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Marche, il geologo dell’Unicam Emanuele Tondi fa il punto della situazione sul sisma avvenuto ieri a Fabriano e Sarnano


MARCHE- La terra torna a tremare. Erano le 4.46 di ieri quando nella zona est di Fabriano, tra Cerreto d’Esi (AN) e Poggio San Vicino (MC) è stata avvertita distintamente una scossa di terremoto di magnitudo 3,5 con una profondità di 6 km. 


Altri due terremoti si sono verificati a Sarnano in provincia di Macerata alle ore 17.09 e alle 19.15, con magnitudo 3,2 e 3,4 che hanno avuto un ipocentro profondo dai 23 ai 25 km. 


A seguito dell’attività sismica, è salita la preoccupazione dei marchigiani che dopo la brutta esperienza del terremoto avvenuto nel 2016, si rivolgono al geologo dell’Università di Camerino, Emanuele Tondi.


L’esperto sul suo profilo Facebook scrive 


“I TERREMOTI DI FABRIANO (AN) E SARNANO (MC) DEL 27 AGOSTO 2020

Alle 4:46 un terremoto di magnitudo 3,5 si è verificato poco a est di Fabriano (AN), tra Cerreto d’Esi (AN) e Poggio San Vicino (MC). Il terremoto, con ipocentro a 6 km di profondità, è stato poi seguito da alcuni terremoti più piccoli di magnitudo inferiore a 2,0.

Alle 17:09 e alle 19:15 due terremoti di magnitudo 3,2 e 3,4, rispettivamente, hanno interessato la zona di Sarnano in provincia di Macerata, con ipocentro più profondo, tra 23 e 25 km. Anche qui gli eventi principali sono stati seguiti da terremoti più piccoli di magnitudo inferiore a 2,6.
Nel primo caso possiamo parlare di un singolo evento sismico, seguito da una breve e poco energetica sequenza di aftershocks, nel secondo caso di un piccolo sciamo sismico, in quanto si sono verificati due eventi principali seguiti rispettivamente da aftershocks.

Il contesto geologico e sismotettonico in cui si sono verificati gli eventi appena descritti è diverso, come per altro testimoniato dai meccanismi focali dei due eventi principali. A Fabriano si tratta di una faglia normale, localizzata nella crosta superiore e simile a quelle presenti lungo la dorsale appenninica che hanno generato gli eventi sismici del 2016. Mentre a Sarnano, che si trova nel settore esterno appenninico, la faglia è più profonda ed ha una componente sia trascorrente che inversa. Per informazioni sulla classificazione delle faglie in base al movimento che realizzano è possibile collegarsi al sito web dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – INGV a questo link: http://www.ingv.it/emergeo/geologia-del-terremoto/le-faglie

Il terremoto storico di riferimento per Fabriano è quello del 24 Aprile 1741, mentre per Sarnano è il terremoto del 28 Luglio 1799, tutti e due con magnitudo stimata circa 6,0. Questa è considerata la massima magnitudo possibile per le due aree. Per ulteriori informazioni su questi due terremoti si possono consultare i cataloghi dei terremoti storici disponibili nel sito web dell’INGV tra cui: https://emidius.mi.ingv.it/ASMI/
Gli eventi sismici di Fabriano e Sarnano sono stati generati da piccole faglie e, vista la distanza, possiamo affermare che non hanno una correlazione tra loro.

Inoltre, sono localizzati all’esterno della zona destabilizzata dai forti eventi sismici del 2016 e quindi non appartengono a quella sequenza sismica. Terremoti con queste magnitudo avvengono spesso in tante parti d’Italia, non possiamo sapere se anticipano qualche cosa di più importante, generalmente no, ogni tanto si. Vale quindi l’unica raccomandazione utile e cioè di abitare e frequentare edifici non vulnerabili.
n.b. i dati sismologici sui terremoti di Fabriano e Sarnano e la mappa sono tratti dal sito web dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia INGV http://terremoti.ingv.it/ “

Elisa Cinquepalmi 

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