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Olocausto: quando i Testimoni di Geova denunciarono subito i crimini nazisti al mondo

Qualche giorno fa Papa Francesco, annunciando l’apertura dei documenti (nel 2020) sul pontificato di Pio XII conservati nell’Archivio segreto Vaticano, ha sottolineato che “la Chiesa non ha paura della Storia, anzi, la ama e vorrebbe amarla di più e meglio, come la ama Dio! Quindi, con la stessa fiducia dei miei predecessori, apro e affido ai ricercatori questo patrimonio documentario”.

E’ nota la forte polemica scoppiata dalla pubblicazione de Il Vicario di Rolf Hochhuth nel 1963 fino ai giorni nostri sul ruolo di Pio XII, sulla sua “prudenza”, “pragmatismo politico”, “dilemma” o presunto “complice silenzio” sull’operato di Hitler.

La storia ha spesso risvolti bizzarri. Molto di ciò che era stato considerato esagerato o poco credibile nel preciso momento in cui veniva mostrato si è poi rivelato purtroppo molto vicino alla realtà. E’ il caso dei Testimoni di Geova o Bibelforscher e della loro denuncia della barbarie nazista realizzata praticamente “in diretta” dal 1933 in poi all’interno e all’esterno dell’ Europa.

Mentre le grandi chiese si arrabattavano nel tentativo di limitare i danni dopo l’ascesa del Fuhrer o di ingraziarsi le simpatie del regime se non di sostenerlo apertamente, un piccolo e inoffensivo gruppo religioso intraprendeva una forma di combattimento ideologico contro il potente regime, operando una resistenza se non di stampo politico, sicuramente morale e culturale. Inoltre i 20.000 studenti biblici divulgarono coraggiosamente i fatti raccapriccianti dei quali erano testimoni, con le conseguenti ritorsioni che non mancarono di arrivare in un crescendo di brutale e violenta persecuzione oltre che di isolamento sociale, accompagnate da una propaganda diffamatoria. Se in un primo momento erano state le SA a “occuparsi” del movimento già nella primavera del 1933, il compito proseguì a cura della Gestapo e delle SS di Himmler.

Sin dall’agosto del 1933 la rivista The Golden Age chiamata poi Consolation e oggi Svegliatevi! pubblicata dai testimoni di Geova e diffusa in 13 lingue, raccontava “di indicibili sofferenze… verso migliaia di cittadini onesti e patriottici…e migliaia di oppositori ora rinchiusi dietro il filo spinato dei campi di concentramento… e di chi si era autoesiliato per sfuggire ai terrore del nuovo regime”. Nel 1935 ci fu una descrizione dettagliata del “sistema spionistico che poteva fare ricorso alla tortura, operare arresti e incarcerazioni senza che le sue vittime sappiano le ragioni”.

Nel 1937 Consolation dava notizia di “un nuovo gas venefico fabbricato in una fabbrica di Hochst vicino Francoforte impiegato in via sperimentale nel campo di concentramento di Dachau”. Nel 1938, visto che i testimoni furono i primi ad essere internati nei campi insieme agli oppositori politici, diedero alle stampe il libro “Crociata contro il cristianesimo” pubblicato in tedesco e in francese dove un testimone svizzero raccontò con dovizia di particolare il trattamento inumano riservato ai prigionieri. Lo stesso Thomas Mann, l’autore de La morte a Venezia e di altri romanzi famosi, quando ebbe modo di leggere il libro affermò: “Vorremmo tacere di fronte a ciò che è impossibile qualificare, ma la nostra coscienza non ci rimprovererebbe forse questo silenzio?” Purtroppo quello che non prevedeva Mann era proprio la remissione degli stimoli della coscienza e il silenzio dei tantissimi, che lo storico Raul Hilberg in una celebre definizione chiamò gli “spettatori” della tragedia nazista.

Le denunce continuarono intensamente e periodicamente nelle edizioni seguenti anche con la riproduzione disegnata dei campi di concentramento. Nel 1939 descrivendo quella che poi tutti conobbero come “Soluzione finale”, Consolation chiedeva: “Come si può rimanere in silenzio?” E snocciolava cifre precise sul numero degli arrestati e giustiziati, luoghi, e modalità della persecuzione contro gli ebrei con la relazione delle agghiaccianti e sadiche torture inflitte ai prigionieri nei campi.

Sempre nello stesso anno la rivista pubblicò continuamente resoconti sul sistema concentrazionario. Con l’articolo Sadismo Uber Alles si narrava “il trattamento disumano verso le donne prigioniere nei campi” Anche nei mesi successivi all’inizio del conflitto i Testimoni continuarono coraggiosamente a informare l’opinione pubblica mondiale su cosa succedeva nei campi. La rivista, tradotta in quell’anno in 17 lingue, denunciava agli inizi del 1940 che “era in corso la distruzione dei 3.500.000 ebrei della Polonia”. Erano narrati il numero di ebrei deportati in diverse città polacche e i particolari delle sevizie su donne, vecchi e bambini. Nel 1943 la rivista avvertiva che “intere nazioni come i greci, i polacchi, i serbi vengono sistematicamente sterminate”. Se da un lato alcuni dei trattati contenevano interpretazioni teologiche sugli avvenimenti, discutibili come tutti gli articoli di fede di ogni confessione religiosa, l’oggettività delle narrazioni era fuori di discussione, come poi sarebbe stato tragicamente confermato.

Notizie vere e inquietanti, suffragate da una tale quantità di dettagli, fotografavano precisamente la spietata realtà in maniera inconfutabile. Le notizie diffuse su riviste e libri distribuiti pubblicamente in tirature di centinaia di migliaia di copie e per di più accompagnate da messaggi radiofonici, che utilizzati dai testimoni per i loro sermoni, raggiungevano milioni di ascoltatori in molti paesi occidentali, furono perlopiù ignorati dall’opinione pubblica mondiale che preferì non ascoltare, minimizzare se non rimuovere dalla coscienza gli avvertimenti di quella che veniva considerata in maniera superficiale e sprezzante come “una setta”.

E cosi in attesa che si aprano gli archivi secretati da decenni e si riapra, eventualmente, il dibattito sul ruolo del Papa nella vicenda nazista, i Testimoni di Geova, quelli che gli studiosi francesi Sylvie Graffard e Lèo Tristan hanno definito “i dimenticati della Storia” possono liberamente e da sempre rivendicare il loro trascorso storico fatto di opposizione al nazismo, manifestato coraggiosamente, senza omissioni, reticenze e compromessi. Una storia ancora poco considerata ma vera, avvenuta proprio nel momento più buio della storia umana.

Roberto Guidotti

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Foto tratta da Svegliatevi! 22/08/1995