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Anticipazioni per il Grande Teatro in TV di Ibsen del 17 febbraio alle 15.40 su Rai 5: “John Gabriel Borkman”

john gabriel borkman

Anticipazioni per il Grande Teatro in TV di Ibsen del 17 febbraio alle 15.40 su Rai 5: “John Gabriel Borkman” – Per il Grande Teatro di Henrik Ibsen in TV andrà in onda oggi lunerdì 17 febbraio alle 15.40 su Rai 5 il dramma John Gabriel Borkman”  diretto da  Luca Ronconi, con Omero Antonutti che interpreta il ruolo del protagonista, nella versione andata in onda nel gennaio 1982 sulla Rai.

Interpretazione anche di Franca Nuti, Marisa Fabbri, Claudia Giannotti, Stefano Madia, Gabriella Zamparini, Gianni Bonagura e Susanna Maronetto.

Le fortune della famiglia Borkman sono improvvisamente mancate per l’arresto di John Gabriel, il quale ha usato la sua posizione di direttore di banca per speculare illegalmente con i soldi dei suoi investitori. – regia di Luca Ronconi. Scritto dai Henrik Ibsen traduzione e regia Luca Ronconi scene Eugenio Guglielminetti costumi Vera Marzot con Franca Nuti, Marisa Fabbri, Claudia Giannotti, Stefano Madia, Omero Antonutti, Gabriella Zamparini, Gianni Bonagura, Susanna Maronetto.

John Gabriel Borkman è un dramma in quattro atti scritto nel 1896 dal drammaturgo norvegese Henrik Ibsen. Si tratta del suo penultimo lavoro teatrale.

Trama

Le fortune della famiglia Borkman sono improvvisamente mancate per l’arresto di John Gabriel, il quale ha usato la sua posizione di direttore di banca per speculare illegalmente con i soldi dei suoi investitori. L’azione dell’opera si svolge otto anni dopo il rilascio di John, quando lui stesso, sua moglie e la sorella gemella di lei, Ella Rentheim, si contendono il futuro del giovane Erhart Borkman.

Nonostante John Gabriel Borkman continui la linea del naturalismo e di critica sociale che segna in maniera dominante il periodo centrale di Ibsen, l’atto finale qui suggerisce una nuova fase del drammaturgo, una fase portata a compimento nelle sue ultime opere più simboliche.

Rappresentazioni italiane

Henrik Johan Ibsen (IPA: [ˈhɛ̀nrɪk ˈɪ̀psn̩]Skien20 marzo 1828 – Oslo23 maggio 1906) è stato un drammaturgopoeta e regista teatrale norvegese. È considerato il padre della drammaturgia moderna, per aver portato nel teatro la dimensione più intima della borghesia ottocentesca, mettendone a nudo le contraddizioni.

Henrik Johan Ibsen nacque a Skien, cittadina della Norvegia sudorientale, nel 1828, da una famiglia di discendenza danese e tedesca. Il padre, Knud Plesner Ibsen, era un ricco armatore, e la madre, Marichen Cornelia Martine Altenburg, era figlia di uno degli uomini più facoltosi di Skien, proprietario, tra le altre cose, di una grande casa in città, di una distilleria a Lundetangen e di una fattoria in campagna. Le sue due navi erano impegnate nel commercio di legname.[1] I suoi beni passarono alla vedova e quindi a Marichen, quando quest’ultima sposò Knud, il 1º dicembre 1825. Con il matrimonio, come volevano le leggi vigenti, tutto divenne proprietà del marito.[2]

Henrik era il figlio cadetto, anche se il primogenito Johan, di due anni più grande, morì il 14 aprile 1828. Gli Ibsen ebbero altri quattro figli: nel 1830 nacque Johan Andreas, nel 1832 l’unica femmina Hedvig Kathrine, nel 1834 Nicolai Alexander e nel 1835 Ole Paus. Nonostante il padre avesse rapidamente fatto fortuna con il suo multiforme commercio, tanto da figurare, nel 1833, come sedicesimo contribuente di Skien, subì un rovescio finanziario ancor più repentino. Ridotto in povertà, attorno al giugno 1835 si trasferì con la famiglia a Venstøp, piccolo villaggio a quattro chilometri di distanza, in una fattoria che aveva acquistato due anni prima. Knud, dopo il trasferimento, provò a salvare la disastrosa situazione finanziaria con modesti commerci, destinati, negli anni successivi, a fallire anch’essi.[3]

Henrik era un bambino solitario e molto introverso, che rifuggiva la compagnia dei coetanei. Era solito rinchiudersi in una stanza della fattoria per leggere, improvvisare spettacoli con il suo teatro giocattolo, disegnare e dipingere (la pittura fu sin dalla tenera età l’altra grande passione di Ibsen). Con il suo atteggiamento, si esponeva alle prese in giro degli altri bambini, che lanciavano palle di neve e pietre contro la sua stanza, finché Ibsen usciva a cacciarli in malo modo.[4] Molti anni più tardi Thalie Kathrine Ording, coetanea del drammaturgo e sua vicina di casa a Venstøp, ritrasse il ragazzino Henrik come «sgradevole» e «veramente odioso. Malevolo e crudele. Era anche solito picchiarci. Quando crebbe divenne di aspetto molto gradevole, ma non piaceva a nessuno per la sua cattiveria. Nessuno voleva stare con lui, che se ne stava sempre per conto proprio».[5]

Foto interna ed esterna: https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2020/11/A-teatro-con-Rai5-canale-23-c7ac591e-8640-4546-8676-7c6d58dd4476-ssi.html