mercoledì, Maggio 15, 2024
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Coronavirus, 239 esperti scrivono all’OMS: “Provata trasmissione aerea”

Una lettera aperta, firmata da 239 esperti di 32 paesi, chiede all’Oms di rivedere le proprie raccomandazioni sul Coronavirus, includendo anche la trasmissione aerea del virus. La missiva dei ricercatori sarà pubblicata la settimana prossima su un giornale scientifico, ma è stata anticipata dal New York Times.

Ne avevamo scritto per la prima volta a marzo, dopo aver visionato la rielaborazione di due studi che trattavano del comportamento in aria del bioaerosol. Con il nome Bio-aerosol si indicano tutte quelle particelle sospese nell’aria di origine biologica quali microorganismi come batteri e funghi, parti di animali come il pelo, pollini, tossine, virus (quindi anche Coronavirus). Tali studi ponevano in luce la necessità di prevedere campionamenti ambientali dell’aria che potessero ricondurre alla presenza del patogeno Covid-19 e nel caso attivare interventi di sanificazione ambientali outdoor come in Cina (oltre a sanificare gli ambienti indoor).


Il coronavirus sta mietendo vittime in tutto il mondo e si sta diffondendo in bar e ristoranti, uffici, mercati e casinò, dando origine a focolai di infezione che confermano sempre più ciò che molti scienziati hanno detto per mesi: il virus itrova la propria diffusione nell’aria, anche al chiuso.

Se la trasmissione aerea si rivelasse davvero un fattore significativo nella diffusione della pandemia, specialmente in spazi affollati con scarsa ventilazione, le conseguenze per il contenimento potrebbero essere significative. Le mascherine, a questo punto, potrebbero essere necessarie anche al chiuso, pur se in ambienti in cui si mantiene il distanziamento sociale. Gli operatori sanitari potrebbero aver bisogno di mascherine N95 che filtrano anche le più piccole goccioline respiratorie mentre si prendono cura dei pazienti affetti da Coronavirus.

I sistemi di ventilazione nelle scuole, nelle case di cura, nelle residenze e nelle aziende potrebbero dover ridurre al minimo l’aria di ricircolo e aggiungere nuovi potenti filtri.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha a lungo sostenuto che il Coronavirus si diffonde principalmente per mezzo di “goccioline respiratorie” espulse da persone infette con tosse e starnuti.

Ma, nella lettera aperta all’OMS, 239 scienziati di 32 paesi hanno delineato le prove che dimostrano che il virus potrebbe avere diffusione aerea. I ricercatori, come anticipato, hanno in programma di pubblicare la missiva su una rivista scientifica la prossima settimana.

Anche nel suo ultimo aggiornamento sul coronavirus, pubblicato il 29 giugno, l’OMS ha stabilito che la trasmissione aerea del virus è possibile solo a seguito di procedure mediche che producono aerosol o goccioline inferiori a 5 micron (un micron è pari ad un milionesimo di metro).

LM

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