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Teramo, Rifondazione Comunista dice sì a nuovo ospedale di 2° livello

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TERAMO – Nella mattinata di ieri, venerdì 10 luglio, il Circolo di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea, ha organizzato un presidio / conferenza stampa nei pressi dell’Ospedale Civile “Mazzini” di Teramo. I militanti di Rifondazione, con il Segretario Mirko De Berardinis, sono scesi in piazza allestendo uno striscione in difesa della sanità pubblica per esprimere la propria posizione in merito ai famigerati piani di riordino della rete ospedaliera e sulla questione del nuovo ospedale di Teramo.

“La pandemia – scrivono – ha evidenziato che solo la sanità pubblica è presidio fondamentale a tutela della salute per tutti i cittadini. Le strutture e il personale degli ospedali pubblici (medici, infermieri, tecnici, OSS, manutentori, impiegati nelle pulizie e vitto), i centri di ricerca e i laboratori analisi hanno garantito con dedizione e professionalità una linea di tenuta decisiva rispetto alla diffusione del contagio e alla cura dei casi positivi. Ma è utile ricordare che i 37 miliardi di euro di tagli compiuti da centro-destra e centro-sinistra a livello nazionale nell’ultimo decennio (2010-2019), hanno massacrato la sanità pubblica con il taglio di 70 mila posti letto e 40 mila posti di lavoro, la chiusura di numerosi ospedali “minori” e ben 359 reparti. Grazie a questo scempio oggi siamo costretti a fare i conti con gravi carenze di personale, presidi sanitari e un numero di posti letto complessivi al di sotto della media Europea.

E’ dunque necessario investire ingenti risorse per rilanciare la sanità pubblica, finanziando il Sistema Sanitario Nazionale, assumendo personale a tempo indeterminato, rafforzando la medicina territoriale di base e la prevenzione, sostenendo i medici di famiglia, contrastando le esternalizzazioni, le convenzioni e l’accreditamento con le strutture private che continuano a fare affari lucrando sulle prestazioni più remunerative”.

E ancora: “La Provincia di Teramo con più di 300 mila abitanti e con presenze che arrivano a moltiplicarsi notevolmente nei mesi estivi ha l’assoluta necessità di avere un ospedale con funzioni D.E.A. (Dipartimento Emergenza e Accettazione) di 2° livello. La sua collocazione non può che essere a Teramo, punto baricentrico nel territorio provinciale, tra la fascia adriatica e le aree interne e montane, funzionale quindi all’utenza di tutti i comuni. La realizzazione di un nuovo ospedale è necessaria perché l’attuale struttura del “Mazzini”, edificata negli anni sessanta, non può soddisfare i requisiti tecnici delle attuali normative anti-sismiche.  Questa fondamentale presenza nella città capoluogo deve essere garantita insieme al mantenimento e potenziamento degli altri 3 ospedali, con la riqualificazione delle strutture, personale specializzato e nuove attrezzature tecnologiche: Giulianova, quale punto di riferimento di tutta la zona costiera, S.Omero a servizio dell’intera Val Vibrata ed Atri importante presidio per i territori della Val Vomano e della Val Fino. Solo così è possibile ridurre drasticamente le vergognose liste d’attesa e porre un freno alla mobilità passiva fuori Provincia”.

“In merito alla localizzazione – concludono – di un nuovo ospedale a Teramo, c’è solo una soluzione che riteniamo giusta e praticabile: quella degli spazi di proprietà della ASL, nei pressi dell’attuale nosocomio nel quartiere di Villa Mosca. Ricordiamo a tal proposito che il sito dove sorge l’attuale ospedale civile a Villa Mosca presenta tutte le caratteristiche idonee e favorevoli alla presenza di una struttura sanitaria. Ovvero la collocazione in una zona all’interno della città, poco distante dal centro e quindi facilmente raggiungibile da tutti, sia con il trasporto pubblico che con le infrastrutture già esistenti, specie dalla popolazione in età più avanzata maggiormente bisognosa di cure e assistenza ospedaliera. Senza dimenticare che nel 2011 fu inaugurato un enorme parcheggio multipiano a servizio dell’Ospedale, costato oltre 14 milioni di euro e gestito da privati, nel quale ogni giorno cittadini ed utenti sborsano denaro per il pagamento della sosta. Un’opera che ha comportato un’evidente impatto ambientale per il territorio, con la cementificazione di un’intera collina di ben 30 mila metri quadrati. 

Pertanto, riteniamo scriteriata ed irresponsabile qualsiasi proposta che preveda la costruzione del nuovo ospedale in altri luoghi, come Piano d’Accio o Sant’Atto, che comporterebbe un altro vasto consumo di suolo con la cancellazione indiscriminata di aree verdi ed un ingente dispendio di risorse economiche per le opere accessorie.  Vigileremo ed impediremo agli amministratori pubblici di commettere scempi deturpando l’ambiente e gestendo le risorse statali per costruire “cattedrali nel deserto”, lasciando l’attuale polo del “Mazzini” che diventerebbe l’ennesimo contenitore vuoto di proprietà della ASL in città, insieme agli edifici in Contrada Casalena, all’ex Manicomio, all’ex Ospedaletto a Porta Romana.

Diciamo un secco NO all’ipotesi di costruzione del nuovo ospedale con il “Project Financing”. Si tratta di un pessimo strumento finanziario che regala la sanità pubblica nelle mani dei privati. Un danno per tutti i cittadini costretti a pagare per decenni ticket, parcheggi a pagamento e sovvenzioni per garantire incassi e profitti ai “padroni” della struttura. Per la realizzazione del nuovo ospedale di Teramo e il miglioramento degli altri 3 nosocomi provinciali servono finanziamenti reali, interamente pubblici, così da dare a tutta la collettività strutture statali efficienti e adeguate. La salute non è una merce, la sanità non è un’azienda!”

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