mercoledì, Maggio 15, 2024
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Fabio Arrigoni: “Fallimentare la gestione delle strutture sanitarie del centrosinistra marchigiano”

Riceviamo da Fabio Arrigoni e pubblichiamo: “Abbiamo ascoltato con molta attenzione le parole del Presidente della Regione Luca Ceriscioli in occasione dell’inaugurazione del nuovo reparto di terapia intensiva presso l’ospedale di Macerata, e pur rallegrandoci per il potenziamento di una struttura ospedaliera fondamentale, soprattutto in un momento così critico per la sanità regionale, non possiamo non porci alcune questioni e fare le nostre considerazioni.

Il governatore gioisce per questa inaugurazione affermando testualmente: “una struttura nuova, bella, tecnologica e avanzata, che risponde al desiderio di riqualificazione nato 13 anni fa”. Questa dichiarazione dimostra tutti i fallimenti di una stagione politica, quella del centrosinistra marchigiano, che per rinnovare un reparto ospedaliero ha impiegato oltre un decennio. In questo decennio sono stati gli stessi marchigiani a dimostrare gli errori nella pianificazione ospedaliera e sanitaria voluta dalla regione tanto da far enormemente aumentare l’indice di mobilità passiva, ossia il ricorso dei nostri corregionali ai servizi sanitari di altre regioni per far fronte ai loro bisogni di salute.

La seconda questione che va affrontata ripercorre un altro passo del ragionamento seguito dal Presidente Ceriscioli ed è quello relativo all’affermazione sugli investimenti realizzati dalla sanità marchigiana che migliorerebbero i servizi aumentando gli spazi di cura.

Questo sforzo citato dal governatore sarebbe apprezzabile e condivisibile, qualora corrispondesse al vero e non fosse smentito dai fatti. Non possiamo certo dimenticare che il presidente insieme a tutta la sua giunta regionale, responsabile quanto lui, abbia in questi anni ridotto gli spazi di cura chiudendo fisicamente tredici ospedali, depotenziandone molti altri ancora, con l’obiettivo di costruire ospedali unici provinciali e creare ampie praterie a disposizione del business dei privati.Purtroppo Ceriscioli, anche in questo periodo emergenziale, non pago delle ferite inferte alla sanità marchigiana, ha perseverato nei suoi intenti, mal investendo in una struttura provvisoria 12 milioni di euro all’interno di un polo fieristico, il cosiddetto Covid Hospital di Civitanova, tra l’altro completata parzialmente e oltre tempo massimo, invece di utilizzare strutture esistenti ampiamente idonee a tale scopo, che lui stesso ha chiuso o depotenziato negli ultimi due anni.È giunto dunque il momento che il governatore, ormai agli sgoccioli del suo mandato, compia un gesto di profonda responsabilità verso i cittadini marchigiani, rivedendo le proprie decisioni e riaprendo gli ospedali e i pronto soccorso del territorio per far fronte alla richiesta di salute dei propri corregionali, privilegiando il servizio pubblico e non il privato.La proposta più sensata, è quella presentata grazie ad un progetto di riorganizzazione sanitaria e ospedaliera alternativa elaborata in questi anni, proprio dal segretario provinciale di FdI Baldelli. 

Oggi quel piano è da prendere in considerazione ancor più convintamente, davanti ad una emergenza che ha mostrato agli occhi di tutti le debolezze e le criticità di un sistema sanitario regionale smantellato e dismesso dove a farne le spese sono stati i cittadini, soprattutto della nostra provincia, e quanti tra medici, infermieri e operatori sanitari si prodigano quotidianamente con sacrifici immani per strappare la vita alla morte.Riguardo invece la struttura del polo fieristico di Civitanova Marche per l’emergenza Covid-19, va detto che è stata voluta e fatta costruire con un incredibile dispendio di risorse pubbliche quando ben 13 ospedali funzionanti e funzionali sono stati chiusi dalla giunta Ceriscioli. Nelle ultime ore non pago di questo, vorrebbe ulteriormente impoverire le strutture sanitarie, trasferendo medici infermieri e operatori vari da marche nord, area vasta etc. Risultato: nessuna assunzione e dimezzamento del personale delle strutture operanti già al collasso per la carenza di operatori sanitari, medici e infermieri. Questa scelta potrebbe rivelarsi Ancor più disastrosa”.


Fabio Arrigoni Coordinamento provinciale FdI PU

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