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Carlo Alberto Dalla Chiesa: quando salvò i pescherecci di San Benedetto

San Benedetto del Tronto – Una delle tracce per il nuovo esame di maturità riguardava l’attività del Prefetto di Palermo, il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa assassinato il 3 settembre 1982 insieme a sua moglie e agli uomini della sua scorta. E’ stato un tema molto apprezzato dagli studenti. In molti hanno deciso di parlarne nei loro temi, visto quanto l’argomento mafia e criminalità organizzata sia attuale nel nostro Paese.

Invece non sono in molti quelli che conoscono le vicende di Carlo Alberto Dalla Chiesa cittadino onorario di San Benedetto quando prestò servizio come carabiniere proprio in Riviera. Fu un periodo importantissimo per la vita del futuro generale. In piena Seconda Guerra Mondiale nel 1942, Dalla Chiesa fu assegnato come sottotenente dei carabinieri in Riviera, dopo la sua prima missione in Montenegro. Il suo nome fu inserito nella lista nera dei nazisti a causa della sua volontà di non collaborare.

Nell’estate del 1943, dopo la firma dell’armistizio, decise di entrare nella Resistenza nel territorio delle Marche dove organizzò i gruppi partigiani contro i tedeschi e divenne responsabile delle trasmissioni radio clandestine. Il suo contatto con la Resistenza avvenne quando nel Piceno, un giorno venne affrontato da un partigiano comunista. I partigiani della zona temevano che lui fosse responsabile del blocco dei rifornimenti di armi che gli alleati di tanto in tanto riuscivano a spedire via mare. Alla domanda “Lei con chi sta, tenente, con l’Italia o la Germania?” Dalla Chiesa rispose offrendo la sua collaborazione e per un certo periodo le cose filarono lisce.

Poi, purtroppo qualcuno fece la spia ai nazisti e per Dalla Chiesa l’unica alternativa fu cambiare aria e darsi alla macchia insieme agli altri patrioti: divenne allora un responsabile delle trasmissioni radio clandestine di informazioni per gli americani. Prima di questo, Dalla Chiesa aveva agito per salvare i pescherecci di San Benedetto dai tedeschi. Infatti nell’autunno del 1943, venuto a conoscenza del fatto che i tedeschi sarebbero arrivati a San Benedetto nelle prime ore del 4 ottobre, allo scopo di impossessarsi dell’intera flottiglia peschereccia sambenedettese, dopo una riunione, cui parteciparono, anche il colonnello Dolfi ed il maggiore Postiglione, fu invitato a prendere il comando e a condurre in salvo i natanti (una flottiglia di circa 20 grandi motopescherecci) per evitare la cattura, verso i porti del basso Adriatico, già in mano alle forze alleate. Cosa che avvenne nella notte e che permise di salvare flottiglia, marinai e familiari.

La guerra si chiude per lui con una promozione e due croci al merito di guerra, tre campagne di guerra, una medaglia di benemerenza per i volontari della II GM, il distintivo della guerra di liberazione ed una laurea in giurisprudenza conseguita a Bari. Decenni dopo, la storia personale di Dalla Chiesa in un certo senso, si sarebbe di nuovo incrociata con San Benedetto, quando conoscerà il brigatista rosso Patrizio Peci che convincerà a pentirsi e a collaborare con la giustizia.

 

Roberto Guidotti

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