mercoledì, Maggio 15, 2024
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Sea Watch 3, Salvini: “Intervenga l’Olanda”

“Ecco la lettera che ho inviato oggi all’Olanda. La nave Ong “Sea Watch 3” batte bandiera di quel Paese? Intervengano loro e accolgano. L’Italia ha già dato. Sbaglio? A me pare solo NORMALITÀ.” Così il ministro dell’Interno matteo Salvini sul proprio profilo Facebook.

Da quanto si è appreso, la nave sarebbe entrata nelle acque territoriali italiane ed è ancorata ad un miglio a largo delle coste di Siracusa a causa del maltempo. L’ingresso sarebbe stato per le cattive condizioni meteo con la finalità di garantire la sicurezza dei 47 migranti che si trovano a bordo, ormai da 7 giorni, e della stessa imbarcazione. La Sea Watch è affiancata da motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza.

Il Comune di Napoli fa offerto il porto alla nave ma il ministro Salvini ha ribadito che ‘non c’è nessuno spazio in Italia’. Il vicepremier Di Maio ha invitato a convocare l’ambasciatore olandese visto che la nave batte bandiera olandese. E Luigi Di maio rincara la dose suFacebook: “La verità prima o poi viene a galla. Per la prima volta arriva una relazione speciale della Corte dei Conti europea che conferma quanto sosteniamo da sempre: quando si parla di ONG, in Europa la trasparenza è un optional”.

“La verità prima o poi viene a galla. Per la prima volta arriva una relazione speciale della Corte dei Conti europea che conferma quanto sosteniamo da sempre: quando si parla di ONG, in Europa la trasparenza è un optional”.Dopo la denuncia di Luigi Di Maio  – si legge sul Blo delle Stelle – nel 2017, il gruppo Efdd – Movimento 5 Stelle aveva chiesto e ottenuto un’audizione speciale della Commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni del Parlamento europeo. Avevamo chiesto di tracciare l’utilizzo dei fondi da parte delle ONG e spinto per un sistema unico centralizzato di registrazione e gestione delle sovvenzioni.

Oggi la Corte dei Conti ci dà ragione e dimostra che la nostra voglia di chiarezza è motivata: dalla relazione emerge come la Commissione si sia rivelata superficiale nella raccolta e verifica delle informazioni sui fondi Ue attuati dalle ONG. La cosa ancor più grave, però, è che l’assegnazione dello status di ONG nel sistema contabile della Commissione è basata su autodichiarazioni. È un po’ come dire che qualsiasi ente possa autocertificare di essere una ONG: se lo sommiamo al fatto che le verifiche della Commissione in merito sono alquanto limitate, come si legge nella relazione, si moltiplicano le possibilità che proliferino enti di cui si sa poco e niente e che hanno intenzioni tutto fuorché benefiche.

Con il beneplacito di questo sistema che fa acqua da tutte le parti, le ONG hanno quindi modo di agire spesso indisturbate: d’altronde, come si legge nel rapporto della Corte dei Conti, la mancanza di informazioni disponibili ostacola i controlli della Commissione sulle spese dichiarate. In pratica, non è dato sapere in che modo i fondi vengano utilizzati! In totale, come risulta dal sistema contabile della Commissione, si tratta di 11,3 miliardi per il periodo 2014-2017. Le ONG che si occupano di immigrazione hanno ricevuto, solo nel 2015, circa 48 milioni di euro di fondi europei! Se non sappiamo come questi soldi vengono spesi, chi ci garantisce che tali enti siano in buona fede?

Il nostro obiettivo non è mai stato quello di bloccare i finanziamenti alle organizzazioni che lavorano nella legalità. Al contrario ci battiamo e ci batteremo affinché i fondi siano assegnati a enti meritevoli di rispetto e sostegno. Ecco perché accogliamo con soddisfazione la relazione della Corte dei Conti. Adesso ci aspettiamo spiegazioni da parte della Commissione e un cambio totale di approccio in questo sistema. La trasparenza è un dovere nei confronti dei cittadini europei!”

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