mercoledì, Maggio 15, 2024
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Modica, bimbo di 21 mesi ucciso dalle botte. La tragedia di Evan

MODICA (RAGUSA) – E’ stata la madre del piccolo Evan ad allertare i soccorsi, il corpicino pieno di lividi. Non ha potuto fare a meno di notarli il personale medico dell’Ospedale Maggiore di Modica dove il piccolo, 21 mesi appena, è stato trasportato e dove è morto poco dopo, vittima di quella violenza feroce che solo i vigliacchi sanno infliggere ai più deboli.

La tragedia si colloca a Rosolini, comune del Siracusano, all’interno di una palazzina delle case popolari. Il sospetto che il bimbo fosse rimasto vittima di violenza all’interno delle mura domestiche si è acceso subito. Non poteva essere altrimenti, visto lo stato in cui si trovava il piccolo quando è arrivato in ospedale, tanto che il medico che l’ha visitato ne è rimasto profondamente turbato. La Procura di Siracusa ha disposto il fermo sia della madre 23enne di Evan, sia del convivente della donna, 32 anni, che non è il padre del piccolo.

I reati ipotizzati sono omicidio volontario e maltrattamenti in famiglia. La coppia è stata tradotta in carcere dagli agenti del commissariato di polizia di Modica, che stanno indagando sulla vicenda.

La segnalazione è scattata ad opera del personale medico del pronto soccorso dell’ospedale di Modica.

Gli inquirenti ipotizzano che sia stato il convivente della mamma di Evan a ridurlo in fin i vita a forza di botte, mentre lei non avrebbe fatto nulla per impedirlo.

Sarà ora l’autopsia a fare definitivamente chiarezza sulle cause del decesso del bimbo, anche se la presenza dei lividi riscontrati sul collo e sul corpo del bambino non lascerebbero adito a dubbi.
Il padre del bimbo, che lavora fuori regione e che aveva interrotto un anno fa la relazione con la donna, è stato informato e si è messo subito in viaggio per rientrare in Sicilia.

Sembra che proprio lui avesse presentato in Liguria, dove lavora, un esposto per maltrattamenti contro ignoti per lesioni ai danni del figlio.

La nonna paterna, infatti, aveva notato alcuni lividi che il piccolo aveva vicino all’orecchio, documentandoli con delle foto e parlandone poi con gli assistenti sociali, che avevano qualche giorno fa preso in carico la situazione. La mamma del bimbo avrebbe sempre trovato scuse poco plausibili per coprire quanto stava realmente accadendo.

A fare le spese di tutto questo un bimbo innocente che non aveva neanche 2 anni.

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