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Il film di animazione in seconda serata in TV: “Robinson Crusoe” sabato 30 aprile 2022

Il film di animazione in seconda serata in TV: “Robinson Crusoe” sabato 30 aprile 2022 alle 23:15 su Italia 1

Robinson Crusoe (The Wild Life) è un film d’animazione del 2016 diretto da Vincent Kesteloot e Ben Stassen.

Mac è un pappagallo che vive su di un’isola assieme ai suoi amici animali: Kiki il martin pescatore, Rosie il tapiro, Mal la capra, Carmello il camaleonte, Epi l’echidna e Pango il pangolino.

Un giorno una nave affonda davanti alla loro isola e l’unico superstite è Robinson Crusoe, assieme al suo cane Aynsley, con cui faranno subito amicizia.

Regia di Vincent Kesteloot e Ben Stassen

Fonte: WIKIPEDIA

La vita e le strane sorprendenti avventure di Robinson Crusoe (The Life and Strange Surprising Adventures of Robinson Crusoe), meglio noto come Le avventure di Robinson Crusoe o, più semplicemente, Robinson Crusoe (pronuncia inglese/ˈrɒbɪnsən ˈkruːsoʊ/) – adattamento popolare italianoRobinson Crusoè (pronuncia /robinˈsɔŋ kruzoˈɛ*/[2]), in passato comune anche nei libri[3] –, è un romanzo di Daniel Defoe pubblicato il 25 aprile 1719 e considerato il capostipite del moderno romanzo di avventura e, da alcuni critici letterari, del romanzo moderno in generale.

Robinson Crusoe è figlio di un mercante tedesco di Brema (il cui nome originale è Kreutznaer) emigrato in Inghilterra e sposatosi con una donna inglese di York. Nato nel 1632 nella città portuale di York, il padre lo educa severamente alla nuova condizione di rappresentante cadetto della classe media e vuole che in futuro diventi un avvocato; il giovane però, da sempre fortemente appassionato alla vita di mare, decide appena compiuti diciannove anni di andar contro le direttive paterne, fermamente contrarie ai suoi ‘istinti di viaggio’, e quindi di imbarcarsi per esplorare il mondo e conoscere nuovi orizzonti, come nell’oceano Atlantico e nelle isole Canarie.

In uno dei suoi primi viaggi al largo delle coste del Maghreb viene fatto prigioniero dai pirati, rimane così schiavo alla loro mercé per ben due anni; riesce infine a fuggire dal porto marocchino di Salé assieme ad altri arabi, tra cui il giovane Xury, costeggiando la costa atlantica africana in direzione sud.

Incontrato un capitano della marina portoghese, dopo avergli consegnato Xury (sotto la promessa di liberarlo dopo 10 anni di servizio e, soprattutto, dopo che il ragazzo si fosse convertito all’unica vera religione, ossia quella cristiana) si fa trasportare fino in Brasile, al di là quindi dell’oceano Atlantico, dove riesce a prendere la guida di una piantagione di canna da zucchero grazie alle sue peculiari abilità commerciali.

Torna successivamente in mare in direzione della Guinea, con l’intento di catturare degli africani da far schiavi; la nave su cui viaggia però affonda al largo del Venezuela a causa di una terribile tempesta caraibica, finendo per arenarsi su un’isola sconosciuta presso la foce del fiume Orinoco. Robinson, unico sopravvissuto di tutto l’equipaggio, riesce a salvare dei moschetti e diversi pezzi di utili attrezzature dal relitto prima che questo venga completamente distrutto dai forti venti, dalle onde e disperso dalla corrente, trasportandoli con delle zattere che si costruisce di volta in volta, apprestandosi così a iniziare la propria permanenza sull’isola deserta.

Per prima cosa si costruisce un fortino in cui poter stare al sicuro di notte; comincia a coltivare la terra e a procurarsi i vestiti utilizzando le pelli delle capre selvatiche che paiono pullulare per tutta l’isola; riuscirà più avanti a farle riprodurre e quindi allevarle in gregge. Tra le prime cose che costruisce vi è anche una grande croce, su cui incide la data del suo arrivo: 30 settembre 1659. A partire da quel momento farà giornalmente una tacca sulla croce come un calendario, così da non perdere la coscienza del tempo che passa.

Su quest’isola rimarrà per ventotto lunghi anni, dodici dei quali passati in assoluta solitudine; tuttavia si adatta facilmente al suo nuovo tipo d’esistenza e riesce a catturare e addestrare per compagnia anche un pappagallo parlante.

Robinson Crusoe decide di annotare in un diario, giorno dopo giorno, tutte le esperienze e avventure da lui vissute: continuerà a scriverlo fino a quando non esaurirà l’inchiostro, nel luglio 1660.

Durante una grave malattia, in cui si vede costretto a letto in preda a una febbre altissima, ha una visione: un uomo discende da una nuvola nera sopra una grande fiamma e gli ricorda che fino a quel momento la sua vita non è mai stata illuminata dalla luce della fede. Tornato in salute Robinson, che prima d’allora non era mai stato particolarmente religioso, comincia a rafforzare sempre più la sua fede in Dio, ringraziandolo per tutte le cose che riesce a trovare sull’isola. Prende inoltre l’abitudine di leggere ogni mattina almeno una pagina della Sacra Bibbia, unico libro portato con sé.

Dopo dodici anni di isolamento si accorge di non essere solo: un giorno sulla spiaggia scopre infatti un’impronta di un piede più grande del suo e i resti di un banchetto attorno al fuoco. L’isola è, a quanto pare, il luogo in cui i selvaggi portano i prigionieri di guerra per compiere sacrifici umani e atti di cannibalismo; Robinson, fortemente inorridito da tale pratica, un giorno decide di attaccarli per liberare la povera vittima che sta per essere sacrificata. Li uccide tutti e libera il loro prigioniero, che tiene con sé come “suddito” e che ribattezza “Venerdì” (in ossequio al giorno del loro incontro), insegnandogli la lingua inglese e convertendolo alla fede cristiana attraverso la costante lettura della Bibbia.

Successivamente Robinson salva altre due vittime sacrificali catturate dai cannibali: una è il padre di Venerdì e l’altra uno spagnolo, quest’ultimo informa Robinson che vi sono altri suoi connazionali naufraghi dispersi in tutta l’isola, pertanto il gruppo cerca di escogitare un piano per salvarli. Proprio a quel punto una nave inglese fa ancoraggio al largo dell’isola; l’equipaggio si è ammutinato e ha deciso di abbandonare il capitano e i due marinai rimastigli fedeli sulla spiaggia, apparentemente disabitata. Dopo una feroce battaglia contro gli ammutinati, Robinson e i suoi amici riescono a prendere stabile possesso della nave: termina così un esilio durato più di un quarto di secolo.

Il 19 dicembre 1686, Robinson salpa dall’isola e giunge nuovamente a York, in Inghilterra, l’11 giugno dell’anno seguente, dopo ben 35 anni di assenza dall’Europa e dalla sua civiltà. Da lì s’imbarca con Venerdì per Lisbona, dove riesce a incontrare il capitano portoghese, che gli dà subito un resoconto dettagliato della situazione delle proprie piantagioni in Brasile. Robinson viene a sapere che i suoi genitori e suo fratello sono morti e, con suo sommo stupore, di essere diventato un uomo molto ricco: grazie alle piantagioni, divenute incredibilmente feconde durante la sua assenza, è riuscito a guadagnare ben 600 000 sterline.

Lungo il trasporto delle sue ricchezze via terra, Robinson e il fedele Venerdì affrontano, attraversando i Pirenei, l’ultima grande avventura: combatteranno un branco di feroci lupi affamati.

Vendute in seguito le sue piantagioni, Robinson investe il patrimonio ricavato per sposarsi e mettere su famiglia (avrà tre figli). Nel dicembre 1694, dopo la morte della moglie, si trasferisce sull’isola dove era naufragato, ora abitata dalla pacifica colonia di spagnoli, per assumerne il ruolo di governatore per diverso tempo.

Dopo altre avventure non specificate (forse in un resoconto successivo, come dice il finale), il 10 gennaio 1705, Robinson rimette piede in Inghilterra, dove decide infine di riposarsi e di godersi in pace il resto della sua vita.

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