Roma- presidente dell’Assemblea capitolina On.Svetlana Celli :”Profondo dolore per la morte di Octay Stroici, vittima del crollo di ieri di Torre dei Conti. È un momento triste per Roma e per tutti noi. Ci uniamo alla sua famiglia e ai suoi colleghi e lo faremo con un minuto di silenzio in apertura della seduta di oggi dell’Assemblea capitolina. Ringrazio i vigili del fuoco e tutti coloro che ieri, con spirito di dedizione, coraggio e grande generosità, si sono adoperati nelle complesse operazioni di soccorso, che ho seguito sul posto al fianco del sindaco Gualtieri”.
Così in una nota la presidente dell’Assemblea capitolina On.Svetlana Celli.
Torre de’ Conti.-Imponente e maestosa ancora oggi, nonostante sia ridotta a un terzo della sua struttura originaria, la Torre de’ Conti è un bellissimo esempio delle case-torri della Roma medievale, dimore e fortezze delle famiglie baronali e delle autorità ecclesiastiche.

Citata persino da Francesco Petrarca nelle sue lettere e nota anche come Torre Maggiore o Torre Secura, per la sua imponenza e la sua inespugnabilità, era stata eretta sui resti di una delle quattro esedre del Tempio della Pace forse già nel IX secolo. Nel 1203, su disegno dell’architetto Marchionne Aretino, la torre fu sicuramente fatta ampliare da papa Innocenzo III per la sua famiglia, i conti di Segni, e rivestita con lastre di travertino provenienti dai Fori Imperiali, poi asportate nel tardo Cinquecento in occasione della costruzione di Porta Pia. Nelle intenzioni del pontefice, la torre doveva rappresentare il potere ecclesiastico e tutelare le processioni papali da San Pietro al Laterano.
I 29 metri circa che oggi vediamo costituiscono soltanto il basamento della torre che in origine doveva superare i 50-60 metri. A ridurla allo stato attuale furono i terremoti che si susseguirono nel corso della sua storia, soprattutto quelli del 1348, 1630 e 1644. Alla fine del Seicento, la torre subì un importante restauro sotto il pontificato di Alessandro VIII, e a questo periodo risalgono i due robusti contrafforti di rinforzo tuttora esistenti.
Nei secoli successivi la torre, diroccata e abbandonata, fu utilizzata come fienile e come deposito di carbone. Gli sventramenti eseguiti tra la fine dell’Ottocento e gli anni Trenta del Novecento per l’apertura di via Cavour e dell’attuale via dei Fori Imperiali hanno determinato il suo isolamento e la distruzione del dedalo di viuzze che la circondava. Oggi la torre si affaccia su largo Corrado Ricci (dal nome del direttore generale delle Antichità e Belle Arti durante gli scavi di “via dell’Impero”) che ha preso il posto della vecchia “piazza delle Carrette”, un toponimo che discende dai carri che facevano qui sosta, al limite del Foro Romano, allora zona di mercato.
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