giovedì, Maggio 16, 2024
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Processo Mediaset, magistratura choc. Ma Esposito non ci sta

“Fare chiarezza su fatti così gravi penso vada nell’interesse della credibilità della stessa magistratura: molti magistrati sono persone serie e perbene che non meritano di essere accomunate con quel gruppo di loro colleghi che si sono prestati ad operazioni politico-giudiziarie come quella condotta ai miei danni”. Così il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, sul proprio profilo Facebook.

Nel frattempo cresce la polemica intorno alla registrazione del 2013 pubblicata da Il Riformista in riferimento alla vicenda Mediaset. Il processo si concluse in Cassazione con la condanna di Berlusconi per frode fiscale. Ma uno dei giudici chiamati a decidere, Amedeo Franco, recentemente deceduto, intercettato in un colloquio privato con il Cavaliere e con alcuni testimoni, avrebbe definito la sentenza “una porcheria“.

“Mi hanno coinvolto – avrebbe asserito – in questa faccenda maledetta…se avessi saputo…io mi sarei dimesso, mi sarei dato malato, sarei andato in ospedale perché non volevo essere coinvolto in ‘sta cosa, in ‘sto affare. Berlusconi deve essere condannato a priori perché è un mascalzone! Questa è la realtà… A mio parere ha subito una grave ingiustizia… L’impressione è che tutta questa vicenda sia stata guidata dall’alto”.

Ora sembra che i legali di Berlusconi abbiano inviato i file audio alla Corte Europea di Strasburgo.

Ma l’ex presidente della III sezione feriale della Cassazione che il primo agosto del 2013 emise la sentenza di condanna sul procedimento Mediaset per frode fiscale, Antonio Franco, non ci sta. Intervistato da Il Fatto Quotidiano, ribadisce che la decisione venne presa dall’intero collegio e che le motivazioni vennero firmate da tutti. E si domanda perchè ed in quali circostanze sia avvenuto l’incontro con il Cavaliere.

Così, dopo il caso Palamara, un’altra vicenda arriva a scuotere le fondamenta della credibilità della magistratura. Fatti che vanno accertati, certo, ma che gettano un’altra inquietante ombra sul nostro sistema giudiziario.

“Quello che è stato documentato sulla sentenza di condanna di Silvio Berlusconi  – dichiara il leader i Fratelli d’Italia Giorgia Meloni – è l’ennesima prova che in Italia esiste un pezzo di magistratura che fa politica e attacca avversari politici, invece di cercare la giustizia e dare risposte ai cittadini. Fa rabbrividire l’idea che la legge non sia uguale per tutti e che ci siano giudici che utilizzino il loro potere per colpire qualcuno. E’ un affronto a tutti quei servitori dello Stato che ogni giorno fanno il loro lavoro e sono in trincea per difendere i diritti degli italiani. Perche’ senza giustizia non c’e’ libertà”.

Le fa eco il leader della Lega Matteo Salvini: “Dopo le intercettazioni di Palamara contro il sottoscritto, spunta un altro audio di un magistrato che ammette l’uso politico della Giustizia: solidarietà a Silvio Berlusconi per il processo farsa di cui è stato vittima. È l’ennesimo episodio che ci ricorda la necessità di una riforma profonda”.

Si dice perplesso anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi: “Non so dove sia la verità ma so che un Paese serio su una vicenda del genere – legata a un ex Presidente del Consiglio – non può far finta di nulla”.

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