L’Aquila 7 gennaio 2025-Iniziamo il nuovo anno solare tornando a parlare di edilizia scolastica. Oggi avremmo potuto esultare, ma pare non sia possibile.
Infatti, nello stesso giorno in cui apprendiamo il ritorno in centro del Liceo Classico Ovidio di Sulmona, che dopo tanti anni torna nella sede storica nel prestigioso edificio in Piazza XX Settembre sotto la protezione della statua di Ovidio simbolo della città, leggiamo anche l’allarme sugli indici di vulnerabilità sugli edifici scolastici situati nel comune dell’Aquila.
E di nuovo rileviamo che sull’edilizia scolastica nella nostra provincia non si può mai stare tranquilli, né godere di un solo giorno di serenità.
Ci soddisfa e molto, infatti il ritorno in centro del Liceo Classico Ovidio, ma non possiamo rilassarci perché la situazione generale dell’edilizia scolastica del capoluogo peligno è disastrosa, come abbiamo più volte denunciato. Negli anni abbiamo assistito a trasferimenti di scolaresche di scuola primaria da appartamenti Ater a ex “confettifici”; a scolaresche dell’IIS Fermi che occupano spazi in condivisione con il CIM. Da anni entrando all’IC Radice Ovidio venivano accolti dalle transenne. Da anni raccogliamo l’appello del CPIA della provincia dell’Aquila che non trova una sede per il CTP di Sulmona, ospitato a turno da questa o quella scuola. Da anni vediamo chiuso e decadere ulteriormente l’intero edificio dell’IIS Di Nino.
E, venendo al capoluogo di provincia, l’allarme sugli indici di vulnerabilità del professor Salvatore, docente di UNIVAQ, che ha presentato i dati durante una conferenza stampa al senato convocata dal senatore Fina, ci ricorda che le scuole di una città terremotata non sono sicure. Del resto i comitati da anni denunciano, inascoltati, la mancata sicurezza degli edifici scolastici. Ricordiamo che gli indici di vulnerabilità di tutti gli edifici che occupano gli istituti superiori nel comune dell’Aquila, di competenza della Provincia, non sono mai stati rassicuranti. Forse serve ricordare che fu proprio una rilevazione di tali indici a comportare la chiusura e la relativa diaspora dell’edificio dei licei del Convitto Nazionale Cotugno, nel 2017. Convitto Nazionale già segnato dal ricordo di numerosi convittori che trovarono la morte in un edificio non sicuro la notte del 6 aprile 2009.
Restando nel Comune dell’Aquila, oggi apprendiamo anche che sono a rischio di crollo due edifici che ospitano altrettante scuole dell’Infanzia, di competenza del Comune. Inoltre, ci tocca ancora una volta ricordare che ci sono intere generazioni di alunni ed alunne aquilane che non hanno mai studiato in un vero edificio scolastico poiché, se un ciclo intero di istruzione obbligatoria dura 10 anni, gli alunni e le alunne dell’Aquila quei 10 anni li hanno trascorsi nei MUSP che rallegrano il panorama post sismico ormai da quasi sedici anni.
C’è un piano di ricostruzione e ci sono risorse, rassicurano. Ma forse la ricostruzione dell’edilizia scolastica non è prioritaria se al momento sono stati ricostruiti solo 3 edifici; mentre in 9 sono in corso i lavori o sono stati appaltati (che non è la stessa cosa) e per altri 6 siamo ancora in fase di progettazione. Dopo 16 anni. C’è un ritardo ingiustificabile e rileviamo, ancora una volta, la scelta non condivisibile di non ricostruire alcun edificio scolastico nel centro storico di una città avviata alla gentrificazione.
Per fortuna non c’è solo il Comune dell’Aquila, in questa provincia. Ad Avezzano, per esempio, c’è un’attenzione all’edilizia scolastica che sta restituendo alla cittadinanza edifici innovativi per la didattica, sicuri e belli da vedere, che non è un elemento frivolo, se si parla di scuola e di benessere delle giovani generazioni. E insieme ad Avezzano, solo per citarne alcuni, possiamo parlare del Comune di Celano o di quello di Pratola Peligna. Di quello di Castel di Sangro o di quello di Raiano.
Quindi, oggi festeggiamo il rientro in centro del Liceo Classico Ovidio e plaudiamo a quello che questo potrà significare per la vitalità della città di Sulmona che vive, come tutta la Valle Peligna, una fase di declino industriale, economico e sociale.
Non possiamo però non ricordare che un Paese, in tutte le sue derivazioni locali, che siano le Province o che siano i Comuni, che non investe in sicurezza e in istruzione è un Paese che sceglie di non progredire e di non puntare sul suo stesso futuro.
Miriam Anna Del Biondo
Segretaria generale FLC CGIL AQ
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