Sanità Privata. La Regione ricorre alla Corte costituzionale per la qualità del lavoro nelle strutture accreditate
Cgil Cisl Uil: “Bene l’iniziativa a difesa dei diritti dei lavoratori. La nostra battaglia per la completa applicazione dei contratti non si fermerà: via l’accreditamento a chi non rispetta le regole”
Roma – “Bene l’iniziativa della Regione Lazio che si è costituita in giudizio di fronte alla Corte costituzionale per difendere la norma regionale che impone il rispetto del contratto collettivo di lavoro a tutte le strutture della sanità privata accreditata. E’ una battaglia che stiamo combattendo da tempo in tutti i posti di lavoro in cui si mettono in discussione i diritti dei lavoratori.
La nostra azione non si fermerà finché dumping, sfruttamento e pratiche opache non saranno debellate”. Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini esprimono apprezzamento per il ricorso dell’amministrazione regionale a tutela della qualità del lavoro in sanità.
“La Regione si sta dimostrando molto sensibile su un tema che per noi è determinante. In troppe strutture sanitarie private del Lazio si verificano attacchi ai danni di chi ogni giorno è in prima linea per la salute delle persone. Accordi pirata, disapplicazione dei ccnl, discriminazioni, vessazioni, turni e carichi di lavoro moltiplicati sono una vergogna che dobbiamo cancellare. Nella sanità accreditata come nelle Rsa, dove i lavoratori attendono da 9 anni un contratto degno di questo nome”, rimarcano i segretari regionali di categoria.
“Noi proseguiremo la nostra battaglia e non daremo tregua agli imprenditori che si comportano in modo disonesto. Chiediamo alla Regione di continuare su questa strada e di fissare regole più rigide per l’accreditamento: niente soldi pubblici a chi non rispetta i lavoratori e i contratti”, concludono Cenciarelli, Chierchia e Bernardini.
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