mercoledì, Maggio 15, 2024
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Anticipazioni per il Grande Teatro di Shakespeare in TV del 26 novembre alle 15.45 su Rai 5: “Romeo e Giulietta”

Anticipazioni per il Grande Teatro di Shakespeare in TV del 26 novembre alle 15.45 su Rai 5: “Romeo e Giulietta” regia di Mario Martone dal Piccolo di Milano – Per la prima volta regista di una produzione del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Mario Martone sceglie “Romeo e Giulietta”, la tragedia degli amanti veronesi che William Shakespeare scrisse tra il 1594 e il 1596 e ambientò nel 1500, nel cuore del Rinascimento italiano. Uno spettacolo teatrale che Rai Cultura propone domenica 26 novembre alle 15.45 in prima visione su Rai 5, come ultimo appuntamento con il ciclo “Shakespeare forever”.

Al centro del testo è l’amore, improvviso e intensissimo come può esserlo tra due adolescenti, reso ancora più forte dalle avversità, desideroso solo di abbattere qualunque ostacolo alla propria realizzazione. È la fiaba, con tutti i suoi crismi – i filtri magici, le traversie dei due amanti, l’esilio, gli alleati dei protagonisti e i loro nemici, il matrimonio imposto, i duelli… – ma senza il lieto fine.

Più di quattro secoli dopo, i temi del testo – nella traduzione di Chiara Lagani -sono prepotentemente al centro del nostro vissuto quotidiano: «Mettiamo in scena un mondo in cui lo scontro domina senza ragione, in cui il senso stesso dell’esistenza sembra essere nello scontro – spiega Martone – Una pestilenza che rende impossibile l’arrivo di una lettera ma non frena le feste.

Un amore che sboccia all’improvviso per sfuggire a tutto questo, innocente com’è, e ribelle. Un amore illuminato solo dalla luce della luna e dell’alba, che ha per testimoni degli uccelli. La natura, immanente, che aspetta un cambiamento che non arriverà mai». Per la sua versione di questo titolo così popolare, tante sono le rivisitazioni che ha conosciuto in teatro, al cinema, nell’opera e nel balletto, Martone sceglie una compagine di giovani attori cui si affiancano alcuni professionisti della scena. 

Nel cast, in ordine alfabetico, Alessandro Bay Rossi, Gabriele Benedetti, Leonardo Castellani, Michele Di Mauro, Raffaele Di Florio, Emanuele Maria di Stefano, Francesco Gheghi, Jozef Gjura, Lucrezia Guidone, Licia Lanera, Anita Serafini, Benedetto Sicca, Alice Torriani. E con Leonardo Arena, Giuseppe Benvegna, Francesco Chiapperini, Carmelo Crisafulli, Giacomo Gagliardini, Hagiar Ibrahim, Francesco Nigrelli, Libero Renzi, Federico Rubino e gli allievi del Corso “Claudia Giannotti” della Scuola di Teatro Luca Ronconi del Piccolo Teatro di Milano Clara Bortolotti, Giada Ciabini, Ion Donà, Cecilia Fabris, Sofia Amber Redway, Caterina Sanvi, Edoardo Sabato, Simone Severini.

Le scene sono di Margherita Palli, i costumi di Giada Masi, luci di Pasquale Mari, suono di Hubert Westkemper. Regia televisiva di Marco Odetto.

Romeo e Giulietta (The Most Excellent and Lamentable Tragedy of Romeo and Juliet – L’Eccellentissima e Tristissima Tragedia di Romeo e Giulietta) è una tragedia di William Shakespeare composta tra il 1594 e il 1596, tra le più famose e rappresentate, nonché una delle storie d’amore più popolari del mondo.

La vicenda dei due protagonisti ha assunto nel tempo un valore simbolico, diventando l’archetipo dell’amore perfetto, ma avversato dalla società. Innumerevoli sono le riduzioni musicali (per esempio: il poema sinfonico di Čajkovskij, il balletto di Prokof’ev, l’opera di Gounod, l’opera di Bellini I Capuleti e i Montecchi e il musical West Side Story) e cinematografiche (fra le più popolari quelle dirette da Zeffirelli e Luhrmann).

Trama

Nel prologo il coro racconta come due nobili famiglie di Verona, i Montecchi e i Capuleti, si siano osteggiate per generazioni e che «dai fatali lombi di due nemici discende una coppia di amanti, nati sotto cattiva stella, il cui tragico suicidio porrà fine al conflitto».

Il primo atto (composto da cinque scene) comincia con una rissa di strada tra le servitù delle due famiglie (Gregorio, Sansone, Abramo e Benvolio), interrotta da Escalo, principe di Verona, il quale annuncia che – in caso di ulteriori scontri – i capi delle due famiglie sarebbero stati considerati responsabili e avrebbero pagato con la vita; quindi fa disperdere la folla. Il conte Paride, un giovane nobile, ha chiesto al Capuleti di dargli in moglie la figlia Giulietta, poco meno che quattordicenne. Capuleti lo invita ad attendere perché ritiene la figlia ancora troppo giovane, ma alle insistenze di Paride gli permette di farle la corte e di attirarne l’attenzione durante il ballo in maschera del giorno seguente. Anche la madre di Giulietta cerca di convincerla ad accettare le offerte di Paride. Questa scena introduce la nutrice di Giulietta, l’elemento comico del dramma.

Il rampollo sedicenne dei Montecchi, Romeo, è innamorato di Rosalina, una Capuleti (personaggio che non compare mai) che – per un voto di purezza e castità – non vuole corrispondere alle attenzioni di Romeo. Mercuzio (amico di Romeo e congiunto del principe) e Benvolio (cugino di Romeo) cercano invano di distogliere Romeo dalla sua malinconia, quindi decidono di andare mascherati alla casa dei Capuleti per divertirsi e cercare di dimenticare. Romeo, che spera di vedere Rosalina al ballo, incontra invece Giulietta.Romeo e Giulietta, dipinto di Ford Madox Brown

I due ragazzi si scambiano poche parole, ma sufficienti a farli innamorare l’uno dell’altra e a spingerli a baciarsi. Prima che il ballo finisca la balia rivela a Giulietta il nome di Romeo, il quale apprende che la ragazza è la figlia dei Capuleti. Il secondo atto (composto da sei scene) inizia quando Romeo si congeda dai suoi amici e – rischiando la vita – si trattiene nel giardino dei Capuleti dopo la fine della festa. Durante la famosa scena del balcone i due ragazzi si dichiarano il loro amore e decidono di sposarsi in segreto. Il giorno seguente il francescano frate Lorenzo – con l’aiuto della balia – unisce in matrimonio Romeo e Giulietta, sperando che la loro unione possa portare pace tra le rispettive famiglie.

Nel terzo atto (composto da cinque scene) le cose precipitano quando Tebaldo, cugino di Giulietta e di temperamento iracondo, incontra Romeo e cerca di provocarlo a un duello. Romeo rifiuta di combattere contro colui che è ormai anche suo cugino, ma Mercuzio (ignaro di ciò) raccoglie la sfida. Nel tentativo di separarli Romeo permette inavvertitamente a Tebaldo di ferire Mercuzio, che muore augurando «la peste a tutt’e due le vostre famiglie» e nell’ira Romeo uccide Tebaldo per vendicare l’amico. Giunge il principe che chiede chi abbia provocato la mortale rissa e Benvolio racconta di come Romeo abbia tentato invano di placare le offese e le angherie di Tebaldo. Donna Capuleti mette in dubbio però tale racconto poiché fatto da un Montecchi e allora il principe condanna Romeo solo all’esilio, dato che Mercuzio era suo congiunto e Romeo ha agito per vendicarlo. Romeo deve quindi lasciare la città prima dell’alba del giorno seguente e non più tardi del cambio della guardia, altrimenti sarà messo a morte.

Giulietta apprende intanto dalla sua balia della morte di Tebaldo (suo cugino) e del bando per Romeo e chiede disperata alla balia di trovare Romeo, portargli il suo anello e chiedergli di incontrarla per l’ultimo addio. La balia si reca quindi da frate Lorenzo, dove Romeo ha trovato rifugio e insieme concordano di far incontrare i due sposi. Nel frattempo il conte Paride incontra i Capuleti per chiedere delle nozze con Giulietta e questi decidono di fissare la data per giovedì, così da sollevare il morale alla figlia, credendo si stia disperando in lacrime per la morte di Tebaldo. I due sposi riescono a passare insieme un’unica notte d’amore e all’alba, svegliati dal canto dell’allodola, messaggera del mattino (che vorrebbero fosse il canto notturno dell’usignolo), si separano e Romeo fugge a Mantova. La mattina dopo Giulietta apprende dai suoi genitori della data delle nozze con Paride e al suo rifiuto viene verbalmente aggredita dal padre, che minaccia di diseredarla e cacciarla dalla sua casa. Giulietta chiede invano conforto alla sua Balia e poi, fingendo un ravvedimento, manda questa a chiedere ai suoi il permesso di andare a confessarsi con frate Lorenzo per espiare il torto fatto con il suo rifiuto.

Il quarto atto (composto da cinque scene) inizia con un colloquio tra frate Lorenzo e Paride, che gli annuncia il matrimonio con Giulietta per giovedì. Poco dopo giunge la ragazza, la quale si trova quindi di fronte al conte e per congedarlo è costretta a farsi baciare e poi, una volta uscito quest’ultimo, si rivolge disperata al frate. Frate Lorenzo, esperto religioso in erbe medicamentose, escogita una soluzione al dramma e consegna a Giulietta una pozione-sonnifero che l’avrebbe portata a uno stato di morte apparente solo per quarantadue ore, in realtà un sonno profondo con rallentamento del battito cardiaco (impercettibile), per non sposare Paride e fuggire. Nel frattempo il frate manda il suo fidato assistente, frate Giovanni, a informare Romeo affinché egli la possa raggiungere al suo risveglio e fuggire da Verona. Tornata a casa Giulietta finge la propria approvazione alle nozze e una volta giunta la notte beve la pozione e si addormenta nel profondo sonno. Al mattino la balia si accorge sconvolta della “morte” di Giulietta. La giovane viene sepolta nella tomba della famiglia dove riposa anche Tebaldo.Romeo e Giulietta (Atto V, scena III), Incisione di P. Simon da un dipinto di J. Northcode

Nel quinto atto (composto da tre scene) Romeo viene a sapere dal suo servo Baldassare (che ha assistito al funerale di Giulietta inconsapevole del retroscena) della morte della sua sposa. Romeo disperato si procura quindi un veleno con l’intento di tornare a Verona, dare l’estremo saluto alla sua sposa e togliersi la vita.

Nel frattempo frate Lorenzo apprende da frate Giovanni la mancata consegna a Romeo poiché Mantova è sotto quarantena per la peste e gli è stato impedito di recapitare la missiva. Romeo raggiunge precipitosamente Verona e in segreto si inoltra nella cripta dei Capuleti ordinando al suo servo Baldassare di andarsene e lasciarlo solo, determinato a unirsi a Giulietta nella morte. Qui si imbatte però in Paride, anch’egli in lutto venuto a piangere Giulietta. Paride riconosce Romeo e vorrebbe arrestarlo: ne nasce un duello nel quale Paride rimane ucciso. Il paggio di Paride (che era rimasto fuori di guardia) corre a chiamare le guardie, mentre Romeo – dopo aver guardato teneramente Giulietta un’ultima volta e sul punto di raggiungerla nella morte – si avvelena pronunciando la famosa frase: «E così con un bacio io muoio».

Nel frattempo giunge frate Lorenzo che si imbatte in Baldassare e apprende che il suo padrone Romeo è già da mezz’ora nella cripta. Il frate intuisce che qualcosa di nefasto sta accadendo e si affretta affannosamente nella cripta, dove scorge i corpi ormai esanimi di Paride e Romeo. Giulietta intanto si sveglia e il frate cerca in un primo tempo di nasconderle la verità, ma poi pronuncia la frase: “Un potere più grande, cui non possiamo opporci, ha frustrato i nostri piani”, sentendo quindi delle voci che si avvicinano supplica Giulietta di seguirlo, ma al rifiuto di lei fugge impaurito. Giulietta, alla vista di Paride e Romeo morti accanto a lei, si uccide trafiggendosi con il pugnale di quest’ultimo e si unisce a lui nella morte.

Nella scena finale le due famiglie e il principe Escalo accorrono alla tomba, dove frate Lorenzo gli rivela infine l’amore e il matrimonio segreto di Romeo e Giulietta. Le due famiglie, come anticipato nel prologo, sono riconciliate dal sangue dei loro figli e pongono fine alle loro sanguinose dispute, mentre il principe li maledice per il loro odio che ha causato la morte delle loro gioie. Infine il principe si allontana pronunciando l’ultima frase della tragedia:

«Una triste pace porta con sé questa mattina: il sole, addolorato, non mostrerà il suo volto. Andiamo a parlare ancora di questi tristi eventi. Alcuni avranno il perdono, altri un castigo.Ché mai vi fu una storia così piena di dolore come questa di Giulietta e del suo Romeo.»

Foto interna ed esterna: https://www.facebook.com/PiccoloTeatro/

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