giovedì, Maggio 15, 2025
Home > Abruzzo > Maria, la contadina abruzzese che non si piegò al Regime Fascista

Maria, la contadina abruzzese che non si piegò al Regime Fascista

Maria, la contadina abruzzese che non si piegò al Regime Fascista

Pescara – Dopo il nostro articolo Ventotene, quando al confino furono mandati i Testimoni di Geova, diversi lettori hanno chiesto informazioni su Maria, la donna abruzzese citata da Altiero Spinelli in Come ho tentato di diventare saggio dove viene raccontato di “Maria contadina di mezza età, la cui parlata era abruzzese che aveva difeso con coraggio la sua fede dinnanzi alla commissione del confino”.

Abbiamo fatto alcune ricerche nel memoriale di Spinelli, nei documenti ufficiali delle Autorità di quel tempo, negli studi di alcuni storici e infine anche tra le dichiarazioni di alcuni suoi parenti che abbiamo consultato.

Maria Martino, nacque a Castiglione a Casauria in provincia di Pescara, il 16 marzo 1902 e all’età di 19 anni, il 15 settembre 1921 sposò Sabatino Martino. Maria abbracciò la fede dei Testimoni di Geova dopo che un emigrato negli Stati Uniti, Giuseppe Nicolai, al ritorno cominciò parlare della sua nuova fede ai suoi compaesani, specialmente quelli di fede protestante che avevano una piccola chiesa nel paese.

Maria ascoltando e leggendo per molte ore al giorno scrupolosamente la Bibbia e i trattati che Giuseppe le fornì, si convinse sempre più di aver trovato la giusta strada religiosamente parlando. Con uno spirito di iniziativa invidiabile e con un certa audacia visto i tempi, cominciò a visitare i suoi vicini a Castiglione, per poi recarsi a piedi per le strade impolverate di campagna a Bussi, Tocco Da Casauria, Salle e altre località vicine, con l’obiettivo di far conoscere le nuove verità che aveva appreso. In altre occasioni si spostava cavalcando un’asina di sua proprietà. Altre volte viaggiava a proprie spese con le corriere locali o il treno. Qualche volta – come narrato dai suoi parenti – le capitava di dormire a casa di contadini ospitali disposti ad ascoltare il nuovo messaggio fino a tarda sera e fare ritorno a casa al mattino seguente. Da ricerche storiche e geografiche sembrerebbe che non vi fosse nessun altro Testimone di Geova nel suo e nei paesi limitrofi. Il gruppo di confratelli più vicino era quello di Pianelle, sempre in provincia di Pescara, a 40 km di distanza, tanti per quei tempi. Questo significa che Maria per diversi anni, da sola compì sforzi psicofisici notevoli per predicare agli altri affrontando scherni, pregiudizio e ostilità  verso chi portava una religione estranea in un ambiente permeato, in molte sacche della popolazione, dalla forte influenza clerico/fascista. Però diversi ascoltarono Maria, fatto che non sfuggì all’OVRA che controllava e reprimeva l’operato dei culti acattolici e specialmente dei Testimoni di Geova per ragioni che abbiamo menzionato nel nostro articolo precedente.

Maria fu arrestata il 6 novembre 1939. Il Prefetto di Pescara la descrisse così: “Martino Maria si è convertita alla nuova religione allorquando dimorava negli S.U.A. E, è ritornata in patria si è data alla propaganda con intensa fede e fervore. E ’riuscita a creare proseliti ostinati e irriducibili. Munita di grammofono e di dischi della propaganda geovista, la Martino era solita riunire, nella propria abitazione i neofiti e i simpatizzanti per meglio catechizzarli. Accetta per buoni, condividendone a tutti a carattere antinazionale e antimilitarista, gli opuscoli e i libri della setta, perché rappresentano, a suo dire, l’esatta interpretazione della Parola di Dio”. (ACS, CPC b. 3107 Martino Maria). Maria fu condannata a 5 anni a di confino a Ventotene “perché elemento pericoloso per gli ordinamenti politici dello Stato”. Nel rapporto della Prefettura è sbagliata “la localizzazione” della conversione di Maria che non si recò mai negli Stati Uniti.

Fu assegnata al confino sull’isola di Ventotene dalla Commissione Provinciale. Sull’isola conobbe altri Testimoni di Geova e confinati politici come Umberto Terracini, Mario Scoccimarro, Camilla Ravera, Giulio Spallone, Sandro Pertini, Altiero Spinelli.

Altiero Spinelli, che come detto, conobbe Maria a Ventotene, nel suo saggio ha lasciato una testimonianza, che sebbene si muova da un ottica laica e distaccata, fa risaltare l’ardore e l’abnegazione di Maria nel professare la propria fede: “Maria era una florida contadina di mezza età…, e la cui parlata abruzzese non faceva sospettare che lei fosse “forte in istruzione biblica” come dicevano orgogliosamente di lei i suoi compagni di fede. Insieme ad un gruppetto di altri contadini del suo paese (regione N.d.A.) era incappata nei rigori del fascismo, perché la loro predicazione, concernente la fine del mondo, la necessità di convertirsi e l’obbligo di non ubbidire ad altra legge fuorché a quella di Geova, implicava tra l’altro il rifiuto di fare il giuramento militare e di combattere per i signori di questo mondo che erano l’incarnazione dell’Anticristo.

Come era accaduto ai cristiani primitivi – scrive ancora Spinelli – anche costoro si erano scontrati con le autorità umane non per intolleranza religiosa di queste, ma perché la parola di Cristo, presa nell’assolutezza, mette quelli che l’accettano fuori della legge umana. La polizia mandava da qualche tempo i testimoni di Geova al confino ed al carcere per propaganda antimilitaristica…, anche questa era stata importata dagli emigranti reduci da oltre oceano…. Il reduce dall’America convertiva allora ad essa i suoi famigliari ed una stretta cerchia di amici. Qua e là…, sorgeva una piccola comunità…, di Testimoni di Geova, i quali accettavano tranquillamente di far parte e di costituire uno scandalo nella uniforme pagana cattolicità del loro paese. Avevo incontrato qualche anno prima a Ponza una di queste piccole comunità di protestanti di origine americana……. Maria aveva difeso con coraggio la sua fede dinnanzi alla commissione del confino, e quando gli uomini dell’Anticristo, riuniti intorno ad un tavolo della prefettura, le avevano fatto osservare che la sua propaganda antimilitarista era rovinosa anche per lei, perché se non ci fossero stati i soldati a difendere la patria i nemici le avrebbero tolto il suo pezzo di terra, aveva risposto che anch’essi con tutti i loro soldati le toglievano ora la terra, arrestandola ed accingendosi a mandarla al confino. “Io ho già la mia corona di gloria” aveva annunziato candidamente ai confinati miscredenti, concludendo il racconto delle sue peripezie; e sembrava proprio una di quelle diaconesse che San Paolo nelle sue lettere non dimenticava mai di salutare “in osculo sancto”.

Un’altra interessantissima testimonianza è quella di Camilla Ravera dirigente del PCd’I e prima donna senatrice a vita della Repubblica italiana, che narrando la sua amicizia con “la testimone di Jheova” conosciuta a Ventotene scrisse: ”Al primo arrivo nella colonia si era sentita un po’ disorientata ma poi aveva fatto amicizia con le altre confinate e specialmente con me, che ascoltavo con interesse le sue battaglie. Dal Vangelo traeva ispirazione e norme di vita con grande semplicità e fermezza. Era sempre serena, fraterna con tutti… Con la farina che il marito le faceva avere, Mariuccia impastava un pugno di pasta, la segnava con la croce e ne ricavava dei tagliolini sottilissimi che mi cucinava e condiva con l’olio delle sue olive. Da principio non riuscivo a mangiare neppure quel leggero cibo preparato con tanto affetto. Mariuccia però, con affettuosa fermezza mi sforzava di nutrirmi per riprendere le forze, dopo le febbri altissime. E mi aiutò veramente a rimettermi. La rimandarono a casa al termine della sua deportazione. Ne fui contenta, ma nel salutarci sentimmo la tristezza di quella separazione. E il ricordo di Mariuccia rimase in me sempre vivo” .

A proposito di Maria, in un rapporto al Ministero sui confinati Testimoni di Geova da parte delle autorità preposte, si leggeva: “…La confinata in oggetto, durante la sua permanenza in questa colonia, pur non dando luogo a specifici rilievi d’indole politica, ha ostentatamente mantenuto inalterate le sue convinzioni antifasciste e settarie…”. (ACS- Roma, Confino Politico b 140/149) Praticamente Maria non aveva nessuno intenzione  di rinnegare la sua fede e le sue idee ne fare compromessi  per riacquistare più velocemente la libertà.

Prosciolta condizionalmente dal Ministero degli Interni il 05.11.1942, fu rimpatriata con foglio di via obbligatorio a Castiglione a Casauria. Così Maria poté finalmente fare ritorno a casa dal suo amato e premuroso marito che l’aspettò pazientemente, pur non aderendo alla confessione dei Testimoni di Geova se non nel 1954.

Nel Dopoguerra, periodo non privo di difficoltà, preconcetti e intolleranza per una minoranza religiosa, i proseliti di Castiglione a Casauria divennero prima un gruppo di studio della Bibbia e poi una vera e propria organizzata congregazione o comunità. Le amicizie che aveva stretto al confino non furono del tutto abbandonate. Almeno in una occasione, Maria ospitò a casa sua la figlia di Umberto Terracini che necessitava di riposo e tranquillità in una località di montagna come la zona dove risedeva Maria. Si racconta di un curioso aneddoto per l’occasione: quando arrivò Terracini a portare la figlia, scortato dalla Polizia, in molti pensarono che erano tornati a “prelevare” di nuova la povera contadina abruzzese…

Maria e Sabatino Martino a metà degli anni ’70

Sino alla sua morte avvenuta nel 1986, Maria continuò a cercare di far conoscere il messaggio biblico a più persone possibili; sempre quel messaggio, quella “buona novella” da annunziare in lungo e in largo che considerava insieme alla sua famiglia la cosa più importante della sua vita e per cui era stata disposta a subire vessazioni, scherni e perdere la libertà.

Le idee divulgate da Maria e da altri umili predicatori di quelle zone– parafrasando Giovanni Falcone – camminarono da sole. Certo, si tratta di idee accettabili o meno e opinabili, come quelle di qualunque credo religioso, ma anche filosofico, politico e morale. In ogni caso, idee diverse da quelle affermate dalla maggioranza che fecero breccia nel corso degli anni. Attualmente nella provincia di Pescara i Testimoni di Geova, in rapporto agli abitanti, sono una delle comunità più numerose in Italia.

La storia a volte ha dei risvolti strani che la conducono a ignorare una parte del suo patrimonio. La storia di Maria, la semplice donna abruzzese che per le sue forti convinzioni non piegò la testa al Fascismo a differenza di milioni di altri, è una piccola parte di quel patrimonio che è giusto ricordare in tempi veramente ardui e poco rassicuranti come quelli odierni.

Roberto Guidotti

Albo Giornalisti Marche

La foto segnaletica di Maria Martino è tratta dal libro Piccola Enciclopedia Storica sui Testimoni di Geova- Vol. 4 di Emanuele Pace. La foto di Maria e Sabatino è stata gentilmente concessa dai suoi parenti

La Notizia.net è un quotidiano di informazione libera, imparziale ed indipendente che la nostra Redazione realizza senza condizionamenti di alcun tipo perché editore della testata è l’Associazione culturale “La Nuova Italia”, che opera senza fini di lucro con l’unico obiettivo della promozione della nostra Nazione, sostenuta dall’attenzione con cui ci seguono i nostri affezionati lettori, che ringraziamo di cuore per la loro vicinanza. La Notizia.net è il giornale online con notizie di attualità, cronaca, politica, bellezza, salute, cultura e sport. Il direttore responsabile della testata giornalistica è Lucia Mosca, con direttore editoriale Franco Leggeri.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright La-Notizia.net