mercoledì, Maggio 15, 2024
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Antonio Pignataro: “Amo Macerata, lì ho lasciato il cuore”

Antonio Pignataro: “Amo Macerata, lì ho lasciato il cuore”

di Maurizio Verdenelli

“Amo Macerata e l’ho amata cosi’ tanto da rinunciare, per completare la mia opera per Lei, a piazze ambite come Trapani e Caltanisetta”, mi dice il dottor Antonio Pignataro. Lui e’ il questore che nel capoluogo di provincia marchigiano  (al cui capezzale con urgenza era stato voluto da Roma) sbarro’ la strada alla malavita, il superpoliziotto dal tratto gentile dei casi Pamela e Traini. ‘Questioni’ che lanciarono il nome di Macerata fin sulle prime pagine dei quotidiani cinesi. La battaglia ai pusher purtroppo non e’ finita sul territorio maceratese. Anzi l’ultima statistica vede negli ultimi tempi peggiorata la situazione di una provincia, gia’ maglia nera di una regione maglia nera riguardo ai morti per overdose.

Il dottor Pignataro con Giuseppe Bommarito, avvocato e scrittore in prima linea nella lotta alla droga

Dopo la sua improvvisa partenza alla vigilia di due Natali fa, incontriamo il dottor Pignataro a Palazzo di Giustizia invitato a presentare il libro di Federica Paccaferri (‘Il coraggio di restare’, Nasroc editore), interprete dell’imputato, il giovane nigeriano Innocent Oseghale, condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Macerata per l”omicidio di Pamela Mastropietro. Pena confermata in Appello ma che ora e’ sub judice a Perugia dove la Cassazione ha rinviato ‘tutte le carte’.

A Palazzo di Giustizia ci sono pure avvocati (l’Ordine, presente con l’avv.Paola Medori, ha previsto per l’occasione crediti formativi) e i proff.ri Rino Froldi e Mariano Cingolani.

da sx: l’avv. Paola Medori, il dottor Pignataro, il prof. Rino Froldi, il prof. Mariano Cingolani

Non dunque a caso Antonio Pignataro – che poi vorra’ accanto a se’ l’avvocato e scrittore Giuseppe Bommarito, protagonista della lotta alla droga – si e’ rivolto, lui calabrese di Acri, ai presenti con un “Cari concittadini…Ho lasciato il cuore a Macerata”. Poi mostrando l’ormai notissimo titolo di ‘Repubblica’ “Macerata, il laboratorio della paura” l’ex questore ha controdedotto: “In realta’ e’ stata il laboratorio del coraggio, della soludarieta’ e dell’accoglienza”. Nessun cenno ad una presunta centrale sul territorio della potente mafia nigeriana: “C’e’ stato un gruppo, e’ vero, di nigeriani dedito allo spaccio, ma certo non tutti”. “Ricordo che la vittoria conseguita in citta’ sulla criminalita’ e’ stata degnamente celebrata alla Festa della Polizia de 2019”.

Da sx: la dott.ssa Glenda Pagliariccio, la dott.sssa Federica Paccaferri, il dottor Pignataro, l’avv. Renato Coltorti

Alla presentazione del libro di Federica Paccaferri, con il coordinamento della dott.ssa Glenda Pagliariccio, hanno inoltre preso parte gli avv.ti Paola Medori e Renato Coltorti in rappresentanza dell’Ordine, l’on. Tullio Patassini (Lega), i proff. Rino Froldi e Mariano Cingolani e chi scrive.

“Un caso unico nella storia della criminologia mondiale quello di Pamela: neppure la cronaca degli ultimi 25 anni di New York ha mai registrato uno scempio scientifico del cadavere all’interno di un percorso criminale” ha dichiarato il prof. Cingolani, medico legale e docente Unimc. Il quale, in precedenza era stato perito nel processo Meredith a Perugia.

L’on. Tullio Patassini con l’autrice de ‘Il Coraggio di restare’

“A Macerata sembrava imminente -ha rivelato Cingolani- l’entrata in scena come consulente di parte di un celebre anatomo patologo, che poi evidentemente ha preferito partecipare ad un congresso internazionale di studi del settore in Usa alla difesa di Oseghale. Non nascondo e glielo dissi pure nel corso di una telefonata che mi fece lui nell’attesa di decidere circa l’incarico, che mi sarebbe piaciuto misurarmi con una tale intelligenza ebdottrina”.

Da parte sua il professor Froldi, tossicologo forense, gia’ direttore dell’Istituto di Medicina Legale (Unimc) ha fatto una bellissima recensione pubblica al libro ‘Il Coraggio di restare’ sottolineando sia le capacità di Federica sia l’umiltà dimostrata nelle difficili pieghe di un processo che aveva addosso gli occhi del mondo. “Ed abile, anche nel ricostruire tutti i tratti salienti del processo” ha concluso Froldi.

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