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Suolo consumato e frane. Dove si rischia di più nelle Marche

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Ancona – Il maltempo che ha colpito molte regioni italiane e le tragiche conseguenze che ne sono seguite, fanno aumentare sempre più la preoccupazione per la tenuta del suolo praticamente in ogni zona del Paese. In Italia 5.689.483 residenti (9,6%) vivono in zone a rischio frane anche se la vulnerabilità di un territorio può cambiare o presenta diversi gradi di pericolo. L’ultimo mappatura realizzata dall’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale racconta di una nazione dove il rischio idrogeologico è sempre più presente. Incrociando le statistiche sulle aree interessate spesso da questo tipo di eventi con quelli sul consumo di suolo, che misurano quanto intensa è stata l’azione umana di copertura del terreno naturale, possiamo fare un passo in più. Individuare cioè i comuni che hanno ampie parti di suolo consumato da costruzioni artificiali in zone a massima pericolosità da frana, con tutti i possibili rischi che questo può causare. Che dire delle Marche? In una rielaborazione cartografica dell’Infodata del Sole 24 Ore emerge che alcune località della regione non dormono sonni tranquilli. Questo perché al di là del rischio elevato o meno, va valutato l’insediamento umano cioè il numero di abitanti e di attività presenti, e specialmente, quanto suolo è stato consumato di quello a repentaglio dal punto di vista della sicurezza. In questa ottica gli abitanti Fano sono esposti a rischio visto che il suolo consumato dove vi è un certo grado di pericolosità è del 100%. Vicino a Fano, San Costanzo e Mondolfo hanno una percentuale del 99% e sempre nella zona,Cartoceto del 95%. Altra località da tenere d’occhio è Comunanza (AP) con un 75% di terreno abitato o consumato. Viene poi Offagna (AN) con il 53% Belforte del Chienti (MC) con il 43%, Acquaviva Picena (AP) con il 37% e Altidona (FM) con il 35%. Altre località con un consumo rilevante del suolo sono: Cagli (PU) 25%, Penna San Giovanni (MC) e Santa Vittoria in Matenano (FM) 24%, Montalto Marche (AP) 18% e località non secondaria, Grottammare con il 14%.Tra i capoluoghi e altre località più grandi troviamo Sant’Elpidio a Mare con il 7% Fermo con 6%. Precisiamo ancora che si tratta della quantità di suolo consumato in zone a rischio frane. Una nota positiva è che rispetto a cinque anni fa, nelle Marche l’incremento di consumo di chilometri quadrati in zone ad alto rischio c’è stato, ma ha riguardato poco più di uno 0,1 di ettari. In questa graduatoria infatti la regione è all’ultimo posto in Italia.

 

Roberto Guidotti

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