mercoledì, Maggio 15, 2024
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Bimba riportata in Italia dalla Siria sottratta per la seconda volta dal padre. Ma Google Maps scrive l’happy end

di Anna Maria Cecchini

A volte, ed è questo il caso, la possibilità di usare internet attraverso uno smartphone può fare la differenza e determinare un happy end laddove le premesse non erano proprio tali, scrivendo il destino delle persone. Grazie a Google Maps, una mamma, M. V., ecuadoriana 53enne, ha potuto ricongiungersi alla propria figlia 11enne, sottratta per la seconda volta dal padre, il siriano M. B., il 20 dicembre scorso. L’uomo, venerdì scorso, ha prelevato la figlia all’uscita della scuola, un istituto nei pressi di Porta Romana, a Milano, dove la ragazzina da un mese circa frequenta la prima media, approfittando dell’uscita anticipata alle ore 13:00, ignorata dalla mamma.

Resta da verificare, come sia stato possibile per l’uomo eludere la sorveglianza del personale scolastico, dato che M. stava seguendo un programma per la messa in prova, stabilito dal giudice in seguito al suo precedente di sottrazione sempre nei confronti della minore, datato agosto 2017.

Quell’estate l’uomo con la complicità di un amico, era riuscito ad fare imbarcare, destinazione Siria, suo paese d’origine, la figlia e solo grazie ad un’operazione lunga e travagliata dello Scip della Polizia, e della squadra mobile coordinata dal pm Cristian Barilli, grazie pure all’intervento del suo difensore Francesco Salaroli, si era riusciti, finalmente, a tracciare il percorso del viaggio di ritorno, la fine di un’esperienza traumatica e devastante per minore e madre, da Damasco, passando per Beirut e Francoforte, fino allo scalo di Malpensa e al raggiungimento della aula 9, sezione penale del tribunale dove presieduta dal giudice Marco Di Mauro si teneva l’ udienza del processo a suo carico, per sottrazione internazionale di minore.

Il ritorno a casa dalla madre, del 29 novembre scorso dopo 17 mesi era arrivato per la ragazzina, solo grazie al lavoro degli investigatori e alla mediazione di un esperto in sicurezza in Libano, rafforzati dai continui rapporti tra la Procura e il difensore dell’imputato, che per ben due volte aveva rinviato il rientro in Italia della ragazza, sordo alle richieste provenienti dalle forze dell’ordine e dalla sua ex compagna, di riavere con sé la figlia.

Con tali precedenti, il 20 Dicembre per l’uomo è stato possibile avvicinare la figlia, prelevarla indisturbato dall’istituto scolastico, con bagaglio a seguito. Le ricerche sono iniziate in maniera solerte dopo neanche un’ora dalla sparizione e subito si è provveduto a visionare i filmati delle telecamere poste nei pressi della scuola di Porta Romana e sono stati istituiti dei controlli negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie.

Grazie a Google Maps il lieto fine

La svolta dopo poco più di 48 ore dal rapimento, ore interminabili e devastanti per la mamma, quando la ragazzina l’ha potuta raggiungere telefonicamente, usando il proprio cellulare, probabilmente con il permesso del padre che aveva realizzato la gravità della propria posizione, e le ha inviato da Aarhus ( Danimarca), la sua geolocalizzazione tramite Google Maps. Immediatamente la procura e la polizia si sono allertati e la madre ha potuto ricongiungersi così alla figlia, già il giorno seguente, potendo così vivere il sentimento di questa nostra abituale ricorrenza del Santo Natale, in modo sicuramente più autentico e vero.

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