Palazzo Esposizioni Roma. La mostra Questi cento disegni sono stati scelti tra i moltissimi realizzati da Bazlen dal 1944 al 1950, e rappresentano il diario visivo della sua terapia analitica con Ernst Bernhard, basata sulla pratica dell’immaginazione attiva: esprimere con una tecnica diversa da quella abituale le immagini dei sogni e delle fantasie come chiave di lettura dell’inconscio. Bernhard chiede a Bazlen, letterato, di disegnare, e questi man mano affina la sua tecnica, partendo dal disegno a matita e a china, per arrivare agli acquerelli e nell’ultimo periodo ai mandala. I simboli, le figure e gli scenari onirici tratteggiati da Bazlen d’altra parte, riportano inevitabilmente a simboli, figure e scenari che sono propri del racconto degli uomini fin dall’origine: il viandante, l’orientale, la coppia, il diavolo, l’isola, il gioco, il porto, il viaggio, la morte, la simbologia religiosa e della “quaternità”. Quasi sempre dietro ai disegni è segnata la data del sogno e il momento in cui l’ha fissato su carta.
Roma Il Palazzo delle Esposizioni è il più grande spazio espositivo interdisciplinare nel centro di Roma. Più di 10.000 metri quadri, articolati su tre piani, ospitano eventi culturali, quali rassegne cinematografiche, presentazioni editoriali, concerti, e offrono servizi ai visitatori. In sintonia con quanto accade nelle maggiori capitali europee, è uno spazio di cultura e suggestioni, capace di proporre ai visitatori progetti qualitativamente elevati, standard tecnologici di eccellenza e politiche di accoglienza degli ospiti attente e moderne. Un centro culturale tra i più aggiornati, in continuo e proficuo scambio con le più importanti istituzioni culturali internazionali. Dal 2000 il Palazzo delle Esposizioni ha dedicato la sua attenzione ai grandi interpreti del Novecento che, utilizzando differenti linguaggi e da diverse prospettive, hanno immortalato e interpretato le vicende del secolo breve: da Mark Rothko a Stanley Kubrick, da Mario Ceroli a Bill Viola, da Giorgio de Chirico ad Alexander Calder, da Sol Lewitt a Enrico Baj, da Studio Azzurro a Julian Rosefeldt, passando per gli esponenti dell’avanguardia americana e quelli del realismo socialista. Molta attenzione è stata dedicata allo sguardo privilegiato degli ultimi cento anni, quello della fotografia: si segnalano le mostre dedicate a James Nachtwey, Gregory Crewdson, Alfred Stieglitz, David Lachapelle, Gianno Berengo Gardin, Jacques-Henri Lartigue, Robert Doisneau, Herb Ritts, ai fotografi del National Geographic e del World Press Photo, Mimmo Jodice, Helmut Newton, Claudio Abate, e ai grandi reportage che ci hanno consegnato le immagini della storia, dalla Rivoluzione Messicana alla Primavera di Praga. Dal 1927 al 2004 è stato sede degli uffici e delle mostre della Quadriennale di Roma e rimane la sede privilegiata delle mostre della Quadriennale d’Arte.
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