martedì, Maggio 14, 2024
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Trieste, maxi operazione contro la pedopornografia online: 13 denunce

TRIESTE – Vasta operazione della Polizia Postale di Trieste e Udine coordinata dal Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, disposta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trieste, nell’ambito del contrasto alla pedopornografia online  che ha portato all’esecuzione di 11 decreti di perquisizione in 6 regioni italiane e a alla denuncia di 13 persone,  responsabili di detenzione di immagini video e foto pedopornografiche.

L’attività di indagine particolarmente complessa, che ha visto impegnate le unità specializzate del Compartimento della Polizia Postale del Friuli Venezia Giulia, si è sviluppata attraverso il costante monitoraggio della rete internet che, con la meticolosa analisi dei dati informatici ha portato all’emersione di  chat e commenti all’interno di comunità virtuali sui files pedopornografici che coinvolgevano ragazze molto giovani anche tredicenni. In particolare sono state rilevate richieste da parte di alcuni utenti di informazioni sulle ragazze: nazionalità, età, nome,  tipologia e visione degli atti sessuali.

Sono state individuate pagine del servizio di pagamento digitale e trasferimento di denaro  e alcuni forum con discussioni sulla Bibbia 3.0, un catalogo di immagini e video a carattere pornografico e pedopornograficodi cui gli internauti dietro pagamento richiedevano lo scaricamento digitale.

Il Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, attraverso forme di collaborazione internazionale e richieste di rogatorie alle Autorità Giudiziarie Statunitensi è riuscito a sviluppare numerose transazioni finanziarie dei conti PayPal e a identificare sia il gestore del sito che forniva le immagini pedopornografico sia gli utenti che avevano richiesto, ottenuto e pagato il materiale pedopornografico.

La lunga e capillare attività di indagine degli investigatori di Trieste e Udine ha consentito di dare un nome ai nickname utilizzati in rete dai pedofili portandoli allo scoperto e  fuori dall’ anonimato della  rete.

Le perquisizioni personali locali e sui sistemi informatici, emesse dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trieste, sono state eseguite in Campania, Emilia Romagna, Marche, Lombardia, Piemonte e Veneto ed hanno portato al sequestro di telefonini, tablet, hard disk, pen drive, computer e account di email. Durante le perquisizioni venivano altresì rinvenuti alcuni account utilizzati dagli indagati per la richiesta di materiale pedopornografico e ulteriore materiale illecito custodito sui supporti informatici, sottoposti a sequestro.

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