Zona Bianca, Stalin e i Testimoni di Geova
Dopo i nostri articoli Odio vero i Testimoni di Geova. Il ruolo negativo dei media nella denuncia di Lirec e Se Nietzsche e i Grateful Dead smentiscono Zona bianca abbiamo ricevuto diverse mail da parte dei nostri lettori. Alcuni delusi e arrabbiati per il trattamento riservato ai Testimoni di Geova nella serie di trasmissioni di Zona Bianca, che hanno definito falso e distorto; alcuni (pochissimi) chiedendo di raccontare la loro esperienza di ex appartenenti alla confessione, a loro dire, negativa.
Chiaramente non pubblicheremo le impressioni, pareri ed esperienze in nessuno dei due casi. Questo perché attenendoci alla deontologia professionale del giornalismo non avremmo, specialmente nel secondo caso, la possibilità di verifica delle informazioni che si è notato, contengono spesso accuse molto pesanti nei confronti di altre persone ma senza il suffragio di prove vere e proprie.
Il giornale la-notizia.net come tutti possono constatare offre la possibilità di informare il pubblico a 360 gradi anche dal punto di vista religioso. Sul giornale appaiono in maniera fissa, per esempio, gli appuntamenti in Tv delle funzioni cattoliche come il Rosario da Lourdes o le Messe domenicali, come le notizie di eventi delle Chiese evangeliche, dei Buddisti, dei Testimoni di Geova e altri ancora. E naturalmente compaiono alcuni editoriali di nostri collaboratori su temi di stringente attualità.
Quello dei Testimoni di Geova, o per meglio dire ciò che è stato detto su di loro nella trasmissione sopracitata ha incuriosito molti e scatenato polemiche sui social e sulla Rete in generale.
Per la verità uno degli spunti per un nostro articolo ci era stato dato dal giornale L’opinione delle Libertà dove il giornalista e scrittore Giancarlo Lehner ex parlamentare della colazione di centrodestra nel 2008, si diceva “inorridito dal programma di Giuseppe Brindisi sui testimoni di Geova, trattati, senza possibilità di una sola voce a favore, come mostri indegni di stare al mondo. Insomma, Giuseppe Brindisi è riuscito a demonizzare circa 250mila italiani, che non mi risulta creino problemi all’ordine pubblico e alle istituzioni. Non ricordo di testimoni di Geova che, istigati dal loro credo, abbiano occupato abusivamente abitazioni altrui, che siano adusi allo scippo, alla rapina, alle truffe, all’omicidio, alla pedofilia, allo sfruttamento della prostituzione, allo spaccio di droghe, agli atti vandalici”.
Di fatto nelle trasmissioni di Zona Bianca è stato detto di tutto e di più nei confronti di una minoranza cristiana riconosciuta giuridicamente dallo Stato Italiano da quasi 40 anni, presente da oltre 120 in Italia e diffusa in ogni strato e tessuto sociale del Paese. Su di loro non ci sono stati mai rilievi negativi di ogni sorta da parte dello Stato e non si sono resi responsabile di nessun turbamento dell’ordine pubblico come osservato da Lehner; anzi a a quanto riferito dalla stampa negli ultimi anni i Testimoni di Geova hanno silenziosamente aiutato migliaia di connazionali o di stranieri residenti in Italia a un recupero sociale da droga, alcol, violenza domestica, problemi con la giustizia, ludopatia e altro ancora.
Non sta a noi difendere i testimoni di Geova che hanno inviato lettere di rettifica alla trasmissione e che eventualmente continueranno a chiedere correzioni per quello che è stato trasmesso.
Non faremo nemmeno un riassunto delle varie puntate che seguono un unico stucchevole canovaccio, ma ci sembra opportuno stigmatizzare snodi singolari della trasmissione che come sottolineato dagli esperti (quelli veri) di scienze religiose contribuiscono all’odio verso una minoranza con conseguenze anche nefaste possibilissime nei nostri tempi, dove dall’odio proclamato si passa molto facilmente alla violenza vera e propria. I succitati studiosi hanno declinato l’invito in studio, non perché non avessero argomentazioni solide da contrapporre (rintracciabili facilmente in tanti documenti) ma perché consapevoli delle sproporzioni delle forze in campo e dello scopo chiaro su dove la trasmissione volesse andare a parare.
Innanzi tutto che si chiedesse a un teologo e sacerdote cattolico definizioni o sentenze sui Testimoni di Geova è assolutamente grottesco quanto recarsi alla kermesse di Atreju e chiedere se Fidel Castro è una brava persona o se è il caso di tatuarsi il Che sul braccio. O viceversa recarsi tra i delegati del PD e chiedere se pensano che Giorgia Meloni sia brava a governare.
Tra l’altro gli strafalcioni clamorosi del sacerdote sul nome Geova e su ciò che credono i Testimoni di Geova relativamente la divinità di Gesù e la sua resurrezione gettano un’ombra sinistra sul grado di preparazione dei teologi cattolici in materia biblica e pure sull’onestà intellettuale delle persone presenti in studio.
Nel corso di una delle trasmissioni si è sentita la testimonianza della giornalista Sabrina Scampini che affermava di aver frequentato alcune riunioni dei Testimoni di Geova e quindi poter emettere un giudizio su di loro che era, come nelle premesse, chiaramente tranchant. Curioso che le adunanze dei testimoni siano aperte al pubblico da sempre e milioni di persone in tutto il mondo le frequentino, chi per poco e chi regolarmente. Non ci è chiaro perché la giornalista fosse in grado di esprimere un giudizio di valore superiore agli altri come se andare al cinema per quattro, cinque volte trasformasse lo spettatore in un critico cinematografico o in un regista o se assistere alcune volte ad alcuni interventi in sala operatoria consentisse poi di usare il bisturi su qualcuno il giorno dopo.
Non solo questo, ma la Scarpini affermava che “ai bambini dei Testimoni di Geova fanno credere che risorgeranno nei cieli volando sui draghi”. Non si è capito di cosa stesse parlando. Una metafora? In questo caso incomprensibile. Forse un linguaggio fantasioso per fare colpo sui telespettatori? In ogni caso una frase senza senso, gettata lì forse per dire qualcosa di diverso rispetto agli altri ospiti in studio. In effetti non è nemmeno facile distinguersi quando il pensiero è unilaterale e sette, otto persone compatte vanno tutte nella stessa direzione… Se si pensa che i Testimoni di Geova insegnano a differenza di altre famiglie, forse compresa la sua, che Babbo Natale non esiste, si può veramente capire quanto di fazioso e malevolo ci fosse in un’asserzione del genere. La stessa Scampini ammetteva, relativamente ai rapporti sessuali prematrimoniali, “che anche la Chiesa cattolica li proibisce. Ma se poi si ignora il divieto da noi non succede niente” a differenza dei testimoni di Geova dove la pratica evidentemente non è tollerata a livello spirituale. Attenersi al Vangelo insomma è proprio obsoleto e troppo restrittivo delle libertà per la giornalista. Siamo di fronte alla classica doppia morale, il dire ma non fare, il trionfo dell’ipocrisia, ammesso spigliatamente, che continua a far allontanare tanti dalla religione. Speriamo che lei o altri cattolici ignorino da adesso in poi la storia della beatificazione e santificazione di Maria Goretti, che secondo le cronache ecclesiastiche, preferì la preservazione della castità alla vita stessa.
Sono seguite altre testimonianze compresa la presenza in una Sala del Regno di alcuni inviati con telecamera nascosta che di per sé non ha mostrato nessun lato particolarmente negativo sui testimoni di Geova. Onestamente non abbiamo capito perché gli inviati filmassero di nascosto datosi che come già mostrato le adunanze sono pubbliche con ingresso libero e chiunque può seguire lo svolgimento delle stesse.
Ci sono state interviste ai fuoriusciti ed ex livorosi verso i loro ex compagni, orami un classico di questo tipo di programmi. Tra gli altri, una donna in studio ha raccontato di essere stata picchiata in maniera pesante dai genitori Testimoni di Geova per qualche marachella combinata o perché reticente a seguire i precetti insegnati in famiglia. Se ciò fosse avvenuto – e sarebbe sicuramente censurabile – si tratta comunque di uno di quei milioni di casi di metodi poco ortodossi riscontrabili nei genitori di una volta, avvezzi usare le maniere forti con i figli, come facevano peraltro anche le maestre a scuola. Racconti che esistono da sempre, un dejà vu anche abbastanza inflazionato. Niente di nuovo sotto il sole: solo che stavolta bisognava specificare la religione di appartenenza dei genitori!
Altro caso bizzarro, è stato quello di un uomo che ha raccontato di essere stato manipolato dai testimoni di Geova per ben 40 anni, gettando una luce sinistra sulla sua capacità di giudizio di quel tempo e perché no anche attuale, visto la difficoltà di capire così tardi la sua situazione ambientale. In seguito la stessa persona chiedeva scusa e perdono per quello che aveva fatto. Anche qui non si è capito quali fossero le sue colpe. Vista la sua nebulosa ammissione, c’è veramente da augurarsi che non ci sia stato veramente nulla di grave nei confronti di terzi. A questo punto la cosa migliore sarebbe autodenunciarsi, anche per coerenza visto le lezioni di moralità che i presenti dispensavano a destra e sinistra.
Ma il paradosso di una delle trasmissioni si è raggiunto quando una signora testimone di Geova in collegamento, pur non possedendo grandi capacità dialettiche, con semplicità e spontaneità negava che vi fossero “camere di tortura nelle Sale del Regno” come affermato da qualcuno (Sich!) in studio. La signora raccontava di stanze dove una mamma si apparta per allattare il suo bambino in compagnia di altre madri con bambini piccoli. La stessa signora mostrava dei dépliant e tessere di associazioni ludiche alla quale apparteneva e frequentava in compagnia di altre signore della sua età nel tempo libero. Sarebbe bastato solo questo per far cadere il castello di accuse messe in piedi nello studio che riportavano di privazioni, coercizioni, condizionamenti, controlli ossessivi e regole su quello che era concesso ai fedeli di fare o no. Il conduttore a quel punto non avendo solide obiezioni da porre alla signora e nemmeno argomenti per confutarla, si rivolgeva a uno degli “esperti” in studio e chiedeva: “Ma se la signora avesse chiesto a un anziano avrebbe avuto il permesso?” La persona interpellata, che non è un testimone, rispondeva con un semplice ma serafico “No” e non aggiungeva altro. Prove? Nessuna. Testimonianze? Nemmeno. Per Brindisi, che voleva quella risposta, la conversazione finiva lì. Esempio perfetto su come non si deve fare il giornalismo televisivo.
Nella prima trasmissione si è ribadita l’importanza di denunciare tutto ciò che avviene all’interno della “setta”. Al di là dell’errore grave nella definizione, per quali reati di fatto non è stato detto. Forse una vecchia reminiscenza a inquisire i diversi e a richiedere l’intervento del “braccio secolare dello Stato” per schiacciare “gli eretici” o chi non la pensa come la maggioranza religiosa?
Si è parlato anche di abusi. In un logica comportamentale che dovrebbe accomunare tutti, se si verificano abusi di qualsiasi tipo e in qualsiasi contesto ambientale, si devono denunciare alle autorità e non accennarli confusamente in trasmissioni televisive o ai talk show tra la pubblicità e un “vi aspettiamo fra un minuto, non cambiate canale”. Stucchevole e deprimente sotto tutti i punti di vista.
Sempre Lehner commentando Zona Bianca ha scritto: “Durante lo scempio televisivo, ex comunisti, che hanno a suo tempo creduto con atto di fede alla provvidenzialità delle stragi leniniane e staliniane, nonché altri sapientoni, che si sentono in diritto di stabilire che quella professata dai testimoni non è una religione, hanno condannato questi credenti dipinti come trogloditi maligni, asociali, carichi di negatività”.
Non sappiamo a chi si riferisse Lehner quando parlava dei “credenti stalinisti”. In ogni caso i vari Antonio Caprarica, Giuseppe Brindisi, Francesca Barra e Sabrina Scampini che infliggevano coalizzati “condanne verso i credenti” come la Pravda appunto, potrebbero in un breve excursus storico scoprire che invece i Testimoni di Geova a Stalin non si sono mai piegati pagando la loro resistenza morale e civile con persecuzione, vessazione e in alcuni casi la morte.
Alcuni Testimoni in questi giorni dopo lo sconcertante attacco di cui spesso sono venuti a conoscenza da amici, parenti, colleghi stupiti e increduli di siffatta malevolenza, hanno interiorizzato l’episodio come una delle prospettive “previste” dal Vangelo di Matteo (5,11-12 La Bibbia di Gerusalemme) dove Gesù dice: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi”. Oppure: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”(Giovanni 15,16).
Eh si perché come diceva Nietzsche – che sapeva che Dio si chiama Geova a differenza del teologo e del conduttore– il nemico se non lo uccidi lo rafforzi. Sembra che Zona Bianca stia dando un notevole contributo alla riuscita della cosa.
Roberto Guidotti
Iscritto Albo Giornalisti Marche
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