Il Nicaragua si è ritirato dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC) in seguito a un rapporto schiacciante degli esperti proprio delle Nazioni Unite che accusano il governo del presidente Daniel Ortega di reprimere sistematicamente i diritti umani, la democrazia e i gruppi religiosi.
Il rapporto, pubblicato il 28 febbraio – due giorni prima del ritiro del Nicaragua –, descrive l’amministrazione Ortega come impegnata in una “repressione metodica” del dissenso.
Una delle esperte, Ariela Peralta, ha affermato che il governo è effettivamente «in guerra con il suo stesso popolo».
La decisione di lasciare l’UNHRC arriva in un momento in cui Ortega continua a rafforzare il suo potere, grazie anche alla nomina della moglie, Rosario Murillo, come co-presidente e al passaggio dei rami legislativo e giudiziario sotto il suo controllo.
Il governo nicaraguense sostiene che gli organismi internazionali, tra cui l’ONU e l’Organizzazione degli Stati Americani, stanno conducendo una campagna diffamatoria contro di esso. Murillo, ad esempio, ha liquidato il rapporto dell’ONU come “falso” e “calunnioso”.
Da anni gli organismi internazionali monitorano il declino della libertà religiosa in Nicaragua. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha inserito il paese nella sua Special Watchlist per violazioni della libertà religiosa nel 2019, prima di elevarlo nel 2022 alla più grave lista dei “Paesi di particolare preoccupazione”, designazione che in genere innesca sanzioni.
La Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale ha notato un peggioramento delle condizioni, tra cui arresti arbitrari, incarcerazioni ed espulsioni del clero cattolico, sequestro di proprietà ecclesiastiche e intimidazioni di fedeli in Nicaragua.
Il gruppo di difesa della libertà religiosa con sede nel Regno Unito, Christian Solidarity Worldwide, ha anche pubblicato un rapporto sulla repressione contro le comunità religiose in quel paese, intitolato “Controllo totale: l’eradicazione delle voci indipendenti in Nicaragua”.
CSW ha documentato 222 casi di persecuzione religiosa, molti dei quali hanno comportato molteplici violazioni che hanno colpito migliaia di persone.
Le autorità hanno continuato a cancellare eventi religiosi e impedire processioni religiose pubbliche, afferma il rapporto, aggiungendo che il governo ha imposto nuove restrizioni ai leader religiosi, costringendoli a presentarsi settimanalmente agli ufficiali di polizia designati, a presentare i loro programmi di attività e a farsi scattare delle foto. Alcuni sono stati avvertiti che la non conformità a queste disposizioni potrebbe portare alla detenzione o all’espulsione dal paese.
Il pastore protestante Efrén Antonio Vílchez López è stato condannato a 23 anni di carcere per quelle che sono descritte come accuse inventate, secondo il rapporto della CSW, che esprime preoccupazione per il suo peggioramento della salute dovuto al diabete non curato.
Le leader laiche cattoliche Carmen María Sáenz Martínez e Lesbia del Socorro Gutiérrez Poveda sono state trattenute in isolamento dall’agosto 2024, senza che alle loro famiglie venisse fornita alcuna prova del loro esser vive, si legge ancora nel rapporto.
La Commissione interamericana per i diritti umani ha chiesto misure di protezione per questi casi, ma il governo nicaraguense non ha risposto. In totale, CSW ha registrato 46 casi di leader religiosi detenuti arbitrariamente nel 2024, sia a breve che a lungo termine. In queste ultime ore è giunta la notizia della chiusura di altre dieci associazioni senza fine di lucro, tra cui le chiese evangeliche “Casas de Dios y Puerta del Cielo”, presente in tutto il Paese. Inoltre, a tempo di record, il monastero di Chinandega che le Clarisse hanno dovuto lasciare qualche settimana fa, è stato riconvertito in ambiente universitario, come estensione dell’ateneo cittadino.
La direttrice dell’advocacy di CSW, Anna Lee Stangl, ha dichiarato che Ortega, Murillo e il loro partito al governo, il Sandinista National Liberation Front, hanno intenzione di sradicare la società civile indipendente e di mettere a tacere i critici. Ha esortato la comunità internazionale a trovare nuovi modi per sostenere i dissidenti nicaraguensi, presenti sia all’interno che all’esterno del paese.
Immagine: Casas de Dios y Puerta del Cielo, a Sinai, Granada, Nicaragua
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