Città del Vaticano -Al termine dell’Angelus, il Papa Francesco torna a rilanciare l’appello a far tacere le armi, dare “spazio al dialogo” e affrontare le questioni “con diritto e negoziati”. Il Pontefice rivolge un pensiero a Ucraina, Medio Oriente, Myanmar e Sud Sudan, poi esorta a pregare per la popolazione di Valencia
Attinge alla Costituzione italiana, e in particolare all’articolo 11 sul ripudio totale della guerra, Papa Francesco, per lanciare un nuovo, accorato, appello a far cessare ogni conflitto nel mondo, a far tacere le armi, a privilegiare dialogo, diritto e negoziati come strumenti per la soluzione delle controversie. Al termine dell’Angelus di questa prima domenica di novembre, il Pontefice affacciato dalla finestra del Palazzo Apostolico, saluta i vari fedeli riuniti in un’assolata Piazza San Pietro, chiede di continuare a pregare per la popolazione di Valencia messa in ginocchio dalla tempesta Dana e, poi, si rivolge al gruppo di Emergency Roma Sud, impegnato in questi giorni – come già da anni – a “ricordare” l’articolo 11 della Costituzione. Quello che afferma:
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”
PAPA FRANCESCO
ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 3 novembre 2024
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Cari fratelli e sorelle, buona domenica!
Il Vangelo della liturgia di oggi (Mc 12,28-34) ci parla di una delle tante discussioni che Gesù ha avuto al tempio di Gerusalemme. Uno degli scribi si avvicina e lo interroga: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?» (v. 28). Gesù risponde mettendo insieme due parole fondamentali della legge mosaica: «Amerai il Signore tuo Dio» e «amerai il tuo prossimo» (vv. 30-31).
Con la sua domanda, lo scriba cerca “il primo” dei comandamenti, cioè un principio che sta alla base di tutti i comandamenti; gli ebrei avevano tanti precetti e cercavano la base di tutti, uno che fosse il fondamentale; cercavano di mettersi d’accordo su uno fondamentale, e c’erano discussioni tra loro, discussioni buone perché cercavano la verità. E questa domanda è essenziale anche per noi, per la nostra vita e per il cammino della nostra fede. Anche noi, infatti, a volte ci sentiamo dispersi in tante cose e ci chiediamo: ma, alla fine, qual è la cosa più importante di tutte? Dove posso trovare il centro della mia vita, della mia fede? Gesù ci dà la risposta, unendo questi due comandamenti che sono i principali: «Amerai il Signore tuo Dio» e «amerai il tuo prossimo». E questo è un po’ il cuore della nostra fede.
Tutti noi – lo sappiamo –abbiamo bisogno di ritornare al cuore della vita e della fede, perché il cuore è «la fonte e la radice di tutte le altre forze, convinzioni» (Enc. Dilexit nos, 9). E Gesù ci dice che la fonte di tutto è l’amore, che non dobbiamo mai separare Dio dall’uomo. Al discepolo di ogni tempo il Signore dice: nel tuo cammino ciò che conta non sono le pratiche esteriori, come gli olocausti e i sacrifici (v. 33), ma la disposizione del cuore con cui tu ti apri a Dio e ai fratelli nell’amore. Fratelli e sorelle, noi possiamo fare tante cose, infatti, ma farle solo per noi stessi e senza amore, e questo non va; farle con il cuore distratto oppure con il cuore chiuso, e questo non va. Tutte le cose devono essere fatte con l’amore.
Il Signore verrà e ci chiederà anzitutto sull’amore: “Come hai amato?” È importante allora fissare nel cuore il comandamento più importante. Qual è?Ama il Signore tuo Dio e ama il tuo prossimo come te stesso. E tutti i giorni fare il nostro esame di coscienza e chiederci: l’amore per Dio e per il prossimo è il centro della mia vita? La mia preghiera a Dio mi spinge ad andare verso i fratelli e ad amarli con gratuità? Riconosco nel volto degli altri la presenza del Signore?
La Vergine Maria, che portava la legge di Dio impressa nel suo cuore immacolato, ci aiuti ad amare il Signore e i fratelli.
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Dopo l’Angelus
Saluto tutti voi, romani e pellegrini dall’Italia e da altri Paesi!
Saluto le Suore Carmelitane Missionarie dello Spirito Santo, che celebrano i venticinque anni della loro Fraternità secolare; saluto i fedeli di Venezia, Pontassieve, Barberino del Mugello, Empoli e Palermo, e di Santa Maria alle Fornaci in Roma; come pure gli adolescenti di Catanzaro con i loro educatori parrocchiali.
Saluto i donatori di sangue di Coccaglio (Brescia); e il gruppo di Emergency Roma Sud, impegnato a ricordare l’Articolo 11della Costituzione Italiana, che dice: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Ricordare questo articolo! Avanti!
E possa questo principio attuarsi in tutto il mondo: la guerra sia bandita e si affrontino le questioni con il diritto e i negoziati. Tacciano le armi e si dia spazio al dialogo. Preghiamo per la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, Myanmar, Sud Sudan.
E continuiamo a pregare per Valencia, e le altre comunità della Spagna, che soffrono tanto in questi giorni. Cosa faccio io per la gente di Valencia? Prego? Offro qualcosa? Pensate a questa domanda.
E auguro a tutti una buona domenica. E per favore non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci.
Tacciano le armi, spazio al dialogo
“Ricordare questo articolo eh, avanti!”, esorta il Papa, distaccandosi dal testo scritto. “Possa questo principio attuarsi in tutto il mondo”
La guerra sia bandita e si affrontino le questioni con diritto e negoziati. Tacciano le armi, si dia spazio al dialogo
Preghiere per i territori colpiti dai conflitti
Come ogni mercoledì, come ogni domenica, Francesco elenca i territori colpiti dai conflitti. Una lista divenuta ormai una consuetudine, come purtroppo è divenuta una consuetudine la barbarie che si consuma quotidianamente in queste terre, declinata in raid, missili, sparatorie, attentati, bombardamenti su abitazioni e strutture di civili. O anche, come avvenuto a Jabalia, nord di Gaza, in questo fine settimana, secondo le informazioni diffuse dall’Unicef, nell’uccisione di circa cinquanta minori e l’attacco ad un veicolo dell’organismo di operatori impegnati a distribuire vaccini anti polio.
Preghiamo per la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, Myanmar, Sud Sudan
Articolo di Salvatore Cernuzio – Fonte Vatican News
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