Cinquant’anni fa Anima Latina. Quando Lucio Battisti scelse la diversità musicale
C’erano la PFM, il Banco del Mutuo Soccorso, Le Orme e altri gruppi di genere musicali progressive che avevano ottenuto notorietà e successo. I cantautori, da De Gregori a Guccini, da De Andrè a Bennato sfornavano dischi con musica e testi, come si diceva a quei tempi molto “impegnati”. Lucio Battisti è molto popolare ed ha realizzato già grandi album dal punto di vista musicale come “Il mio canto libero” e “Il nostro caro angelo”. La sua diffidenza verso l’ impegno politico è mal vista dall’intellighenzia musicale e ha generato polemiche in campo musicale e culturale. E’ vero che chi canta le canzoni di Lucio Battisti è consapevole che i suoi testi realizzati con Mogol parlano d’amore, sentimenti, cuori afflitti, emozioni…
Canzoni come “Mi ritorni in mente”, “Acqua azzurra acqua chiara”, “I giardini di marzo”, la stessa “Emozioni” sono famosissime. Però scambiare “una motocicletta 10 HP tutta cromata” per un “sì” da una ragazza impegnata sentimentalmente con un altro, era per tanti un messaggio altamente reazionario che offendeva il sesso femminile in cerca di un forte riscatto in quegli anni.
Lucio Battisti nel dicembre del 1974 esce con Anima latina, album che spezza tutta la sua tradizione musicale e cantautorale. Il disco – definito uno dei migliori in ambito del progressive italiano- è diverso rispetto le precedenti produzioni. Alla sua uscita fu accolto un po’ freddamente e le vendite non furono altissime. L’album è stato rivalutato poi nel corso dei decenni e secondo alcuni critici potrebbe figurare al primo posto per qualità musicale tra i dischi di Battisti. Non ci furono singoli di successo tratti dall’album. Le canzoni sono senza ritornello e nessuno dei brani dell’album si è mai impresso nell’immaginario collettivo degli ascoltatori tanto che anche i fan farebbero fatica a ricordare titoli e motivetti delle 11 tracce del disco. I brani più noti sono la title track e Due mondi con la collaborazione di Maria Cubeddu.
Le sonorità dell’album mescolano sonorità “black”, latine, mediterranee, germaniche e anglosassoni. In “Anima Latina” c’è il Brasile dove Battisti e Mogol erano stati in viaggio, c’è la fusion jazz, ma anche ritmi R&B e iberici, ci sono canti e melodie di chiara impronta nostrana, ma anche costruzioni “orchestrali” alla Yes/ELP, sintetizzatori da Kraut-rock e atmosfere alla Pink Floyd/Yes. Insomma niente a che vedere con la tradizione melodica classica italiana e quella precedente dell’artista di Poggio Bustone. I temi dell’album hanno a che fare con l’amore, il sesso, la relazione di coppia con i suoi andirivieni. Nel disco si affaccia come tematica la povertà dell’America Latina, anche se non sembrano emergere proteste e rivendicazioni sociali. Anche qui i testi non si agganciano al messaggio contemporaneo dei colleghi cantautori fatto di politica, utopia, antimilitarismo e responsabilità sociale.
In ogni caso Anima latina ha un posto d’eccellenza nella discografia italiana e più che un’anomalia nella produzione di Battisti, l’album potrebbe essere considerato un anticipo o un punto di partenza per altri lavori importanti che Lucio comporrà in seguito con Pasquale Panella nella parte finale della sua carriera musicale e della sua vita.
Roberto Guidotti
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