Ripatransone, targa commemorativa per il dottor Cesare Buresta. Fu tra i primi a operare senza trasfusioni
Ripatransone – Domenica 19 novembre 2023, alle ore 10 presso la Casa della Salute cittadina, si terrà la cerimonia di presentazione della targa commemorativa in onore del dottor Cesare Buresta – già Primario di Chirurgia Generale presso l’ex Ospedale San Giovanni di Ripatransone – che sarà apposta presso l’atrio della stessa struttura. Il dottor Buresta è ricordato oltre che per le sue qualità umane e per l’abnegazione nel suo lavoro, anche per aver praticamente aperto in Italia la strada della chirurgia senza sangue.
Tutto era iniziato molti anni fa, precisamente nel 1972, quando un testimone di Geova adulto della zona, si presentò al dottor Buresta con un grave problema medico alla milza, che dovette poi essere asportata. A differenza di altre equipe ospedaliere che avevano rifiutato di operare il paziente ponendo la condizione sine qua non del ricorso alle trasfusioni, Buresta decise di intervenire ugualmente rispettando la convinzione del paziente. L’operazione riuscì perfettamente tanto che il paziente sopravvive ancora oggi. Da allora in poi, il piccolo ospedale di Ripatransone diverrà meta di centinaia di persone di tutte le età, provenienti dalle più diverse località della Penisola, che troveranno medici pronti a cooperare nel curare il paziente rispettando le sue convinzioni, in linea con il lungimirante articolo 32 della Costituzione italiana.
L’input proveniente dalla nuova situazione sanitaria che si delineava a Ripatransone e in poche altre località italiane, permise a migliaia di medici e operatori sanitari di guardare alla chirurgia senza sangue come a una tecnica praticabile e utilizzabile anche per interventi complessi.
Già oltre 40 anni fa, in un convegno tenuto proprio nell’ospedale cittadino dal tema “Trasfusione di sangue e metodiche alternative”, Buresta illustrava in una relazione, i risultati conseguiti dopo centinaia di interventi chirurgici senza emotrasfusioni effettuati con successo.
Il periodico Panorama nell’edizione del 23 luglio 1979 scrisse a proposito degli interventi chirurgici ultimati all’interno del piccolo ospedale di Ripatransone: “Oggi grazie all’evoluzione e alla messa a punto di nuove tecniche, secondo Buresta si può operare senza trasfusioni di sangue nel 99% dei casi. Un risultato che potrebbe consentire notevoli vantaggi”. In seguito dal 1987, Buresta operò ancora per molti anni come chirurgo al Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto.
Secondo quanto riportate dal sito www.jw.org, attualmente in Italia sono più di 5.000 i medici che hanno accettato di curare pazienti testimoni di Geova e i loro figli, con tecniche mediche e chirurgiche efficaci che non prevedono l’uso di emotrasfusioni. In media ogni anno nel nostro paese vengono curati con queste tecniche 16.000 pazienti Testimoni.
Un progresso che ha visto il dottor Cesare Buresta, l’ospedale di Ripatransone – che come città lo ricorda ancora con grande affetto – e i sanitari di quel tempo, indiscussi protagonisti. E questo, per il bene non solo dei testimoni di Geova, ma anche per la medicina, la chirurgia in generale e il vantaggio di tutti i cittadini.
Roberto Guidotti
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