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Anticipazioni per il Grande Teatro in TV di Jean-Paul Sartre del 7 aprile alle 15.45 su Rai 5: “Le Mani Sporche – seconda parte”

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Anticipazioni per il Grande Teatro in TV di Jean-Paul Sartre del 7 aprile alle 15.45 su Rai 5: “Le Mani Sporche – seconda parte”

Lucia Mosca on Twitter: "(Anticipazioni per il Grande Teatro in TV di  Molière del 22 febbraio alle 15.45 su Rai 5: “Il misantropo”) Segui su: La  Notizia - https://t.co/OcN4KZlJWI… https://t.co/bUS2bZ9xXI"

Per il Grande Teatro in TV oggi pomeriggio mercoledì 7 aprile alle 15.45 va in onda su Rai 5 la seconda parte del dramma “Le Mani Sporche” scritto da Jean-Paul Sartre nel 1948.

Le mani sporche è un’opera teatrale del 1948, scritta da Jean-Paul Sartre. Fra tutte le sue opere teatrali questa è stata la più discussa e contrastata[1] a causa del suo contenuto politico, dei problemi sollevati, della strumentalizzazione di cui essa fu oggetto. La vicenda narrata, seppur trasposta in un mondo fittizio, è ispirata dall’assassinio di Lev Trockij da parte del suo segretario Ramón Mercader, agente stalinista.[2]

La storia ha due inizi. Il primo è questo: Hugo, un giovane intellettuale, è appena uscito di prigione dove ha scontato due anni per l’uccisione del capo di partito Hoederer. Egli si reca direttamente a casa di Olga, amica e compagna di partito, perché si sente braccato e vuole nascondersi. Sono i suoi stessi compagni che vogliono liquidarlo? Grazie all’intervento dell’amica, il partito acconsente a dargli una possibilità affinché arrivi a dimostrare la vera ragione per cui ha eseguito l’ordine. Assassinio politico, un banale accidente o un delitto passionale ? A questo punto la storia si riavvolge di colpo su se stessa , “comincia dall’inizio”. Il lungo flashback si traduce nella soggettiva di ciascun personaggio che è chiamato a testimoniare i fatti accaduti due anni prima. Si delineano così risvolti imprevisti. La vicenda si ricostruisce a quadri come i tasselli di un mosaico dove le figure di Hugo, della moglie Jessica, di Hoederer e di Olga giocano a turno un ruolo determinante. È una partita alla quale Hugo non può assolutamente sottrarsi per poter spezzare il cerchio che lo isola e da cui viene condizionato . Dice Sartre “..ogni personaggio non sarà che la scelta di una via d’uscita e varrà la via d’uscita scelta.. In un certo senso, ogni situazione è una trappola per sorci: muri da ogni parte. Ciascuno inventando la propria via d’uscita, inventa se stesso..“. Hugo può rompere quel cerchio a patto di sapere quale valore può assumere il suo atto. Spezzare il cerchio è spesso “trasgredire”, venir meno a regole “incrostate”, affrontare consci della propria libertà nuove scelte: dall’affermazione individuale alla presa di coscienza del valore collettivo di esse.

Il dramma di Sartre viene proposto nella versione messa in onda dalla Rai nel 1978 con la serie televisiva diretta da Elio Petri.

Le mani sporche è uno sceneggiato televisivo in tre puntate, trasmesso per la prima volta dalla RAI nel 1978[1], per la regia di Elio Petri e con Marcello Mastroianni, Giovanni Visentin, Anna Maria Gherardi e Giuliana De Sio basato sull’omonimo dramma teatrale di Jean-Paul Sartre (Le mani sporche). Oltre alla regia, Elio Petri ne curò la traduzione dal francese e l’adattamento televisivo.

La storia è ambientata in Illiria, paese immaginario dell’Europa centrale, verso la fine della seconda guerra mondiale. Il paese, alleato dei tedeschi che lo occupano, è in guerra contro l’Unione Sovietica.

Trama

Seconda puntata

Passano i giorni in casa di Hoederer, senza che Hugo porti a termine il suo proposito, fino al giorno in cui l’anziano capo del partito, come da tempo programmato, incontra a casa sua Karsky e il principe Paul, rispettivamente leader del partito della borghesia e figlio del reggente, con lo scopo di valutare la possibilità di dare vita ad un accordo per il futuro assetto del paese in occasione dell’imminente sconfitta dei tedeschi e il conseguente arrivo dei russi. L’incontro è turbato dall’esplosione di una bomba nel giardino adiacente all’abitazione, mentre Hugo è quasi sul punto di estrarre la pistola per compiere il suo piano.

  • Le scene iniziali e finali dello sceneggiato sono state girate all’interno del Teatro Gerolamo di Milano, che fu chiuso nel 1983 e riaperto al pubblico nel 2016.[5][6]
  • Durante la prima puntata, all’atto in cui ha termine una riunione dei vertici del partito, Louis congeda alcuni partecipanti, che via via scendono una scala interna all’appartamento dove si svolge la scena. Tra costoro, terzo ed ultimo a scendere (riconoscibile anche perché tiene il cappello in mano) fa la sua apparizione il regista Elio Petri che stringe la mano di Louis lanciandogli uno sguardo quasi beffardo.[7]