni: la prima alle 7:40, per colpa di un operaio che usò uno scalpello di ferro provocando scintille che fecero subito alzare fiamme giunte a toccare 10 metri, mentre la seconda, più potente, si ebbe alle 8:05.
Il 18 giugno 1939 il principe Umberto di Savoia venne in piazza Italia per consegnare 67 ricompense al valor militare, di cui 60 furono alla memoria dei caduti e 7 ai superstiti che aiutarono gli altri a salvarsi. La notizia di questa esplosione venne riportata anche sul Times.[5]
L’ingegnere Leopoldo Parodi Delfino (già senatore e figlio del fondatore della Banca d’Italia) e il senatore Giovanni Bombrini fondarono la fabbrica di esplosivi Bombrini Parodi Delfino, e, insieme allo stabilimento, venne creato un nuovo nucleo di case, conosciuto come “Villaggio BPD”, nel quale si trasferirono numerosi operai con le loro famiglie, provenienti da diverse regioni d’Italia. Nella località era anche presente anche la “Calce e cementi Segni” (successivamente acquisita dalla Italcementi), che portava e lavorava il materiale estratto dalle cave della vicina città di Segni per produrre cementi per l’edilizia.
Il territorio di Colleferro, prima appartenente ai comuni di Valmontone, di Roma e di Genazzano, continuò la propria espansione urbana per tutti gli anni venti e trenta, fino a divenire comune nel 1935[6]. Successivamente il comune di Colleferro aggiunse al proprio territorio piccole porzioni dei comuni limitrofi di Segni e di Paliano.
Durante la seconda guerra mondiale Colleferro fu ripetutamente bombardata con l’obiettivo di distruggere lo stabilimento di esplosivi. La cittadinanza trovò riparo in una serie di grotte e cunicoli realizzati sotto il “Villaggio BPD” e noti con il nome di “Rifugi“.
Simboli
Lo stemma è stato adottato dal comune di Colleferro nel 1950 a seguito di un concorso pubblico, indetto con delibera n. 129 del 7 maggio 1949, che vide la presentazione di 15 bozzetti. Vinse quello presentato da Guido Bonivento. Tra gli elementi presenti vi sono la vanga che simboleggia l’attività agricola che ha caratterizzato la Valle del Sacco, il sole nascente con dodici raggi, e la bandiera italiana a dimostrazione di come Colleferro, dall’apertura dello Stabilimento BPD, sia stato paese dell’accoglienza, perché nel periodo 1937-1943 erano presenti lavoratori provenienti da 17 regioni e quattro nazioni.[7] Il progetto araldico per la creazione dello stemma comunale si è quindi ispirato:
- alla provenienza originaria di questa popolazione, perciò è stato scelto quel fondale per lo scudo il tricolore nazionale a simboleggiare la realizzata unione in Colleferro di tutti gli italiani;
- alle prevalenti attività industriali e di qui la ruota dentata che racchiude il centro dello scudo e l’incudine in esso riprodotta;
- alle sorgenti attività agricole e perciò il sole che sorge a fecondare, unitamente all’opera dell’uomo (la vanga), i campi;
- con la riproduzione dell’acquedotto romano si è voluto ricordare l’origine prettamente romana di queste terre; e con i colori rosso-nero del fondale si è inteso consacrare i colori municipali;
- il motto latino In labore virtus vuole significare la preminenza assoluta che il lavoro ha avuto nella scelta ed ha nella vita di questo comune.
Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di nero.
Monumenti e luoghi d’interesse
Architetture religiose
- Chiesa di Santa Barbara, la più grande delle chiese di Colleferro, realizzata dall’ingegnere Riccardo Morandi, si trova al centro della città.
- Tempietto di Santa Barbara
- Chiesa di San Benedetto
- Tempietto di Sant’Anna
- Chiesa di San Gioacchino, che si trova a Colleferro Scalo, è la chiesa più antica.
- Chiesa di Maria Santissima Immacolata
- Chiesa di San Bruno, è la chiesa più recente.
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