venerdì, Maggio 17, 2024
Home > Italia > Teresa Bellanova: “Regolarizziamo gli immigrati o mi dimetto”

Teresa Bellanova: “Regolarizziamo gli immigrati o mi dimetto”

di Anna Maria Cecchini

Regolarizzazione immigrati: nelle prossime ore, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sarà impegnato a facilitare il dialogo tra le parti in causa, al fine di addivenire ad una soluzione politicamente equa e risolutiva, che ricomponga anche le tensioni dei giorni scorsi, intercorse tra i ministri coinvolti nel dibattito e i capidelegazione della maggioranza.

Da giorni i quattro ministri interessati Teresa Bellanova (Politiche agricole), Luciana Lamorgese (Ministro dell’interno),Nunzia Catalfo (Ministro del lavoro e politiche sociali), Giuseppe Provenzano (Ministro per il Sud ), discutono e si confrontano, in attesa che si arrivi alla stesura dei provvedimenti che potrebbero trovare spazio immediato nel Decreto Maggio e giungere a breve nel cdm.

La ministra alle Politiche agricole Teresa Bellanova pone un aut-aut: o si regolarizzano tutti i braccianti, le colf, le badanti migranti, attualmente in Italia senza permesso, (persone che rimpinguano le fila di quell’ esercito di invisibili, forza -lavoro di 600.000 anime, nontutelatee scevre di diritti, vittime spesso del caporalato e della mafia, fantasmi nei ghetti in Puglia e Calabria, in emergenza sanitaria, aggravata pure dalla realtà odierna del Covid), rispondendo con coraggio anche al grido d’aiuto della nostra agricoltura o qualcuno dovrà assumersi la responsabilità politica, di contribuire a far marcire i prodotti nei campi. A quel punto meglio presentare le dimissioni.

Non si tratta di una battaglia strumentale per il consenso, afferma con convinzione la Bellanova: “Queste persone non votano, e se non passa la proposta, sarà motivo per me di riflettere sulla mia permanenza al Governo. Non sono qui per fare tappezzeria”.

 Controbatte Salvini : “Se c’è un ministro di un settore strategico come l’Agricoltura che minaccia le dimissioni sull’ipotesi di regolarizzazione di 600.000 lavoratori irregolari, se c’è un contrasto nel Governo su questo, bene, è gravissimo, sarebbe davvero un pessimo segnale per chi lavora e paga le tasse regolarmente”. 

Il leader della Lega dichiara di essere profondamente contrario ad una maxi sanatoria di massa degli immigrati e propone al posto delle regolamentazioni, per il settore agricoltura, l’istituzione immediata di un intervento a fondo perduto.

Il Ministro Bellanova può contare sull’appoggio del Pd, ma il freno a mano è trattenuto ancora da una parte dei pentastellati contrari alla sanatoria, del resto non vi è ancora accordo né chiarezza sull’identità delle persone coinvolte, la natura degli interventi, le modalità esplicative degli stessi. 

Fuori dal Palazzo, il Papa con i suoi accorati appelli alle forze politiche, il Cei, le associazioni e i sindacati del settore agricolo, chiedono tutti una regolarizzazione

Cia-Agricoltori incalza e lamenta che se non si agisce in fretta e non si procede immediatamente alla regolarizzazione degli immigrati, si rischia di non essere sincroni con i tempi dell’agricoltura e di non avere braccia da impiegare nella raccolta, innescando un effetto domino, la frutta ed gli ortaggi marciranno nei campi e le famiglie di conseguenza, troveranno gli scaffali vuoti al supermercato.

Senza contare poi che la sanatoria porterebbe alle casse dello Stato entrate per 1,2 miliardi di euro. L’Asgi ( associazione studi giuridici per l’immigrazione), ha presentato al Governo e ai Ministeri una proposta di regolarizzazione sottoscritta da centinaia di associazioni, ove viene superato il concetto di categoria e promossa la richiesta di un permesso annuale, finalizzata alla ricerca di un’occupazione, convertibile alla scadenza oppure il rilascio immediato di un permesso di lavoro annuale, volto a fare emergere i lavoratori fantasma.

Il Presidente dell’Asgi, Lorenzo Trucco, chiarisce la ratio che ha animato la loro proposta: da una parte si desidera tutelare la salute della collettività in quest’epoca di emergenza sanitaria, possibile solo se tutte le persone sono giuridicamente visibili e hanno accesso alle cure offerte dal Sistema Sanitario Nazionale , dall’altra si restituisce dignità alle centinaia di migliaia di persone straniere che prive di permesso di soggiorno per lavoro, sono vittime di sfruttamento ed emarginazione sociale.

Vi è la necessità di estendere poi la regolarizzazione e di fornire ad esempio un permesso di soggiorno di almeno 6 mesi anche a chi non lavora come bracciante agricolo, perché come denuncia il segretario confederale della Cgil, Giuseppe Massafra va tenuto conto della condizione di ricatto e sfruttamento vissuta da tutte le lavoratrici e lavoratori stranieri, attualmente sprovvisti di un regolare titolodi soggiorno, impiegati oltre che nell’ agricoltura, nell’edilizia, nel lavoro domestico, nella cura della persona, nella ristorazione e nel commercio.

La Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ( M5S ), durante le trattative di questi ultimi, tesissimi giorni, ha presentato alcune obiezioni e tentativi di mediazione al ribasso, concernenti la durata dei permessi, non di 6 mesi come promuove la Bellanova, ma di 1 mese solo, e col numero dei migranti che potrebbe ottenerlo. In accordo sulla necessità di ridurre l’intervento ad una quota di migranti, inferiore ai 600.000 presenti nel nostro territorio, la Ministra dell’interno, Luciana Lamorgese, individua nei braccianti agricoli i soggetti d’elezione dell’intervento e promuove la regolarizzazione dei 200.000 che lavorano già nelle filiere produttive agricole, privi di un contratto perché irregolari e irregolari perché non in possesso di un contratto.

La Lamorgese poi si dichiara favorevole ad estendere la quota dei soggetti idonei ed oggetto delle disposizioni, promuovendo la presa in carico di tutte quelle colf e badanti ( circa 200.000 ), presenti nel nostro Paese, che lavorano in nero.

In conflitto poi le posizioni all’interno del M5S che se da una parte vivacizzano la vita politica dall’altra non aiutano a pervenire ad un testo che regolamenti subito la questione . Da una parte abbiamo Roberto Fico, presidente della Camera, Steni di Piazza, sottosegretario al Lavoro e Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio, tutti favorevoli, dall’altra Vito Crimi, capo politico ad interim dopo le dimissioni a Gennaio di Luigi Di Maio e Carlo Sibilia, sottosegretario all’interno che si oppongono con forza ad una sanatoria modello Maroni.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright La-Notizia.net

Exit mobile version