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Il film consigliato nel pomeriggio in TV: “Tutti gli uomini del Presidente” venerdì 28 agosto 2020

Il film consigliato nel pomeriggio in TV: “Tutti gli uomini del Presidente” venerdì 28 agosto 2020 alle 16:50 su IRIS (Canale 22) 

Tutti gli uomini del presidente (All the President’s Men) è un film del 1976 diretto da Alan J. Pakula e interpretato da Dustin Hoffman e Robert Redford. Basato sull’omonimo saggio scritto dai giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein, ripercorre l’inchiesta del Washington Post che nel 1972 portò allo scandalo Watergate e alle dimissioni di Richard Nixon da Presidente degli Stati Uniti.[1]

Oltre ad essere stato un grande successo di pubblico e critica, ha ricevuto otto candidature agli Oscar vincendone quattro, tra cui quelli a William Goldman per la migliore sceneggiatura non originale e a Jason Robards come miglior attore non protagonista.[2]

Nel 2003 l’American Film Institute ha inserito i due protagonisti al 27º posto tra i migliori “eroi” della storia del cinema e nel 2007 il film è risultato 77º nella lista dei 100 migliori film statunitensi di sempre.[3][4] L’AFI lo ha inoltre posizionato al 34º posto tra i cento film più commoventi e al 57º tra i cento film più avvincenti del cinema americano.[5][6] Nel 2010 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, in quanto giudicato “di rilevante significato estetico, culturale e storico”,[7] e nel 2017 è entrato nella Film Hall of Fame della Online Film & Television Association.[2]

La sera del 17 giugno 1972, cinque uomini vengono fermati mentre si trovano all’interno della sede del Partito Democratico, in uno dei palazzi del complesso residenziale Watergate a Washington. Il giorno successivo Bob Woodward, un giovane cronista del Washington Post, si trova in tribunale per seguire l’udienza e durante l’interrogatorio scopre che uno degli effrattori lavora per la CIA. Sospettando che l’episodio sia collegato alla campagna elettorale per la rielezione di Richard Nixon alla carica di Presidente degli Stati Uniti, comincia ad indagare negli ambienti governativi.

Anche Carl Bernstein, un altro cronista del quotidiano di Washington, si interessa all’argomento e se inizialmente il caporedattore Howard Simons vorrebbe affidare l’inchiesta a giornalisti più esperti in campo politico, il responsabile della cronaca locale Harry M. Rosenfeld insiste affinché venga lasciata ai due giovani cronisti. I due iniziano una complicata indagine, resa ancora più difficoltosa dall’omertà che circonda l’argomento. Gli indizi sembrano portare direttamente alla Casa Bianca, ma Woodward e Bernstein non riescono a trovare un filo che colleghi il Partito Repubblicano all’effrazione.

Il resto della stampa, compreso l’autorevole New York Times, si disinteressa della vicenda e l’inchiesta sembra arenarsi, ma Woodward ha un misterioso informatore nella redazione del Washington Post, soprannominato “Gola profonda”,[8] che pur senza fornire elementi espliciti cerca di indirizzarlo sulla strada giusta.

Il direttore del Washington Post Ben Bradlee, seppure inizialmente scettico, segue con attenzione l’indagine che si snoda attraverso uffici, conti esteri e movimenti di denaro che apparentemente non trovano un’origine né una destinazione, ma che lentamente sembrano convergere verso il cosiddetto CREEP, il Comitato repubblicano per la rielezione di Richard Nixon. Quest’ultimo nel frattempo, il 7 novembre dello stesso anno, viene rieletto a larga maggioranza Presidente contro il candidato del Partito Democratico George McGovern.

Pezzo dopo pezzo, Woodward e Bernstein scoprono che il CREEP è in realtà una potente organizzazione che utilizza lo spionaggio e la corruzione, con implicazioni della CIA e dell’FBI, al fine di sabotare la campagna elettorale del Partito Democratico. Il 9 maggio 1974, l’inchiesta del Washington Post porta all’apertura della procedura di impeachment nei confronti di Nixon che, esattamente tre mesi dopo, il 9 agosto dello stesso anno, presenta le dimissioni.

Regia di Alan J. Pakula

Con: Dustin Hoffman e Robert Redford

Fonte: WIKIPEDIA

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