Il Cucco e gli altri giochi tipici abruzzesi. Le regioni italiane vantano un patrimonio inestimabile di tradizioni e cultura popolare: l’Abruzzo non ne fa eccezione e, tra i tanti elementi conservati, si ritrova un corposo patrimonio di giochi tradizionali che hanno intrattenuto intere generazioni. Tra questi, il Cucco è uno dei più caratteristici, ma di certo non l’unico. Molti di questi giochi, spesso praticati all’aperto o nelle piazze dei borghi, rappresentano un’eredità culturale che merita di essere riscoperta e valorizzata. Scopriamone le caratteristiche generali.
Il Cucco è un gioco di carte. Affonda le sue radici nel passato e, ancora oggi, è praticato in alcune zone della regione. Il gioco prevede l’uso di un mazzo di carte italiane, generalmente napoletane, e può coinvolgere da due a quattro giocatori. Le regole, pur non essendo note come può avvenire per quelle della briscola o per le regole del tressette, conosciute senza dubbio in tutta Italia, tratteggiano ancor di più il tratto caratteristico regionale perché variano leggermente a seconda della località. Tuttavia, il meccanismo di base si fonda su un sistema di prese e punteggi. I giocatori devono cercare di accumulare il maggior numero di carte di valore e raggiungere un punteggio prestabilito. Una particolarità del Cucco è la presenza di regole che possono ribaltare l’andamento della partita, rendendo il gioco dinamico e imprevedibile. In passato, il Cucco non era solo un semplice passatempo, ma anche un’occasione per socializzare, specialmente nelle osterie e nei circoli, dove amici e familiari si riunivano per sfidarsi in lunghe partite. Ad oggi torna ad animare le tavole delle famiglie soprattutto nei periodi festivi, in cui ci si riunisce sotto lo stesso tetto.
Di tutt’altro genere è un altro gioco tipico dell’Abruzzo, la Morra, una competizione di abilità e velocità che ha origini antichissime. Questo gioco si svolge tra due giocatori che, contemporaneamente, mostrano un numero di dita della mano mentre pronunciano un numero ad alta voce. L’obiettivo è indovinare la somma totale delle dita mostrate. Era un’attività molto popolare tra i pastori e i lavoratori delle campagne, che lo praticavano nei momenti di pausa perché non richiedeva di avere con sé nulla. Oggi è meno diffuso rispetto al passato, ma viene ancora giocato in alcune occasioni, anche tra le generazioni più giovani.
Spostando invece lo sguardo ai giochi da tavolo, si ritrova un’attivitàsimile al più noto Backgammon. Lo Sbaraglino veniva praticato in Abruzzo fin dall’antichità. Si gioca su una tavola suddivisa in caselle, con due serie di pedine e due dadi. L’obiettivo è spostare le proprie pedine lungo il percorso prestabilito e portarle tutte nella zona di arrivo prima dell’avversario. Questo gioco, oltre a richiedere strategia e abilità, era considerato un passatempo perfetto per le lunghe serate invernali, trascorse in compagnia intorno al fuoco. Oggi lo Sbaraglino è meno diffuso, ma resta un esempio significativo della tradizione ludica abruzzese.
Tra le tante attività che si praticavano all’aperto è impossibile non citare il Ruzzolone, un gioco tradizionale che prendeva vita su strade sterrate o sentieri collinari. Si gioca facendo rotolare una grande forma di formaggio stagionato lungo un percorso prestabilito, cercando di farla arrivare il più lontano possibile con il minor numero di lanci. Questo gioco, che un tempo era molto diffuso nelle aree rurali dell’Abruzzo, veniva praticato soprattutto dai contadini, spesso come forma di svago dopo il lavoro nei campi. Oggi viene riproposto in alcune sagre e manifestazioni folcloristiche.
Ormai quasi dimenticato èil Pallone col Bracciale, un antico gioco di squadra che in passato era molto popolare nei borghi abruzzesi. Si gioca con una palla pesante e un bracciale di legno dotato di punte, che i giocatori usano per colpire la palla e cercare di mandarla oltre il campo avversario. Simile a sport tradizionali come il tamburello o la pelota basca, il Pallone col Bracciale richiede forza, agilità e coordinazione. Anche se oggi è poco praticato, alcune rievocazioni storiche lo mantengono vivo, permettendo alle nuove generazioni di riscoprirne le dinamiche.
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