martedì, Maggio 14, 2024
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Parco Regionale Sirente Velino: la nascita del Lago di Secinaro, il culto della Dea Sicinna e i boschi sacri del Sirente

 

PARCO REGIONALE SIRENTE VELINO – Una antica leggenda medievale racconta che nel IV secolo d.C., all’epoca della cristianizzazione dell’Impero Romano, una scia luminosa di una cometa a più teste attraversò il cielo dell’Italia Centrale.

 Il fatto sarebbe avvenuto nell’ottobre del 312 d.C., quando Costantino e Massenzio si disputavano la porpora imperiale. Costantino interpretò l’avvenimento come un segno divino e nella scia della cometa ci vide una croce che fece mettere sulle sue insegne prima della battaglia di Ponte Milvio alle porte di Roma, vinta sul rivale al trono imperiale il 28 ottobre.

Ma, pochi conoscono il continuo della storia. L’ astro avrebbe continuato il suo tragitto fino al massiccio del Sirente in Abruzzo,  dove avrebbe concluso la sua corsa, schiantandosi al suolo e aprendo un cratere, occupato oggi dal cosiddetto Lago di Secinaro, le cui origini sono a tutt’oggi ancora un mistero ufficialmente anche se il geologo svedese Jeans Orno ha teorizzato proprio una origine meteoritica per il piccolo specchio d’acqua in virtù del suo bordo rialzato.

Contestualmente il meteorite avrebbe distrutto anche il tempio della Dea Sicinna e ucciso i suoi sacerdoti. Questo antico culto era nel IV sec a.C. ancora molto diffuso presso le popolazioni peligne e subequane. La Ninfa Sicinna, faceva parte del corteo di Bacco (o Dioniso), e il suo culto (per propiziare la fecondità non solo della donna ma anche della terra), prevedeva una danza orgiastica rituale, considerata contraria ai mos maiorum romani e, perciò il Senato l’aveva proibito da tempo già nel 186 a.C..  Il culto della Dea Sicinna, con l’avvento del Cristianesimo venne sincretisticamente sostituito da quello della Madonna della Consolazione, e i suoi riti sono sopravvissuti in credenze e usanze popolari, come affermato dallo studioso locale Evandro Ricci che vede ad esempio tracce di essi nel testamento dell’ultimo feudatario di Secinaro Giovanni Pandulfo (1311).

Cristiano Vignali – La Notizia.net

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