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Il film biografico stasera in TV: “Pelè”giovedì 9 settembre 2021

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Il film biografico stasera in TV: “Pelè” giovedì 9 settembre 2021 alle 21:20 su Canale 5

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Pelé (Pelé: Birth of a Legend), è un film biografico del 2016 scritto e diretto dai fratelli Jeff e Michael Zimbalist con Kevin de Paula, Vincent D’Onofrio, Diego Boneta e Pelé, incentrato sulla vita dell’ex calciatore brasiliano e lo stesso Pelé.

Il piccolo Edson Arantes do Nascimento, futuro campione del mondo con il Brasile, cresce nelle favelas della cittadina di Bauru, figlio di Dondinho (ex calciatore) e di una casalinga. Con i suoi piccoli amici “Dico” (così viene chiamato a Bauru), si diverte a giocare a pallone con una sfera fatta di stracci e senza scarpe, per i vicoli cittadini, spesso combinando danni. È l’estate del 1950, e Dico, arrampicato sul tetto di una baracca assieme agli amici, assiste alla tragica disfatta del Maracanazo, mentre i paesani sono tutti riuniti davanti alla radio. Una sconfitta che mette in ginocchio un intero paese, che da sempre respira calcio. Il padre, fortemente amareggiato, decide di mandare Dico a lavorare con la mamma, allontanandolo dal suo sogno di giocare nel Brasile. Proprio mentre si trova a fare le pulizie con la mamma, incontra il giovane José Altafini, già promettente calciatore, con il quale si crea una forte rivalità, a causa del carattere arrogante di quest’ultimo, che non perde occasione per prenderlo in giro. Per rifarsi e dimostrare al rivale quanto anche lui sia talentuoso, si iscrive ad un torneo giovanile, supervisionato dall’osservatore Waldemar de Brito. Il padre lo scopre, ma asseconda la sua passione e va a vederlo giocare. La squadra di Pelé e degli amici arriva in finale con un gran gioco, nonostante siano senza scarpini, perdendo solo 6-5 contro la formazione di Altafini, che rischia una clamorosa rimonta, dopo essere stata in vantaggio per gran parte della gara. De Brito informa la famiglia di Dico dell’interesse per quel ragazzino talentuoso. Purtroppo, durante una fuga da alcuni mercanti ai quali avevano sottratto noccioline, uno dei piccoli amici di Dico, Thiago, muore sepolto sotto un mare di fango, dopo essersi nascosto in una cavità sotterranea, per sfuggire agli inseguitori. Da quel giorno, il giovane Pelé inizia a lavorare col padre come umile inserviente sanitario, pulendo i bagni. Ma non abbandona la passione per il calcio, allenandosi con il padre nei momenti di pausa, imparando la Ginga giocando con dei frutti. La madre, per garantirgli un futuro migliore, contatta De Brito, che lo porta immediatamente al Santos, dove passa il provino e viene inserito nella formazione giovanile. Ma al Santos, il suo stile di gioco spettacolare ed estemporaneo, è soffocato dagli schemi e dalle restrizioni tattiche dell’allenatore, che vuole un gioco più europeo. Ormai fortemente impreniato del suo stile Ginga, Dico è vicino ad abbandonare il calcio : non riesce ad esprimersi con il gioco europeo. Ma, motivato da De Brito, torna sul campo e dà spettacolo, contro ogni regola, praticando il suo calcio e segnando valanghe di gol. Al Santos viene così inserito in prima squadra, con un contratto. A Bauru sono tutti fieri di lui, e a coronamento di un periodo di grandi soddisfazioni, arriva per lui anche la convocazione in nazionale maggiore, dove ha modo di incontrare nuovamente Altafini. Qui trova altre grandi difficoltà, in vista del Mondiale di calcio 1958, a causa ancora del suo stile di gioco. Il c.t. Feola, infatti, come molti brasiliani, considerano la Ginga la causa della sconfitta nei mondiali 1950 e 1954. Praticando proprio la Ginga Pelè (ormai chiamato così, da un nomignolo che gli affibbiò Altafini) si infortuna gravemente al ginocchio, mettendo seriamente a rischio la propria carriera. Inizia così un lungo calvario per tornare prima possibile in campo. A causa della fisicità degli avversari, nel cammino mondiale, il Brasile si ritrova molti infortunati, e presto Pelè deve fare il suo debutto, nella gara contro l’Unione Sovietica, dove riceve calci e spintoni, mettendo ancora più a rischio il suo ginocchio. Nella fase a eliminazione diretta la squadra si trova in bilico tra l’anima di gioco prettamente brasiliana, e i rigidi schemi europei di Feola, che non vuole ripetere il Maracanazo del ’50. Persino Altafini, da sempre amante del calcio europeo, confida al giovane Pelè di sentirsi brasiliano fin da piccolo. Il loro rapporto, conflittuale fin dall’infanzia, si ricuce proprio alla vigilia delle semifinali del Mondiale. Pelè, nonostante il ginocchio, scende in campo al posto di Altafini segnando tre reti contro la Francia, mettendo in scena tutte le sue doti acrobatiche, nel classico stile verdeoro. Raggiunta la finale contro la Svezia padrona di casa, il commissario tecnico Feola, si arrende e abbandona moduli e tattiche, lasciando andare i giocatori in campo a divertirsi, senza alcuna restrizione. E proprio nella finale, sotto 1-0 contro la spocchiosa Svezia di George Raynor, praticando perfettamente la Ginga, Garrincha, Pelè e compagni vincono 5-2 e si aggiudicano il loro primo titolo mondiale, vendicando una volta per sempre le sconfitte precedenti, e facendo esplodere il Brasile intero in una festa senza fine.

Regia: Jeff e Michael Zimbalist

Con: Kevin de Paula, Vincent D’Onofrio, Diego Boneta e Pelé

Fonte: WIKIPEDIA