martedì, Maggio 14, 2024
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Bimba sottratta, disposte nuove perizie sui familiari della piccola

ASCOLI PICENO – Bimba sottratta, ancora nulla di fatto. Ordinate nuove perizie psichiatriche sui genitori e sui vicarianti (i nonni), ma nel frattempo la bambina, che sarebbe stata dichiarata non adottabile, rimane nella struttura nella quale si trova ormai da tempo. A nulla è servita la petizione in favore dei familiari della piccola come anche l’appello alle istituzioni. La bimba, lo ricordiamo, è stata sottratta ai genitori appena nata in quanto la madre soffrirebbe di una sorta di disabilità psichica (attenzione non si tratta di sindrome violenta ma di quoziente intellettivo inferiore alla norma) per mano del Tribunale dei minori. Appena dopo il parto alla donna non è stato neanche consentito di allattare la piccola e pare ci si stesse già muovendo per provvedere all’affidamento della bimba ad altra famiglia.

La piccola, nata a novembre, è attualmente affidata ad una struttura, ma sembra che questa situazione non le stia facendo bene: a sentire l’avvocato Felice Franchi, legale della famiglia, la bimba apparirebbe deperita ed in forte difficoltà in quanto strappata al proprio ambiente e collocata in un altro a lei del tutto estraneo.

Tra l’altro, se proprio si volesse cercare un affidamento, prassi vorrebbe che lo si individui in prima battuta in ambito familiare. La dottoressa dell’ASUR incaricata dal Tribunale sembrerebbe aver dichiarato che sarebbe auspicabile l’inserimento della diade in una comunità madre-figlia nel solo interesse della minore di esercitare il diritto alla propria famiglia e di essere accudita, con il sostegno specialistico, dalla propria madre, evitando così di diventare un orfano sociale … si crede opportuno, in sintesi, restituire a S. il tempo da trascorrere con la madre… così da osservare [la relazione madre bambina], essendo ingenuo sperare di indovinarlo a priori; la bambina di pochi mesi è tuttora trattenuta lontano dalla madre con grave pregiudizio per la sua salute psicofisica.

La mamma è invalida al 100% con diagnosi di ritardo mentale grave-moderato con QI <45. Ciononostante ha conseguito la licenza di terza media e lavorava come aiuto cuoca in una casa di riposo per 4 ore lavorative al giorno percependo circa 400,00 euro al mese: metà versati direttamente a lei e gli altri 200,00 sul suo libretto gestito dall’amministratore di sostegno. Nell’ottobre 2010 conosce il padre della bambina. Anche lui ha avuto dei trascorsi in psichiatria ma si è ristabilito, sebbene secondo lo psicologo abbia un deficit di aderenza alla realtà. Decidono di mettersi insieme e lei lascia il lavoro e si trasferisce a casa del compagno, di proprietà del nonno paterno.

I Servizi Sociali la accusano di mettere a repentaglio la sua stabilità economica e cercano a più riprese di riportarla al lavoro. Ma come riferito anche dalla dottoressa incaricata dal Tribunale, le condizioni della ragazza migliorano grazie all’amore del compagno. Il padre non ha un lavoro stabile, ma ha una casa e può contare sull’aiuto del nonno che è  dipendente comunale. Decidono di farsi una famiglia e di mettere al mondo un bambino fortemente voluto da entrambi.

Sostiene Paolo Roat Responsabile Nazionale Tutela Minori del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus, che continua:

“Il rapporto madre-figlio è importantissimo, soprattutto nelle prime fasi della vita.

Il danno provocato a questa bambina è incalcolabile, ma ogni minuto che passa questo danno si aggrava. La bambina deve tornare SUBITO dalla mamma.

Leggendo le storie di bambini adottati e abbandonati che cercano le famiglie di origine conosciamo bene l’importanza degli affetti famigliari. Solo certi psichiatri eugenetici e i loro seguaci credono nella purezza della razza e nella necessità di porre fine alle «vite indegne di essere vissute» come quelle dei disabili mentali. Sembra che l’olocausto nazista non ci abbia insegnato nulla. Chiediamo una levata di scudi da parte di tutta la Società Civile.

Abbiamo lanciato una petizione al Sindaco di Ascoli Piceno, Dott. Guido Castelli, e all’Assessore alle Persone, Dott.ssa Ferretti Donatella, affinché si attivino per tutelare la loro cittadina minorenne e perché i funzionari comunali e i professionisti sanitari che hanno sostenuto queste teorie abominevoli e discriminanti vengano sanzionati”.

 

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