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Federica Paccaferri: “La mia quarantena dopo l’incidente”

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Sono trascorsi tre mesi dal 10 febbraio scorso. Erano circa le 19.25, quando l’interprete maceratese Federica Paccaferri, rimasta ferma con la sua auto sulla superstrada in direzione Tolentino, è stata violentemente colpita da un Tir.

“Dal giorno dell’incidente ad oggi mi sono leggermente ripresa.
Ci sono giorni in cui sto bene ed altri dove mi sento spossata” ,
racconta Federica, figura nota al Tribunale di Macerata per la sua professionalità durante e dopo il processo a carico di Innocent Oseghale, il nigeriano considerato al momento unico colpevole del macabro delitto della diciottenne romana Pamela Mastropietro.

“Il 20 aprile scorso” – continua l’interprete – “Ho avuto il controllo e dalla TAC è risultato che le fratture si sono rimarginate. Dalle immagini le mie erano delle vere e proprie lesioni alle vertebre cervicali e lombari e non delle microfratture. Il medico ha detto che sono stata fortunata perché se la rottura fosse stata di 2 millimetri in più avrei subito gravi conseguenze.”

Federica pensa sempre a suo padre, Domenico Paccaferri, uomo forte e di grandi valori, che si è spento a seguito di una malattia.

” Dopo l’incidente ho fatto caso ad alcune coincidenze legate a mio padre, ad esempio, anch’io come lui ho avuto problemi sulla zona cervicale.
A causa del forte impatto si sono incrinate le vertebre c 2 e c 3.
Ricordo ancora che il giorno prima dello scontro ho sentito il forte desiderio di fargli visita al cimitero e per come sono andate le cose credo che mi abbia protetto dal cielo.”

L’interprete ricorda i momenti in cui il padre era in ospedale e si collega alle vittime del Covid-19 che purtroppo non hanno potuto ricevere l’affetto dei loro cari nemmeno per l’ultimo saluto.

” In questo periodo di quarantena, mi sono dedicata alla famiglia, ma al tempo stesso pensavo alle persone che hanno lottato fino all’ultimo contro il Coronavirus. Per me il giorno più brutto è stato quando in Italia sono stati registrati 1.000 morti e mentre Papa Francesco stava dando la benedizione Urbi et Orbi, ho ricevuto la chiamata di un amico di mio padre che mi ha chiesto di recitare insieme il Padre Nostro.

Durante i giorni successivi ho continuato a pregare per telefono insieme ad altre persone. Sempre in questo delicato momento, sono stata contattata anche da un cliente di mio padre, responsabile dello storico bar “Fratelli Mariani” di Sarnano. Il gestore mi ha confidato che si sta rimboccando le maniche ma al tempo stesso è preoccupato perché il Coronavirus ha procurato più danni del terremoto. Il Covid-19 ci ha privato di tutto, anche degli affetti, come un abbraccio, facendoci stare lontani anche dai nostri cari e questo va ad unirsi ad un altro problema legato al quadro economico”.

Infine, Federica Paccaferri ricorda Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro, che a seguito dell’incidente si è sempre interessata sulle condizioni di salute dell’interprete.

“Dopo il sinistro, sono stata contattata dalla mamma di Pamela, Alessandra Verni, a cui ho donato il rosario di Medjugorje pochi attimi prima della sentenza, che si è preoccupata del mio stato di salute. Il mio fu un gesto spontaneo perché entrambe abbiamo perso una persona cara.
Mio padre è deceduto mentre ero al processo per seguire Oseghale nelle udienze. Inoltre, sempre in questo periodo di quarantena ho pensato di prendere in considerazione questa serie di eventi per dare vita ad un progetto che per il momento non svelo perché in fase embrionale”.

Elisa Cinquepalmi

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