Francesco SCARABICCHI (Ancona, 10 febbraio 1951 – Ancona, 22 aprile 2021), Francesco Scarabicchi ha pubblicato, in versi: La porta murata (Residenza, 1982), Il viale d’inverno (L’obliquo, 1989), Il prato bianco (L’obliquo, 1997), l’auto-antologia Il cancello (Pequod, 2001), con una nota di Pier Vincenzo Mengaldo, che raccoglie una scelta dai tre libri precedenti e copre un arco di tempo dal 1980 al 1999. In collaborazione con il pittore bresciano Giorgio Bertelli ha realizzato, fra l’altro, Via Crucis (Sestante, 1994) e Diario di Càlena (Stamperia dell’Arancio, 1995). Ha tradotto da Machado e da Lorca raccogliendo una selezione di brani in Taccuino spagnolo (L’obliquo, 2000). Si occupava di arti figurative. Alcune delle sue cronache d’arte (1974-2006) sono state edite in L’attimo terrestre (Affinità elettive, 2006). Ha ideato e coordinato la rivista semestrale di scritture, immagini e voci «nostro lunedì». Per i tipi della Donzelli ha pubblicato nel 2003 L’esperienza della neve, con cui ha vinto il Premio Crati e il Premio Metauro nel 2004.

L’introspezione poetica di Francesco Scarabicchi | L’Altrove – Appunti di poesia il 10/02/2025 Francesco Scarabicchi è stato un poeta la cui opera merita sicuramente un’analisi. La sua poesia si distingue per una profonda introspezione e una raffinata ricerca stilistica, elementi che riflettono una sensibilità unica nel panorama della letteratura italiana contemporanea. Nato nel 1951 ad Ancona, Scarabicchi ha iniziato la sua carriera letteraria in un contesto culturale ricco e complesso, che ha influenzato notevolmente il suo sviluppo artistico. La sua produzione poetica si caratterizza per l’uso di un linguaggio preciso e evocativo, in grado di trasmettere emozioni e riflessioni profonde. Le sue opere esplorano temi universali come l’identità, la memoria e il rapporto tra l’individuo e il mondo circostante. Un aspetto distintivo della poesia di Scarabicchi è la sua capacità di fondere elementi autobiografici con riferimenti culturali e storici. Questa fusione conferisce alle sue poesie una dimensione di universalità, permettendo al lettore di identificarsi con le esperienze e le emozioni espresse. La sua scrittura, pur mantenendo una forte personalità, si apre a una pluralità di significati, invitando a una lettura critica e riflessiva. Scarabicchi ha pubblicato numerose raccolte di poesia, ognuna delle quali contribuisce a delineare il suo percorso artistico. Tra le opere più significative si possono citare Il prato bianco (Einaudi), L’esperienza della neve (Donzelli) e La figlia che non piange (Einaudi), le quali esplorano temi di memoria, perdita e identità. Nella sua opera, La figlia che non piange, la poesia di Francesco Scarabicchi riflette sulla fugacità del tempo e sull’esperienza umana, utilizzando immagini evocative di luoghi e momenti significativi. Attraverso dediche e riferimenti a figure letterarie, Scarabicchi esprime una sensibilità profonda verso il passato e l’assenza, evidenziando la fragilità della vita e l’importanza delle parole come unico legame con ciò che è stato. La sua scrittura, caratterizzata da una sobrietà lirica, si confronta con la fine della vita, offrendo uno sguardo contemplativo e malinconico sul mondo e sulle generazioni future. La raccolta, pubblicata postuma, rappresenta un testamento poetico che invita alla riflessione sulla condizione umana e sulla ricerca di significato in un’esistenza transitoria. Le poesie si caratterizzano per un lirismo essenziale e sobrio, riflettendo una profonda introspezione e una meditazione sulla condizione umana, il tempo e la memoria con una sensibilità acuta, evidenziando come il passato influisca sull’identità presente. La casa Chissà chi era quella luce bassa che illuminava appena il tavolino, bagliore calmo tra la sponda e il libro, chissà se si chiamava come allora o dalle vele degli anni trasformava la voce in lume dell’inverno bianco? La figura della “figlia che non piange”, (ripresa da un verso di Vittorio Sereni) simboleggia una perdita silenziosa, un’assenza che pesa sull’anima e sulla scrittura. La memoria diventa un luogo di rifugio, ma anche di dolore, poiché porta con sé il peso di ciò che è andato perduto. Versi come “Si decida il contabile del tempo a restituirci gli anni non vissuti” mettono in evidenza il desiderio di recuperare il passato, un’aspirazione che si scontra con la realtà dell’esistenza. L’epilogo e le dediche rappresentano una sorta di chiusura, ma anche un’apertura verso il dialogo con altre voci poetiche e letterarie, sottolineando l’importanza della comunità e dell’amicizia nella vita dell’autore. Nel civile umanesimo in memoria di Paolo Volponi Cos’è l’Italia di questi anni e adesso, nell’ardere colpevole del niente? Un sogno infranto, un’utopia perduta e sempre la tua voce che pronuncia, nel civile umanesimo, la vita, i fiori sulla strada a illuminare. «Porca – vociferando – porca» recita il Saba di Sereni e ancora è contro la Nazione il grido; il male non è in lei, ma in noi, nel disumano conquistarci la quotidiana miseria del dolore. Il volume Il prato bianco, si caratterizza per un’atmosfera invernale e malinconica, in cui la natura e i suoi elementi diventano metafore di cura e accudimento. Le immagini di prati, serre e fiori riflettono una realtà coltivata, simbolo di un’umanità che si prende cura di ciò che è destinato a svanire. La scrittura di Scarabicchi è segnata da una malinconia composta, che affronta con intensità il tema della morte, rendendo le sue poesie tra le più toccanti del libro. Il prato bianco rappresenta una riflessione profonda sul tempo, la memoria e la solitudine, con un linguaggio che invita alla contemplazione e alla serenità, anche di fronte alla perdita. La poesia che dà il titolo alla raccolta è dedicata a Franco Scataglini ed evoca un senso di protezione e cura nei confronti delle parole e dei ricordi. L’immagine del “prato bianco” diventa simbolo di un luogo di rifugio, dove il poeta conserva il nome di una persona amata, come un lume per affrontare l’inverno della vita. La luce notturna e l’ombra dell’erba suggeriscono un contrasto tra vita e morte, presenza e assenza. La cura per la natura e i ricordi si intrecciano, creando un’atmosfera di malinconia e speranza. La poesia trasmette una sensazione di attesa, suggerendo che, anche nei momenti più bui, ci sia sempre un barlume di luce che può guidarci. In Primo preludio l’autore esplora il tema della solitudine e dell’assenza. L’assenza di musica e la descrizione di un’inferno che non brucia evocano un senso di vuoto e di silenzio. La neve che copre la collina rappresenta un paesaggio inerte, ma al tempo stesso, la luce e il sguardo del poeta cercano di risvegliare una realtà che sembra distante. La riflessione sul tempo, sul sogno e sulla vita dei vivi si combina con immagini di un mondo che sembra trasparente e lontano. La poesia si chiude su un sentimento di eternità e di desolazione, dove il “nulla muto” diventa una presenza opprimente, ma anche una condizione inevitabile della vita. Primo preludio a Massimo Recalcati Non la musica, non la sua rovina, ma un’assenza di niente che declina come di neve bianca una collina senza il gelo del mese, senza inverno; cosí è stato l’inferno che non brucia di anni votati al vetro che traspare tutto il mondo di là che, in lontananza, è dato di vedere e non toccare, vuoto di voce voce di sembianza persa nell’aria che non sa tornare. Anni di fiume fermo, acqua nel sonno della pena che tace e che si insinua dove il sogno finisce e in lui cammina la luce dello sguardo, il suo ritardo sulla vita dei vivi che continua dominata dai passi del riguardo. Seduto a lume spento, ho visitato il mondo senza me, quel nulla intero nel mistero del nome che si stanca fino alla fine che non ha sentiero. Il tempo chiede il tempo che gli manca nel perdono dei giorni, la distanza che separa il dolore e lo cancella come gesso sul nero di lavagna. Ecco cos’è, ogni volta, la vacanza nel lontano da sé, la strada bianca su cui l’ombra di un’ombra un’ombra affianca al nulla muto che non ha speranza, quel povero deserto d’ore insonni in cui tutto, per sempre, è eterno e niente. Francesco Scarabicchi ha rappresentato un’importante voce nel panorama della letteratura italiana contemporanea. La sua opera, caratterizzata da una profonda introspezione e da un linguaggio ricercato, offre un contributo significativo alla comprensione delle complessità dell’esperienza umana. Una sua analisi non solo arricchisce il dibattito letterario, ma invita anche a una riflessione più ampia sulle questioni che ci riguardano come individui e come società. |

Francesco Scarabicchi (Ancona, 10 febbraio 1951 – Ancona, 22 aprile 2021) è stato un poeta e traduttore italiano, che si occupò anche di letteratura e arti visive[1][2]. Collaborò con Fabio Pusterla[3] e con Franco Scataglini[4].
Biografia
Nativo di Ancona, trascorse l’infanzia fra Grottammare e Ortona; restò orfano del padre a soli 10 anni. Dopo il diploma magistrale, si iscrisse all’Università di Urbino, ma ben presto lasciò gli studi per un impiego in banca, che restò il suo lavoro per trent’anni. Determinante per la sua formazione fu l’incontro e la collaborazione con il poeta Franco Scataglini: con lui e con Gianni D’Elia e Massimo Raffaeli lavorò a una trasmissione radiofonica trasmessa dalla RAI delle Marche.[5]. Di carattere schivo e riservato, coltivò tuttavia amicizie con intellettuali e scrittori quali Giorgio Bertelli, Fabio Pusterla, Claudio Piersanti, Stefano Simoncelli, Ferruccio Benzoni, Paolo Lanaro.[6]
La sua era definita una poesia realistica[7][8] e le sue tematiche furono concentrate sui temi del ricordo, del tempo e della morte[9]. Si occupò sempre di arti figurative. Una scelta delle sue Cronache d’arte 1974-2006 è in L’attimo terrestre (Affinità elettive, Ancona 2006). Per Donzelli, nella collezione di poesia, pubblicò L’esperienza della neve (2003) e L’ora felice (2010). Per Liberilibri nel 2010 curò lo scritto del libro di Fabian Negrin La via dell’acqua.
Ideò, diresse e coordinò con Francesca Di Giorgio, dal febbraio del 2002, la rivista periodica di scritture, immagini e voci “nostro lunedì“[10], dopo altre esperienze[11].
Tradusse da Federico García Lorca e da Antonio Machado[12].
Nel 2013 pubblicò Con ogni mio saper e diligentia. Stanze per Lorenzo Lotto (Liberilibri, Macerata 2013). Scrive Massimo Raffaeli nella nota introduttiva dell’opera: «Questi non sono versi di illustrazione a Lorenzo Lotto, un pittore a lungo vulnerato da incomprensione e oblìo, ma piuttosto sono i versi, legati in stanze e alla maniera di un poemetto, in cui Francesco Scarabicchi assume su di sé il destino di un artista “solitario e febbrile”, come lo definì una volta. Dunque non è tanto la voce del Lotto a parlare nei versi quanto, viceversa, è la parola della integrità esistenziale e della compiutezza artistica a manifestarsi per tramite loro»[13]. L’amore di Scarabicchi per Lorenzo Lotto parte da lontano, dall’adolescenza, e da almeno trent’anni si insinua nella sua scrittura. Ma l’esigenza di dare voce, attraverso la poesia, a quell’esistenza alquanto misteriosa (tranne quanto si legge nel Libro di spese diverse e in alcune lettere) nasce tra il 2008 e il 2011.

Morì ad Ancona, dove era ricoverato, il 22 aprile 2021.[14][15]
Opere
- La porta murata, Introduzione di Franco Scataglini, Ancona, Residenza, 1982.
- Il viale d’inverno, postfazione di Massimo Raffaeli, Brescia, L’Obliquo, 1989.
- Il prato bianco, Collezione di poesia, Torino, Einaudi, 2017 [L’Obliquo, Brescia, 1987], ISBN 978-88-06-22275-8.
- Il cancello 1980-1999, con una bandella di Pier Vincenzo Mengaldo, Ancona, Pequod, 2001.
- L’esperienza della neve, Roma, Donzelli, 2003.
- L’attimo terrestre. Cronache d’arte 1974-2006, Affinità elettive, 2006.
- La ferita della luce, Milano, Quaderni di Orfeo, 2007.
- Frammenti dei dodici mesi, con quattordici fotografie di Giorgio Cutini, con uno scritto di Goffredo Fofi, Brescia, L’Obliquo, 2010.
- L’ora felice, Roma, Donzelli, 2010.
- Nevicata, con incisioni di Nicola Montanari, Macerata, Liberilibri, 2013.
- Con ogni mio saper e diligentia. Stanze per Lorenzo Lotto, con una nota di Massimo Raffaelie postfazione di Michele Polverari, Macerata, Liberilibri, 2013.
- La figlia che non piange, Einaudi, Torino, Collezione di poesia, 2021, ISBN 978-88-06247997.
Traduzioni
- Federico García Lorca, Gli istanti feriti, Ancona, Università degli Studi, 2000.
- Francesco Scarabicchi, Taccuino spagnolo, Brescia, L’Obliquo, 2000.[16].
Pubblicazioni
- nostro lunedì, periodico di scritture, immagini e voci, ideato, diretto e coordinato con Francesca Di Giorgio.
Riconoscimenti
- 2017: Premio Nazionale Letterario Pisa, sezione Poesia.[17]
Note
- ^ Strumenti critici, Volume 20,Edizioni 107-109
- ^ Patrizia Caporossi 2009
- ^ Une voix pour le noir: poésies 1985-1999
- ^ vialetrastevere.org. URL consultato l’11 novembre 2010 (archiviato dall’url originale il 15 ottobre 2010).
- ^ Mariano Guzzini, Residenza. Settimanale radiofonico di riflessioni marchigiane sulla cultura. Rai Marche 1980-1981, Ancona, il lavoro editoriale, 2000.
- ^ Note biografiche tratte da Francesco Scarabicchi, La figlia che non piange, Torino, Einaudi, 2021., p. 142
- ^ Daniele Maria Pegorari, Critico e testimone: storia militante della poesia italiana, 1948-2008, 2009, p. 41
- ^ Le Nouveau recueil: revue trimestrielle de littérature et de critique, Edizioni 78-81
- ^ cultura.marche.it
- ^ mediateca.marche.it Archiviato il 27 giugno 2010 in Internet Archive.
- ^ Italian poetry since 1956, Edizione 15
- ^ Antonio Prete 1996
- ^ Francesco Scarabicchi, Con ogni mio saper e diligentia. Stanze per Lorenzo Lotto, Macerata, Liberilibri, 2013.
- ^ E’ morto il poeta Francesco Scarabicchi – Libri, su Agenzia ANSA, 22 aprile 2021. URL consultato il 23 aprile 2021.
- ^ Addio al poeta Francesco Scarabicchi. Così si raccontava: «Se n’è andato dove niente, a nessuno, è necessario», su corriereadriatico.it, 22 aprile 2021. URL consultato il 23 aprile 2021.
- ^ pequodedizioni.it Archiviato il 20 ottobre 2007 in Internet Archive.
- ^ Albo d’oro, su premionazionaleletterariopisa.onweb.it. URL consultato il 7 novembre 2019.
Bibliografia
- Carlo Franza,Francesco Scarabicchi e la raccolta di poesie “Il Cancello”, in Il Giornale.it, Milano, 3 giugno 2019
- F.Pusterla, Il difficile realismo di Francesco Scarabicchi, Idra 2, 1993
La Notizia.net è un quotidiano di informazione libera, imparziale ed indipendente che la nostra Redazione realizza senza condizionamenti di alcun tipo perché editore della testata è l’Associazione culturale “La Nuova Italia”, che opera senza fini di lucro con l’unico obiettivo della promozione della nostra Nazione, sostenuta dall’attenzione con cui ci seguono i nostri affezionati lettori, che ringraziamo di cuore per la loro vicinanza. La Notizia.net è il giornale online con notizie di attualità, cronaca, politica, bellezza, salute, cultura e sport. Il direttore responsabile della testata giornalistica è Lucia Mosca, con direttore editoriale Franco Leggeri.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright La-Notizia.net