mercoledì, Maggio 1, 2024
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Aborto nelle Marche: i numeri, l’età, la nazionalità e lo stato civile

asl

Ancona – Qualche giorno fa il Ministero della Salute ha trasmesso al Parlamento la Relazione e attuazione Legge 194/78 tutela sociale maternità e interruzione volontaria di gravidanza – dati definitivi 2017. In totale nel 2017 sono state notificate 80˙733 Interruzioni volontarie di gravidanza (IVG), confermando il continuo andamento in diminuzione del fenomeno, in misura leggermente maggiore rispetto a quello osservato nel 2016 (-4.9% rispetto al dato del 2016 e -65.6% rispetto al 1982, anno in cui si è osservato il più alto numero di IVG in Italia pari a 234˙801 casi).

Ma vogliamo analizzare i numeri che riguardano le Marche. Nelle Marche sempre nel 2017 le interruzioni volontarie di gravidanza sono state 1.504 il che rappresenta l’1,86% del totale nazionale. I bambini nati sempre nello stesso anno sono stati 10.522. Il rapporto di abortività, cioè un’interruzione ogni 1.000 nati vivi, è di 142,9; il più basso del Centro/Nord ad eccezione della provincia di Trento e del Veneto. In Italia il rapporto in media è più alto con 177,1 con punte di 249 in Liguria.

Rispetto l’anno precedente, questo indicatore è in diminuzione dell’1,9%. In Italia del 2,9%. Invece se si conta il numero vero e proprio delle interruzioni, dal 2016 al 2017 la diminuzione è stata del 7%.

Che dire dell’età delle donne che hanno interrotto la gravidanza? Ci sono state 7 interruzioni di ragazze di 15 anni e 111 di ragazze dai 16 ai 19 anni. Il picco più alto si è registrato comunque nell’età che va dai 35 ai 39 anni con 331 aborti che costituiscono il 22% del totale in regione. Un altro 11,4%(171) si conta tra donne dai 40 ai 44 anni.

Per quanto riguarda lo stato civile il 53,3% erano donne nubili, il 40,9% erano coniugate, il 5,4% separate/divorziate e uno 0,4% vedove. Infine la nazionalità: il 39,3% delle donne sono straniere. Il 90% degli aborti è avvenuto in Istituti di cura pubblici.

Ultimo aspetto l’obiezione di coscienza. Negli istituti marchigiani sanitari dove c’è il servizio di IGV il 66,9% dei ginecologi si dichiara obiettore di coscienza; lo fa anche il 43,8% degli anestesisti e il 37,3% del personale non medico.

Roberto Guidotti

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