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Sanità Lazio, Bonus Covid: Cisl e Uil diffidano la Regione sull’attribuzione unilaterale dei riconoscimenti

giorno della protesta

ROMA – “Un atto illegittimo e discriminatorio che calpesta l’accordo tra Regione e sindacati sul cosiddetto bonus Covid per il personale sanitario. Quello che doveva essere un giusto riconoscimento economico è diventato un palio degli esclusi, gestito e diretto nel chiuso delle stanze della Regione e delle direzioni generali delle Asl, senza alcun confronto con i rappresentanti dei lavoratori. In questo modo si svilisce il grandissimo sacrificio che gli operatori sanitari hanno sostenuto e stanno ancora sostenendo per contrastare la pandemia”.

Così Roberto Chierchia e Sandro Bernardini – segretari generali di Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio – dopo che oggi le due federazioni di categoria hanno diffidato la Regione Lazio in merito alla determina con la quale è stata disposta l’attribuzione dei compensi straordinari ai lavoratori delle strutture sanitarie del Lazio per le prestazioni relative all’emergenza coronavirus.

“Con l’accordo di aprile la Regione si era impegnata a dare un riconoscimento tangibile per tutti gli operatori sanitari impegnati senza sosta e senza risparmio nelle nostre aziende ospedaliere e sanitarie. Ma al momento di passare dalle parole ai fatti, la platea dei destinatari, anziché essere definita attraverso il confronto con i sindacati e l’approfondimento caso per caso, è stata affidata ad un atto unilaterale dell’amministrazione che ha tagliato i numeri con l’ascia e finito per escludere l’80% dei lavoratori”, attaccano Chierchia e Bernardini.

“Un atto illegittimo perché tanto la legge quanto il contratto collettivo prevedono che numeri e criteri per la destinazione dei premi di performance sia decisa attraverso la contrattazione”, spiegano i segretari di categoria. “La Regione Lazio si è completamente disinteressata dei nostri ripetuti e pressanti inviti disponendo unilateralmente le modalità di attribuzione dei compensi concordati, senza riguardo per la realtà concreta del lavoro nelle strutture: turni, carichi di lavoro, esposizione al rischio, positività ai tamponi. Questo è comportamento antisindacale, ma ancora prima un gesto inaccettabile nei confronti di lavoratori che hanno rischiato la vita per difendere la salute di tutti”.

“Chiediamo l’immediata revoca della determina e l’apertura di un confronto vero, in ogni singola azienda, per decidere i parametri, valutare i casi e definire i beneficiari”, concludono Chierchia e Bernardini. “Se così non fosse, siamo pronti a mettere in campo tutte le iniziative sindacali e legali per ripristinare il diritto morale e giuridico dei lavoratori al meritato riconoscimento economico per la straordinaria prova collettiva dimostrata in questi mesi”.

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