venerdì, Marzo 29, 2024
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Anticipazioni per “My name is Ernest” dell’11 agosto alle 19.20 su Rai 5: Hemingway in Veneto

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Anticipazioni per “My name is Ernest dell’11 agosto alle 19.20 su Rai 5: Hemingway in Veneto

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Genio e sregolatezza. La prima rock star della letteratura mondiale, nota per i suoi eccessi nella vita e il suo genio letterario. Tanti sono i luoghi comuni attribuiti allo scrittore Ernest Hemingway. A fare da cornice ai momenti più intensi della sua carriera e della sua vita, ci sono luoghi come Cuba, Pamplona, gli stessi Stati Uniti e l’Africa nera. Tra questi grandi luoghi, però, ci sono anche alcune località del Veneto: dalle più famose e turistiche Venezia e Cortina, ai piccoli siti dove è passata la Grande Guerra del ’15-’18. Il docu-film “My Name is Ernest”, in onda mercoledì 11 agosto alle 19.20 su Rai5, ricostruisce i due periodi che Hemingway trascorse in Veneto. Quello del 1918, durante il conflitto mondiale, quando lo scrittore arrivò a Schio in divisa come volontario americano della Croce Rossa, e quello del 1948 quando Hemingway, ormai famoso, torna in Veneto per assaporare questa volta la bella vita veneziana, delle valli di Caorle e delle montagne di Cortina, e coltivare la sua passione per la caccia e la pesca. 

Ernest Miller Hemingway (Oak Park21 luglio 1899 – Ketchum2 luglio 1961) è stato uno scrittore e giornalista statunitense. Fu autore di romanzi e di racconti.Firma di Hemingway.

Soprannominato Papa, fece parte della comunità di espatriati americani a Parigi durante gli anni Venti, conosciuta come “la Generazione perduta” e da lui stesso così chiamata nel suo libro di memorie Festa mobile, ispirato da una frase di Gertrude Stein. Condusse una vita sociale turbolenta, si sposò quattro volte e gli furono attribuite varie relazioni sentimentali. Raggiunse già in vita una non comune popolarità e fama che lo elevarono a mito delle nuove generazioni. Hemingway ricevette il Premio Pulitzer nel 1953 per Il vecchio e il mare e vinse il Premio Nobel per la letteratura nel 1954.

Lo stile letterario di Hemingway, caratterizzato dall’essenzialità e asciuttezza paratattiche del linguaggio, e dall’ipòbole, ebbe una significativa influenza sullo sviluppo del romanzo nel XX secolo. I suoi protagonisti sono tipicamente uomini dall’indole stoica, i quali vengono chiamati a mostrare “grazia” in situazioni di disagio (grace under pressure). Molte delle sue opere sono considerate pietre miliari della letteratura statunitense.

Di lui è stato scritto:

«Personaggio affascinante, le sue pagine – profondamente ispirate a uno stile di vita – sono pervase da un senso assoluto della vigoria morale e fisica, dallo sprezzo del pericolo, ma anche dalla perplessità davanti al nulla che la morte reca con sé.»
(da Ernest Hemingway, Verdi colline d’Africa[1])

Nasce il 21 luglio 1899 a Oak Park (sobborgo di Chicago). Secondogenito di Clarence Edmonds, medico[2] di famiglia benestante e di Grace Hall, ex aspirante cantante d’opera lirica, quando aveva appena un anno fu portato in una casa estiva nel Michigan vicina ad un lago. Poté abituarsi quindi presto all’aria aperta e alla natura. Ancor piccolo amava sentir raccontare storie, soprattutto di animali, e gli piaceva dare un nome diverso alle persone che lo circondavano. A quattro anni venne messo in una scuola dell’infanzia e, contemporaneamente, inserito in un circolo naturalista diretto dal padre. Fu in questa circostanza che imparò a distinguere animali ed erbe. Inoltre, il padre lo conduceva spesso con sé quando andava a visitare nella riserva indiana i suoi pazienti (molti ricordi di questo periodo rientreranno nei suoi racconti) e da qui si rafforzò nel ragazzo l’amore per la natura, per la caccia, la pesca e l’avventura.La River Forest High School di Oak Park.

Aveva solamente dieci anni quando gli fu regalato il suo primo fucile da caccia che imparò presto ad usare con grande maestria suscitando l’invidia dei compagni, tanto che un giorno, a causa di un bottino di quaglie che stava portando a casa, venne assalito da un gruppetto di ragazzi che lo picchiarono e fu probabilmente questo episodio che gli fece nascere il desiderio di imparare la boxe.

Dopo aver frequentato senza grande entusiasmo la scuola elementare, venne iscritto alla “Municipal High School” ed ebbe la fortuna di incontrare due insegnanti che, avendo notato l’attitudine del ragazzo per la letteratura, lo incoraggiarono a scrivere. Nacquero così i primi racconti e i primi articoli di cronaca, pubblicati sui giornali scolastici Tabula e Trapeze. Nel 1917 ottenne il diploma ma rifiutò sia di iscriversi all’università, come avrebbe desiderato suo padre, sia di dedicarsi al violoncello come voleva sua madre. Per affermare la sua indipendenza si recò a Kansas City, dove iniziò a lavorare come cronista del quotidiano locale, il “Kansas City Star”, che si distingueva per il linguaggio moderno, rapido e oggettivo, sotto l’insegnamento del vice capocronista Peter Wellington, maestro di objective writing. Ernest Hemingway era ateo: cfr. il volume “La Bibbia atea” di Joan Konner.