venerdì, Marzo 29, 2024
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Sisma: un anno dopo. Il sindaco Di Bonaventura “Vi chiedo scusa per lo Stato che rappresento”

Un anno, sì, è trascorso un anno da quel 30 ottobre 2016 in cui una terribile scossa di terremoto, di 6.5 gradi di magnitudo, fece tremare il Centro Italia, provocando danni e perdite umane in ben quattro regioni, Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria. Un subdolo mostro che all’improvviso, alle 7.40 del mattino di una domenica ottobrina come tante, ha sorpreso nella “sicurezza” delle proprie abitazioni persone inermi, ha devastato borghi storici, ricchezze artistiche apprezzate e conosciute in Italia e all’estero.

Ad un anno di distanza, cosa è cambiato? Le case distrutte sono ancora lì con i loro scheletri e le macerie intorno, a ricordare quelle terribili ore e i giorni a seguire, quando in tanti hanno visto crollare i sacrifici di una vita e altri, ahimè, sono rimasti orfani dei loro cari, inghiottiti dai crolli e dalla polvere sollevata dal sisma. In queste terre coloro che hanno perso le abitazioni sono ancora in attesa di tornare a vivere tra quattro mura accoglienti, nel tepore di una casa calda in un inverno che è alle porte. Sono in attesa che arrivino i moduli abitativi promessi, che siano tolte le macerie, che una povera nonnina non debba affrontare in una roulotte le temperature rigide della stagione imminente.

Ma quanto dovranno attendere? A queste genti, alle nostre genti del Centro Italia, non mancano il coraggio e la dignità: con grande volontà e unione vanno avanti a testa alta, rimboccandosi le maniche e sperando che le fantomatiche istituzioni, a tutti i livelli, prendano coscienza dei propri doveri e del significato più vero della carica che ricoprono. Alcuni rappresentanti politici locali di queste regioni, fortunatamente, hanno dimostrato di avere davvero a cuore i propri concittadini, il territorio e le città che governano, schierandosi al loro fianco e scusandosi personalmente per le lungaggini burocratiche.

Il primo cittadino di Notaresco, Diego Di Bonaventura, ha ricordato con queste parole quanto vissuto dalla sua comunità e quanto ancora, purtroppo, deve essere fatto per tornare alla normalità.

“Era Il 30 ottobre 2016 quando si registrava la scossa di terremoto più forte nel Centro Italia, di magnitudo 6,5. Per la prima volta il mio paese è stato danneggiato da un evento sismico. Crolli nelle chiese, crepe nelle case, cimiteri sventrati. Grazie a tutti i Vigili del Fuoco, Protezione Civile Locale e Regionale, USI Notaresco, COR Abruzzo per l’assistenza, il servizio, gli interventi nella prima fase emergenziale. Grazie a tutti i concittadini che si sono adoperati e che ci hanno sostenuto nei momenti di sconforto. Poi il Governo. La ricostruzione. Tanti slogan zero effetti. Dodici mesi troppo impegnati a scrivere l’ennesima legge elettorale. Torna il freddo, paesi fantasma. Chiedo scusa ai miei concittadini fuori dalle proprie case. Vi chiedo scusa per lo “Stato” che rappresento. Uno “stato” che non rappresenta i propri cittadini”.

Alessia Stranieri