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Lo spegnimento del fuoco di Vesta a Roma e la maledizione di Serena

Lo spegnimento del fuoco di Vesta a Roma e la maledizione di Serena

ROMA – Il 24 febbraio è stato il giorno della memoria per i seguaci della “Prisca Religio”.

Il 24 febbraio 391, per effetto del primo dei Decreti Teodosiani, tesi a cancellare ogni culto diverso dal Cristianesimo, ed in particolare la religione politeista degli Dėi nell’Impero Romano, fu spento il Fuoco Sacro che ardeva da un millennio nel Tempio della Dea Vesta nel Foro di Roma, simbolo sacro della Dea e della città stessa di Roma, ed in stretta connessione simbolica con il Calendario Sacro legato alle attività agricole ed alla fertilità della terra.

Quello stesso giorno fu sciolto l’ordine delle Vestali che avevano l’incarico di mantenere il fuoco perennemente acceso e di custodire gelosamente il Palladio, uno dei sette “pignora imperi”, oggetti sacri che garantivano il potere e la sicurezza di Roma. Sulle sorti del Palladio resta il mistero. L’oggetto sarebbe stato portato in Italia da Enea direttamente da Troia, poi fatto scomparire dalla Vestali nel 394 per evitarne la profanazione, ma le versioni non sono concordanti (Sul Palladio vedi Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane I 69, 2-4 oppure Virgilio, Eneide, II 164-166).

Così 1630 anni fa, l’Imperatore Teodosio fece spegnere il Fuoco Sacro di Vesta.
Il fatto è stato raccontato così dallo storico bizantino del VI secolo Zosimo in “Storia Nuova”
:

“……….Quando Teodosio il Vecchio (I) dopo aver abbattuto la tirannide di Eugenio venne a Roma , ed indusse tutti a trascurare i riti sacri , vietando che le cerimonie fossero organizzate a spese pubbliche , sacerdoti e sacerdotesse vennero espulsi e nei templi non si tennero piu’ le sacre funzioni . Allora Serena (nipote di Teodosio e moglie del generale Stilicone n.d.r.), deridendo queste cose , volle visitare il Tempio della Grande Madre , appena vide che la statua di Rea portava una collana degna del Culto riservato ad una Dea , la tolse dal collo della Statua e la mise sul suo . Quando una Vecchia , una delle vergini Vestali , che era rimasta nel Tempio , le rinfacciò la sua empietà, essa la oltraggiò ordinando al suo seguito di cacciarla via . Allora costei lancio’ contro Serena , il marito e i figli tutte le imprecazioni che il suo atto sacrilego meritava . Ma Serena non tenne in nessun conto queste parole e usci’ dal Tempio splendidamente ornata . Spesso ebbe sogni e visioni che le annunciavano la prossima morte , lo stesso toccò anche a molti altri . E la Giustizia che colpisce gli empi riuscì a compiere il suo dovere . Serena pur essendo stata avvertita , non potè sfuggire al suo destino , ma porse al cappio quel collo che aveva cinto con l’ ornamento della Dea”.

La Principessa Imperiale Serena col marito, il Generalissimo Stilicone e il figlioletto Eucherio

La principessa Serena, consorte del generale Stilicone ucciso il 22 agosto del 408, venne decapitata come il marito per alto tradimento nello stesso anno. Secondo Olimpiodoro, il Senato di Roma, grazie (si dice) anche alla testimonianza della Principessa Galla Placidia, sorella dell’allora Imperatore d’Occidente Onorio (Figlia di Teodosio I), accusò Serena di complicità col Re dei Visigoti Alarico che ambiva a diventare un federato dell’Impero senza avere avuto fino a quel momento delle concessioni da parte della corte di Ravenna e che, pertanto, stava assediando la città di Roma che poi saccheggerà dal 24 al 27 agosto 410.

Il seguace della Prisca Religio di rango senatorio Pompeianus, in qualità di “praefectus urbi” di Roma presiedette il processo, che si concluse con Serena condannata a morte. Venne ucciso anche suo figlio Eucherio mentre la figlia Termanzia morì a breve distanza di tempo.

Ecco che la “maledizione” della Vestale fece il suo corso e la Principessa Serena venne decapitata per volontà di un seguace della Prisca Religio che ordinò che le venisse tagliato quel collo che indossò la collana della Dèa Rea, compiendo un atto di empietà verso la divinità.

Cristiano Vignali

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