martedì, Maggio 14, 2024
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Covid-19 : sì all’idrossiclorochina prodotta dalle Forze Armate

Covid 19: anche questa volta le Forze Armate, attraverso lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, vengono a supporto della popolazione avendo ricevuto in data 7 Aprile il via libera dal Ministero della Salute alla produzione di un farmaco a base di idrossicorochina.

Ne avevamo parlato la scorsa settimana in riferimento ad un protocollo relativo alla trattazione dei primi sintomi dati dal Covid-19,
evidenziando tra l’altro la forte preoccupazione dei circa 5 milioni di pazienti che utilizzano il farmaco per l’artrite reumatoide che riscontrano grandi difficoltà nel reperimento dello stesso in farmacia.

Sembra che il farmaco abbia la capacità di agire, se assunto già dal comparire dei primi sintomi del Covid 19 (tosse e febbre), impedendo l’insorgere della polmonite.

Ricordiamo che l’ idrossiclorochina, normalmente utilizzata per contrastare l’artrite reumatoide, è un immunomodulatore.

E’ da sempre usata come antimalarico sin dal XVII secolo. Poi, con l’avvento dell’industria farmaceutica, è stata sintetizzata in laboratorio e l’azione con meno effetti collaterali la dà l’Idrossiclorochina solfato (meglio conosciuta con il nome commerciale di Plaquenil).

Come già’riportato, il farmaco nasce come antimalarico, ma è usato nell’artrite reumatoide, sempre off-label, ed opera come immunomodulatore, agendo a livello cellulare attraverso una serie di meccanismi che vanno a modulare e ridurre la stimolazione dei Linfociti-T , con conseguente riduzione del rilascio di molecole infiammatorie da parte degli stessi . E’ anche un antivirale perché inibirebbe la replicazione del Covid-19, quindi ottimo per i primi sintomi.

Ed è uno dei farmaci approvati dall’Aifa per la sperimentazione nella lotta al Coronavirus. Finora era una sola azienda a produrlo, con il nome commerciale di “Plaquenil”; da qualche mese sembrerebbe essersi aggiunta anche un’azienda di generici.

Gli studi effettuati in Cina sul Coronavirus, supportati da altri
pubblicati su riviste di riferimento scientifico di indubbia levatura e le indicazioni provenienti dallo studio del virologo francese Didier Raoult dell’Istituto Mediterraneo di Marsiglia, hanno fatto sì che si mettessero
a punto diversi protocolli per l’utilizzo di questo farmaco, che però è risultato finora praticamente introvabile.

Da qui l’immediata disponibilità dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare a produrlo, avendone tutte le competenze e le certificazioni, con l’opportuna autorizzazione.

Autorizzazione che, come ci risulta, sarebbe arrivata dal Ministero della Salute, certamente in collaborazione con il Ministero della Difesa, da cui dipendono i militari.

Chiari ed encomiabili gli obiettivi: salvare più vite umane possibile facendo sì che si agisca prima che il virus possa intervenire a livello polmonare, in modo da bloccare le drammatiche complicanze derivanti dalle gravi insufficienti respiratorie riscontrate nelle forme avanzate di COVID-19.

Ricordiamo che l’assunzione di tali farmaci deve essere sempre preceduta da specifica prescrizione medica. Solo allora il farmacista potrà richiedere con urgenza l’invio del farmaco dal distributore.

Di grande importanza, mai forse come ora, le figure dei medici di medicina generale e dei farmacisti, in quanto è fondamentale il primo trattamento del virus, che deve essere opportuno e tempestivo.

Ed in questo caso la sinergia tra le due figure si sta rivelando senza dubbio una delle chiavi di volta per fronteggiare una emergenza che sta cambiando radicalmente le nostre vite.

Tornando all’idrossiclorochina, l’idea di produrre in una struttura pubblica uno dei farmaci che si stanno testando in tutto il mondo per contrastare il coronavirus è alla base dei contatti tra ministero alla Salute, Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. I militari hanno manifestato la disponibilità a realizzare la idrossiclorochina, in attesa degli ultimi passaggi burocratici e poi potranno dare il via alla produzione dando un importante contributo alla lotta contro la grave pandemia in atto.



Ettore Lembo

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