giovedì, Maggio 16, 2024
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Salvini: La riforma Bonafede? Archiviata nonostante il nervosismo a 5stelle

Salvini: La riforma Bonafede? Archiviata nonostante il nervosismo a 5stelle

Salvini, leader della Lega: “Smontata La riforma Bonafede”

Continua oggi lo scontro al calor bianco sulla riforma della giustizia fra le forze politiche che sostengono il governo Draghi, tutte intente ad accreditarsi il successo sulla mediazione finale a danno degli avversari.

“Sono soddisfatto di avere smontato la riforma Bonafede e siccome” ironizza il leader della Lega “Conte-Bonafede sono una coppia di fatto capisco il loro nervosismo”. Così sulla Stampa, il leader della Lega, Salvini, dopo l’accordo in Cdm sulla riforma del processo penale. “Anche in questo caso la Lega è stata forza di garanzia e equilibrio”. “Oltre ai reati di mafia abbiamo aggiunto (…)il tema della violenza sessuale e dello spaccio di droga come reati particolarmente gravi”, ha detto Salvini, invitando il premier ad essere meno paziente con i 5 Stelle..

Ma Bonafede rivendica i risultati ottenuti: blindati i processi di mafia

Giunge però dal fronte pentastellato la replica dell’ex Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

“Quello che abbiamo fatto oggi è stato blindare i processi di mafia, di terrorismo e di violenza sessuale, e di mettere in maggiore sicurezza tutti gli altri che rischiavano di andare in fumo”.Così a Repubblica l’ex guardasigilli, Bonafede, circa l’accordo raggiunto in Cdm sul processo penale. Per Bonafede la “giustizia” deve essere certa.Ma “in questa maggioranza ci sono tante altre forze politiche che combattono contro questo principio.E che vorrebbero riempire di tagliole l’intero percorso della giustizia”.

Intanto il Guardasigilli Marta Cartabia incontra il Premier Draghi

Il ministro della Giustizia Marta Cartabia si è recata a Palazzo Chigi. Il Guardasigilli – sebbene fonti ufficiali non confermino – potrebbe aver incontrato il premier Mario Draghi sulla riforma del processo penale in merito alla quale sarebbe in dirittura di arrivo la proposta di mediazione del governo su alcune (poche) richieste avanzate dal M5S.

Ieri pomeriggio, sul dossier, c’è già stato un incontro tra Cartabia e Draghi.

“In pochi giorni capiremo se le nostre richieste hanno trovato accoglimento o meno. È chiaro che una prospettiva di fiducia alla riforma senza alcune modifiche sarebbe per noi difficile”, ha detto, a quanto si apprende, il leader in pectore del M5s Giuseppe Conte parlando della riforma della giustizia ai parlamentari pentastellati alla Camera. 

“Sulla riforma della giustizia ci sono margini di manovra ristretti. Ma io li sto sfruttando tutti e ce la sto mettendo tutta”, ha detto Conte parlando con i parlamentari pentastellati. Conte ha parlato di un “colloquio costruttivo con Draghi, ma ho chiarito che la proposta come originariamente formulata pone problemi serissimi al Movimento”.

“La vera sfida è ricondurre la durata del processo penale e civile a tempi ragionevoli, in linea con gli standard dei Paesi più avanzati dell’Unione Europea. Una risposta di giustizia che sia certa e fornita in tempi rapidi costituisce uno dei maggiori incentivi per gli investimenti, una delle condizioni essenziali per attrarre nuove risorse e nuovi capitali”, ha detto la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati alla cerimonia del Ventaglio riferendosi alla riforma della giustizia e in particolare dei tempi dei processi.

Forza Italia ha chiesto che tra gli oggetti dell’allargamento del perimetro della riforma del processo penale, non ci sia solo l’abuso di ufficio, bensì anche “la definizione di pubblico ufficiale, incaricato di pubblico servizio e persona esercente servizio di pubblica necessità”. La richiesta è stata formalizzata dal capogruppo in Commissione Giustizia Pierantonio Zanettin.

Gli emendamenti di Fi alla riforma della procedura penale che riguardano l’abuso di ufficio sono inammissibili per estraneità di materia, scrive il presidente della Camera Roberto Fico rispondendo al ricorso del centrodestra, e confermando quindi la decisione del presidente della Commissione Mario Perantoni, che venerdì li aveva dichiarati inammissibili.

La riforma della Giustizia della ministra Marta Cartabia “rischia di segnare un ulteriore incremento di prestigio per le organizzazioni mafiose”, perché “i boss si dimostrano sempre capaci di celebrare i loro processi ed emettere le loro sentenze, mentre lo Stato dimostrerebbe la sua impotenza”. Ad affermarlo in un’intervista a ‘Il Fatto Quotidiano’ è il consigliere del Csm Nino Di Matteo, per il quale la riforma “ricorda per analogie evidenti la cosiddetta riforma del processo breve dell’ultimo governo Berlusconi, che rappresentava un pericolo per la tenuta stessa del sistema democratico”.

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