martedì, Maggio 14, 2024
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Anticipazioni per il Grande Teatro di Du Maurier in TV del 18 agosto alle 15.40 su Rai 5: “Rebecca, la prima moglie”

Anticipazioni per il Grande Teatro di Daphne du Maurier in TV del 18 agosto alle 15.40 su Rai 5: “Rebecca, la prima moglie” con Amedeo Nazzari

“Dal cinema al teatro” con Rai5

Per il Grande Teatro in TV in onda oggi mercoledì 18 agosto alle 15.40 su Rai 5 il dramma “Rebecca la prima moglie” di Daphne Du Maurier nella versione messa in scena sulla Rai nell’agosto 1969 con la magistrale regia di Eros Macchi.

La versione scenica interpretata da Amedeo Nazzari e Ileana Ghione nei panni che furono di Laurence Olivier e Joan Fontaine nel film di Alfred Hitchcock del 1944 tratto dal romanzo della Du Maurier che Rai Cultura propone per il ciclo “Dal cinema al teatro”.

L’opera, con la traduzione di Paola Ojetti, ha per protagonista una giovane dama di compagnia che conosce e sposa il ricco e affascinante Maxim de Winter, rimasto vedovo di recente. Arrivati a nella splendida tenuta dei de Winter in Cornovaglia, il ricordo ossessionante della prima moglie Rebecca, alimentato da un’eccentrica governante, porta la ragazza sull’orlo della follia, finché il mare non restituisce il cadavere della prima moglie. Maxim è accusato di omicidio, ma nel corso delle indagini si viene a sapere che Rebecca era malata terminale di cancro e questo porta ad ipotizzare che la donna si sia suicidata. Maxim viene scagionato e lui e la nuova moglie possono finalmente vivere tranquilli.   

Rebecca, la prima moglie (titolo originale: Rebecca) è un romanzo scritto nel 1938 da Daphne du Maurier. Il romanzo fu tradotto in moltissime lingue, fino a risultare l’opera di narrativa più letta nell’anno di prima pubblicazione[senza fonte].

In Italia, il romanzo venne pubblicato inizialmente con il titolo La prima moglie (Rebecca).

Per descrivere la magione di Manderley, du Maurier si ispirò alla proprietà di Menabilly, in Cornovaglia, nella quale in seguito si ritirerà a vivere.

Da questo romanzo è stata anche realizzata una versione per il teatro, mentre Orson Welles – nello stesso 1938 – produsse un fortunato adattamento radiofonico del lavoro letterario.

Una citazione del romanzo è contenuta nella storia di spionaggio Il codice Rebecca di Ken Follett: il protagonista nasconde un codice di cifratura tra le pagine di una copia del romanzo di du Maurier, citato peraltro anche nel film

Trama

A Montecarlo la narratrice senza nome, una giovane dama di compagnia che lavora per una ricca signora americana, conosce il ricco vedovo Maxim de Winter, dal carattere scostante e misterioso. Dopo due settimane di corteggiamento, Maxim propone molto freddamente alla giovanissima ragazza, appena ventenne, di sposarlo e seguirlo nella sua elegante dimora di Manderley, in Cornovaglia. La protagonista accetta, abbandonando così la sua vita precedente.

Nel trasferirsi a Manderley, tuttavia, la nuova Signora de Winter incontra molte difficoltà nell’adattarsi ad un ambiente talmente raffinato: infatti la sua timidezza e goffaggine stridono con la mondanità, eleganza e bellezza ancora vivi nel ricordo della defunta Rebecca de Winter, la precedente moglie di Maxim morta in un tragico incidente a bordo del proprio panfilo.

La servitù, ancora abituata a gestire la casa come avrebbe voluto Rebecca, coglie immediatamente lo scarto fra le due figure, ma è in particolare la Signora Danvers a spiccare in questo contesto. Infatti la tetra e inquietante governante della casa non si limita a carpire l’inesperienza della seconda Signora de Winter, ma manifesta prima indirettamente, poi più apertamente la sua ostilità nei confronti della giovane narratrice. Infatti, la Signora Danvers sembra alimentare morbosamente il ricordo ossessionante di Rebecca, che aveva accudito fin dalla giovinezza, mantenendo intatta la casa come era stata lasciata dalla donna poco prima di morire. Per tormentare la narratrice, non perde occasioni per sottolineare la sua incapacità ricordandole come Rebecca agisse diversamente nel gestire Manderley, insinuando la sua inferiorità nei confronti della precedente padrona della tenuta.

Il colmo della persecuzione psicologica a opera della Signora Danvers avviene in occasione del ballo in maschera che si tiene ogni anno nella residenza: l’anziana donna consiglia alla sua vittima di indossare un abito ispirato al ritratto di Caroline de Winter, un’antenata di Maxim. La ragazza segue il consiglio della Signora Danvers, senza sapere che quello era proprio il vestito indossato per l’ultimo ballo in maschera organizzato da Rebecca poco prima della sua morte. Nel vedere la sua nuova moglie vestita come Rebecca, Maxim si infuria e le intima di andarsi a cambiare d’abito.

Il giorno seguente la giovane donna confronta la Signora Danvers, che le rivela ormai apertamente che la disprezza perché crede che voglia prendere il posto di Rebecca come nuova Signora de Winter e la incita a suicidarsi gettandosi da una finestra. Ciò viene impedito dalla distrazione causata da dei razzi di segnalazione provenienti dalla spiaggia vicina che attirano l’attenzione delle donne: si scopre infatti che una nave si è arenata per via della nebbia fitta. Durante le operazioni di ispezione dello scafo, un sommozzatore scopre il relitto del panfilo di Rebecca, trovando anche il suo cadavere decomposto nella cabina.

Lo sconvolgente episodio incita Maxim a rivelare alla moglie la verità, ovvero che ha ucciso lui la moglie con un colpo di pistola attraverso il cuore, spostando poi il cadavere sulla sua imbarcazione e affondandola, simulando così un incidente dovuto al forte vento. L’uomo prosegue la sua confessione spiegando di essere stato spinto al delitto per via della sua relazione con la precedente moglie, tutt’altro che romantica: viene infatti rivelato che i due si odiavano profondamente, che Rebecca era una donna falsa e apparentemente innocente, votata in realtà a continue tresche clandestine.

La notte che fu uccisa, la donna aveva provocato il marito dicendogli di essere incinta di un altro e che avrebbe fatto crescere il bambino spacciandolo per un de Winter. La protagonista non sembra essere turbata dal fatto che il marito sia un assassino, ma gli offre invece la sua complicità in quanto moglie. Inoltre, si rivela sollevata che l’unica donna che Maxim avesse mai amato fosse solo lei, fugando tutti i dubbi che aleggiavano nella sua mente riguardo al suo matrimonio con un uomo che credeva l’avesse scelta come moglie solo per colmare la sua solitudine.

Per via delle recenti scoperte, Maxim viene convocato in tribunale per chiudere formalmente le indagini. Viene qui scoperto che l’imbarcazione di Rebecca era stata danneggiata di proposito per farla affondare, ma nonostante la posizione sospetta di Maxim si giunge ad un verdetto di suicidio. Tuttavia, il cugino di primo grado nonché amante di Rebecca, Jack Favell, cerca di ricattare Maxim minacciandolo di rivelare che la donna era stata assassinata, sostenendo di poterlo provare grazie ad un biglietto inviatogli da Rebecca la notte della sua morte.

I tentativi di Favell di ricattare e in seguito di smascherare Maxim falliscono entrambi: si viene infatti a sapere dal dottor Baker, un medico consultato da Rebecca il giorno della sua morte, che la donna era malata terminale di cancro e che per via di una malformazione all’utero non avrebbe mai potuto avere bambini. Viene dunque confermato il verdetto di suicidio, visto come mezzo usato dalla defunta per sfuggire ad una morte lenta. Scagionato dalle accuse, Maxim ipotizza che Rebecca lo avesse usato e incitato di proposito ad ucciderla perché potesse morire in fretta, sapendo con certezza che provocandolo lui le avrebbe sparato.

La narrazione si chiude con il ritorno dei coniugi dalla residenza londinese del dottor Baker a Manderley. Maxim ha un pessimo presentimento e vuole affrettare il suo rientro: le sensazioni infauste dell’uomo vengono confermate, poiché, arrivati in vista di Manderley, vedono la residenza avvolta dalle fiamme nel bagliore distante della notte.

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